Pistoia, Ambiente  |  ottobre 18, 2023

Vincio di Brandeglio, un esempio di incuria e abbandono

Il corso d’acqua testimonia del degrado di briglie, opere murarie, murelle e i rischi incombenti di piccole o grandi frane. Il tratto più a monte, non più manutenuto dopo l'alluvione del 2022, è oggi un intrico di alberi caduti che con le piogge autunnali potrebbero rappresentare un pericolo in più. Si attendono  interventi delle istituzioni dopo le ripetute segnalazioni dei cittadini residenti a ridosso del fiume. A conferma di ciò la pubblicazione “I Quaderni del Metato” dell'associazione “Amici di Pupigliana”, ricca di un’ampia documentazione fotografica

di

Tempo di lettura: circa 4 minuti
Briglia crollata in località il Poderino

Mentre istituzioni, politici e opinione pubblica si avvitano su dialettiche ideologiche quotidiane, divisive e laceranti, le condizioni dell’ambiente e del territorio vanno costantemente peggiorando e non tanto per i cambiamenti climatici, come si sente dire da più parti, quanto per l’incuria generalizzata e per l’incapacità dei centri di governare le periferie e non solo quelle periurbane, ma soprattutto le zone collinari e montane che fanno da contorno a città e paesi.

Il degrado è percepibile a occhio nudo; basta addentrarsi nei boschi o percorrere a ritroso gli alvei dei torrenti e dei fossi che circondano Pistoia per rendersi conto dello stato di abbandono in cui versano, nella più totale indifferenza e nella più assoluta mancanza di prevenzione.

Tutti devono capire che i pericoli vengono sempre dai monti e se non ci si occupa della messa in sicurezza delle aree montane, è ormai assodato che, in un modo o nell’altro, le conseguenze scendono a valle e risultano nefaste per la grande piana e per i suoi abitanti. Negli ultimi vent’anni i casi di disastri naturali sono aumentati in modo esponenziale ed ogni volta si piangono lacrime di coccodrillo senza porvi rimedi strutturali.

La valle del Vincio di Brandeglio

Solo a titolo di esempio, è sufficiente risalire la valle del Vincio di Brandeglio (ma potrebbe essere qualsiasi altro corso d’acqua intorno alla città) per accorgersi di quanto sia inesorabile e progressivo il degrado di briglie, opere murarie, murelle e di quante frane, piccole e grandi incombono sul corso d’acqua, solo limitandoci al tratto che va dalla località La Sega fino al Ponte di Necca. Per non parlare del tratto più a monte che, dopo l’alluvione del 2002 non è più stato manutenuto e che attualmente è un intrico di alberi caduti che con le piogge autunnali potrebbero produrre un pericoloso effetto-briglia.

Gli Amici di Pupigliana

Eppure i cittadini che vivono a ridosso del Vincio di Brandeglio hanno più volte segnalato alle istituzioni i pericoli a cui va incontro l’intera valle e di conseguenza la città se non si prenderanno provvedimenti in tempi brevi. Addirittura l’Associazione “Amici di Pupigliana” ha documentato in una pubblicazione (I Quaderni del Metato), corredata da tante foto e consegnata da tempo all’amministrazione comunale, lo stato di incuria della valle, senza ottenere alcuna risposta.

Dalla documentazione fotografica emerge la reale condizione di degrado, che minaccia abitazioni, ponti e persino i tracciati viari, sottoposti a crepe e smottamenti, tanto che non sono pochi i tratti della via di Pupigliana costellati da transenne provvisorie che ormai sono diventate definitive, come succede spesso nel nostro strampalato Paese.

Le condizioni della biodiversità

Nelle norme regionali, Legge e Regolamento forestali innanzi tutto, si pontifica sull’importanza della biodiversità e sulla necessità di proteggere ogni forma di vita animale e vegetale per consentire l’armonia dell’ecosistema. Ebbene, percorrendo sempre la Valle del Vincio di Brandeglio, si può vedere come si sia affermato il monopolio assoluto della Robinia Pseudacacia (la cascia), una specie invasiva alloctona che ha fagocitato tutte le altre essenze forestali. E’ dunque questa la protezione della biodiversità? E’ questo il risultato di assunti normativi perfetti nella forma, ma evanescenti nella sostanza? E’ questa la gestione delle zone periurbane e montane? E’ questa la tanto conclamata e virtuosa protezione del paesaggio?

E non si tratta, si badi bene, di una considerazione dettata da spirito di parte, perché ovunque si sono smarriti il senso di appartenenza al territorio di origine e soprattutto la cura e la prevenzione di esso, come se non esistesse un futuro e si continuasse a vivacchiare in un oggi grigio, senza fine, privo di idee, di fantasia, di coraggio e di creatività.

LA FOTOGALLERY

 

Un esempio di erosione dei muri di contenimento del fiume

Frana in prossimità delle abitazioni di Torbeglia

 

Erosione delle sponde del Vincio (a sinistra) e la situazione della strada di Pupigliana

Lesioni sotto il ponte di Pupigliana

 

Murella di protezione sulla sponda del fiume. Crollo evidente

Briglia crollata alla Serina presso il ponte di Necca


Maurizio Ferrari

Maurizio Ferrari, sambucano di origine, ha insegnato Lettere per 38 anni nelle Scuole superiori pistoiesi. Ora è imprenditore agricolo e si sta impegnando nella promozione e nel rilancio del territorio appenninico come Presidente dell'Associazione "Amo la montagna APS" che si è costituita nel 2013 e che ha sede a Castello di Cireglio.Ha collaborato per 25 anni alla rivista "Vita in Campagna", del gruppo "Informatore Agrario". Recentemente ha pubblicato alcune raccolte di racconti ispirati alla vita quotidiana di Sambuca, dal titolo :"Dieci racconti sambucani"; "La mia Sambuga" e "Cuori d'ommeni e di animali", nonché una favola per bambini, "La magìa della valle dimenticata" illustrata dagli alunni della scuola elementare "P.Petrocchi " di CIreglio (Pistoia)