Una camminata alla scoperta della "linea Gotica”
di Francesca Risaliti
Il monumento a Policarpo Petrocchi, a Castel di Cireglio, punto di partenza e arrivo dell'escursione di domenica mattina, 6 ottobre. Prima una visita guidata al paese, poi un'immersione nel bosco, con passaggio alle Fontanelle, un borgo scomparso da tanti anni. La visita alla fattoria Ferrari, fra animali e colture
Un parco letterario della montagna nel nome di Policarpo Petrocchi
di Paolo Vannini
L'idea lanciata da Giovanni Capecchi e raccolta positivamente dalle associazioni "Amo la montagna", "Letterappenninica" e "Onore e lavoro". La proposta emersa domenica 6 ottobre in un dibattito pubblico. Pronto il comitato promotore. A breve verrà chiesto il coinvolgimento del Comune di Pistoia, ente necessario per richiedere l'iscrizione all'elenco nazionale dei "parchi"
Storie dai boschi incantati. Novelle e mezze verità della valle del Brandeglio
di Alberto Agresti
Per le vie di Castel di Cireglio, un accrocchio di case con pochi abitanti, qualche letterato e… uno strano campanile. Un paese costruito sulle frane ma anche teatro di eventi distruttivi risalenti alle guerre tardo medievali. I nomi di aie e antiche piazze svelano segreti oggi non più visibili. Tanti i ritrovamenti, negli anni, di reperti archeologici risalenti all'età preromana e romana nel “paesuccio” di Policarpo Petrocchi ma anche a Cireglio, Villa e Le Grazie di Saturnana
UN PAESE ALLA VOLTA / Castello di Cireglio, lo sguardo sulla piana da un antico terrazzo
di Maurizio Ferrari
Il borgo è subito fuori la Stada Statale 66 con tante viuzze in acciottolato, case in sasso a vista ed una storia millenaria. Il suo destino legato a quello del grande letterato Policarpo Petrocchi, modello di intellettuale libero che si adoperò molto per lo sviluppo del paese. E che arrivò a rivendicare il “Libero Stato di Cireglio”. Fra i suoi meriti anche la nascita, nel 1880, della Società Onore e Lavoro, un'associazione di volontari ancora attiva
Dagli animali tanti nostri modi di dire
di Maurizio Ferrari
Non si contano i proverbi, gli adagi, le metafore, le similitudini ispirati all'osservazione del comportamento animale. Ogni comunità di parlanti è stata influenzata dalla fauna propria del luogo. Una ricca serie di esempi ricavati dal Dizionario Universale della Lingua italiana di Policarpo Petrocchi
Tanta montagna pistoiese nell'opera più grande di Policarpo Petrocchi
di Maurizio Ferrari
Nel Novo Dizionario della Lingua Italiana trovarono ampio spazio parole, espressioni, modi di dire e proverbi dei paesi montani. Una testimonianza dell'affetto profondo per la sua terra di origine. In quelle pagine un vero e proprio scrigno che custodisce il parlare dei nostri nonni: vivo, evocativo e creativo
Piscialletto, pisciacane, pisciancio: tanti modi di dire con lo stesso prefisso verbale
di Maurizio Ferrari
Derivano tutti dal preverbio “piscia”. Di origine popolare, in genere appartengono all'ambito botanico ed indicano piante con virtù depurative o che sono tossiche. Verdure, funghi, anche un vitigno. Che Policarpo Petrocchi, nel libro "Il mio paese", ribattezzò a modo suo
La Montagna Pistoiese nella penna e nel cuore dei grandi scrittori
di Giovanni Capecchi
Descritta già nei testi di Boccaccio, poi Tommaseo e Alfieri, ancora Verga, Pirandello, Carducci e Palazzeschi, questa terra fu “scoperta” soprattutto dopo la nascita della Ferrovia Porrettana. In molti vi trascorrevano brevi soggiorni, qualcuno divenne residente, come l'emiliano Giuseppe Lipparini. In epoche più recenti è stata meta privilegiata di Fosco Maraini, del pistoiese Giovanni Procacci e “rifugio” di lunghissimi periodi per Tiziano Terzani. A Castello di Cireglio nacque, visse a lungo e morì Policarpo Petrocchi, la “voce” letteraria più autorevole e autentica della nostra montagna
"Nafantare", darsi da fare senza costrutto e senza ce ne sia bisogno
di Maurizio Ferrari
Il verbo si trova solo nel Dizionario della lingua italiana di Policarpo Petrocchi. L'origine probabilmente dal termine "anfanare" usato dal Boccaccio nel 1300, contaminato successivamente con la parola fante (nel senso di bambino). Se un anziano definisce qualcuno un "nafantone" significa che mette mano a mille attività senza approdare a nulla