Uno sguardo oltre  |  maggio 4, 2024

Come far restare i giovani in montagna: il caso di Lizzano in Belvedere

Il Comune bolognese ha elaborato un progetto con i fondi del PNRR per la frazione di Monteacuto delle Alpi. Attivato un corso di formazione per giovani interessati ad attività imprenditoriali. Fra queste telemedicina, dotazione di fibra ottica, albergo diffuso, eventi culturali, controllo del dissesto idrogeologico, servizi per i residenti del borgo, comunità energetiche rinnovabili, tutela ambientale sentieristica. Previsto anche un Campus formativo che si terrà tutti i sabati fino al prossimo ottobre. Fra i testimoni del versante toscano l'associazione Amo la montagna

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LIZZANO IN BELVEDERE (BOLOGNA) – Le prospettive demografiche dei comuni montani sono notoriamente negative e occorrono potenti incentivi per invertire una tendenza che sembra ormai senza argini. L’imperativo categorico è riportare giovani in montagna o almeno impedire che quelli che ci sono se ne vadano definitivamente, creando occasioni di lavoro e stimolando imprenditorialità. Il problema è ormai nazionale e necessita di leggi nazionali, ma intanto ci sono amministrazioni comunali che impiegano risorse comunitarie per cercare di impedire lo spopolamento. E’ il caso del Comune di Lizzano Belvedere (Bologna) che ha elaborato un progetto molto interessante con i fondi del PNRR.

Il progetto di Montacuto delle Alpi

Il Comune di Lizzano in Belvedere ha presentato nel 2023 un progetto PNRR sui borghi appenninici in abbandono (“Attrattività dei borghi”, misura 2.1, linea b) ed ora ha ricevuto un finanziamento di 1,6 milioni di euro a favore del paese di Monteacuto delle Alpi, per permettere ai giovani interessati a risiedere ed a avviare attività economiche in queste zone disagiate, di poter realizzare le loro aspirazioni e di poter risiedere nella loro terra di origine.

“Dobbiamo capire che solo un’attenzione particolare delle istituzioni, rivolte ai giovani interessati a risiedere e ad avviare attività economiche in queste zone (tendenza, peraltro, ormai in atto sul piano nazionale) può portare un contributo sostanziale, utile a scongiurare fenomeni di spopolamento e d’innesco di gravi crisi sul piano economico, sociale e culturale nelle nostre Terre Alte – spiega Antonio Cinti, presidente dell’associazione culturale “Atlante”, partner privilegiato di questo progetto -. L’intreccio tra questo impegno di ricerca sui borghi appenninici in abbandono e l’approvazione del progetto PNRR permetterà di sperimentare diverse linee di azione per rendere attrattive queste aree”.

Un Campus formativo

Il piano complessivo, che prevede la consulenza di un team multidisciplinare, è coordinato da Gian Carlo Omoboni, il quale ci spiega l’articolazione del progetto: “All’interno del piano abbiamo previsto un corso di formazione per giovani interessati ad attività imprenditoriali tramite una forma cooperativa di comunità in un nuovo edificio in costruzione. Le attività previste fanno riferimento a telemedicina (accordo con Asl)  dotazione di fibra ottica, albergo diffuso, casa ristorante, valorizzazione aree a castagneto in collaborazione con ricercatori università di Bologna, gestione crediti Co2, eventi culturali, servizi nel campo di controllo dissesto idrogeologico, servizi per i residenti del borgo (in periodo invernale risiedono 10 persone con 200 presenze in vece in primavera-estate-autunno) operatività nel campo della filiera del legno e valorizzazione forestale, comunità energetiche rinnovabili, tutela ambientale sentieristica. In pratica sperimentare nuove attività imprenditoriali, gestite da un Centro servizi di Comunità, per rendere attrattivi i borghi mettendo a punto buone prassi a valere sull’intero territorio del comune di Lizzano in Belvedere”

E’ stata prevista anche la realizzazione di un Campus formativo che si terrà tutti i Sabati presso il Centro informativo del Parco regionale Corno alle Scale, da Aprile sino al 12 Ottobre 2024 e a cui parteciperanno, come docenti e testimoni, enti e associazioni che illustrano le esperienze più significative nel settore dei nuovi servizi nei borghi montani.

Anche Amo la Montagna tra i testimoni

Tra i testimoni del versante toscano dell’Appennino Tosco-emiliano è stata invitata anche l’associazione Amo la Montagna APS e  il giorno 27 Aprile 2024 il presidente dell’Associazione, Maurizio Ferrari, ha incontrato a Lizzano Belvedere una decina di giovani, che partecipano al progetto, ai quali ha parlato di testimonianze, iniziative  e proposte legate alla presenza di  altri giovani che hanno deciso, in nome di un senso profondo di appartenenza alle terre di origine, di rimanere ed intraprendere in montagna nonostante le difficoltà quotidiane, anche di carattere normativo e burocratico, che ne ostacolano la creatività.

Il futuro, dunque, passa anche attraverso una generale semplificazione normativa e forti incentivi fiscali a favore di chi vive e crea aziende nelle terre alte appenniniche, e dipende, ancor di più, da un sempre più urgente sistema legislativo modellato sulle esigenze della montagna.

 

 

Foto di Andrea Piazza

 


La Redazione

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