Le offese “ingenue” dei nostri nonni montanini

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Ci si offendeva anche tanti anni fa ma in modo assai più blando degli epiteti usati oggi (e della violenza verbale che spesso li accompagna). Un uomo poteva essere definito bindolo, baggiano, chiorbone, balestrone, locco, belone. E per le donne si usavano espressioni come gavorchio, brendana, pignattona, catrame. I tanti modi di dire e i loro significati

In grande quantità: ovvere “a iosa” e “a bizzeffe”

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Le origini di due modi di dire molto comuni anche in montagna. Per alcuni la prima sarebbe una semplificazione dialettale pistoiese del modo di dire “(D) io sa (quanto)", per altri una variazione di "chiosa" (piastrella di piombo). Tre le spiegazioni per la seconda: avrebbe origine nella Roma del XV secolo, deriverebbe da un'espressione araba o da una tipica toscana


I nostri nonni inventavano e cambiavano le parole

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Le aree più marginale da sempre modificano di più anche la lingua parlata. Le alterazioni sono di vario tipo. In alcuni casi appena percettibili, in altri di vera e propria deformazione e trasformazione dei termini. Un fenomeno che fa sorridere ma che è al centro di studi seri e approfonditi

Maestro e ministro, come cambiano i tempi!

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L'autorevolezza degli insegnanti di ieri, le difficoltà di oggi. L'origine del nome da magister, di persona che ricopriva ruoli importanti. Al contrario di ministro, un semplice servitore che mesceva vino o serviva qualche altra vivanda a tavola, da tempo ormai carica istituzionale prestigiosa

Madia e cassapanca amiche delle case di montagna

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Non mancavano mai nel mobilio spartano di un tempo. La prima aveva la doppia funzione di piano di lavoro e conservazione degli alimenti, la seconda fungeva da contenitore e da seduta. Il nome madia deriva da magida, che significava “grande vassoio da cucina”, il secondo era la somma di due nomi, la cassa e la panca