Pistoia, Sanità e sociale  |  novembre 7, 2021

Le frazioni di montagna ancora senza medico. E dietro l’angolo nessuna soluzione

Assemblea molto partecipata a Cireglio con il sindaco di Pistoia. Tomasi: “Non abbiamo appigli: la normativa nazionale e regionale è rispettata, la Usl non viola alcuna regola. Ma non si può togliere un diritto alla popolazione della montagna". I bandi per l'assegnazione dell'incarico continuano ad andare deserti. I medici interpellati personalmente non si rendono disponibili. Al vaglio altre ipotesi tampone. E cresce fra la popolazione la voglia di soluzioni forti. “Rivolgiamoci al Prefetto e alla Procura”

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CIREGLIO (PISTOIA) – Alla fine spunterà fuori un ennesimo tampone. Sì proprio così, non quello a cui ci stiamo abituando per rilevare la presenza del virus Covid 19 ma la soluzione per coprire, per la terza volta in un paio di anni, la mancanza del medico di famiglia nei territori montani del Comune di Pistoia. E’ quello che si è capito dall’incontro pubblico svoltosi ieri pomeriggio nella sede della Croce Rossa di Cireglio (con successiva appendice al circolo di Castello di Cireglio) del sindaco Alessandro Tomasi con la cittadinanza, dal quale è emersa chiaramente l’impotenza del primo cittadino, nonché massimo responsabile sanitario del territorio, di fronte ad un problema che, stante le attuali norme e leggi che regolano la materia, appare di fatto senza soluzioni. O, almeno, senza soluzioni che risolvano davvero il dilemma e che non rappresentino una pezza, appunto, un tampone momentaneo. Certo di fronte a quello che si paventa come l’interruzione di un pubblico servizio la cittadinanza potrà anche ricorrere, come più di uno ha sottolineato, a rivolgersi al Prefetto o presentare un esposto in Procura. Azioni forti per mettere ancora di più all’attenzione di tutti il tema, che verranno valutate anche dalla stessa Pro loco nei prossimi giorni ma che, probabilmente, rischiano di non sortire effetti duraturi.

Bandi sempre deserti

Il 3 novembre è scaduto il bando per l’incarico ad hoc ed è andato deserto; c”è poi un nuovo bando solo per corsisti (che al massimo possono curare 650 pazienti a fronte dei 1400 rimasti senza medico). La Usl ha inviato mail con la richiesta di poter coprire l’incarico per un anno ad un ampissimo indirizzario di medici e non ha avuto risposte. E’ stato indetto poi un bando regionale nel mese di ottobre che prevede, per l’assegnazione nel territorio pistoiese di 3 dei 5 posti, alcuni vincoli negli ambulatori delle frazioni montane. Bisogna attendere l’esito di questo bando prima di procedere con altre assegnazioni temporanee, con un doppio limite: si sa che quasi certamente nessuno accetterà ma si sa anche se qualcuno lo facesse avrebbe diritto a quel posto e, di fatto, solleverebbe dall’incarico il medico che si fosse reso disponibile nel frattempo. Per questo anche il ritorno della dottoressa Velasquez che si sarebbe nuovamente resa disponibile in questi giorni ma che ha già anche un altro incarico, come ha spiegato lo stesso sindaco Tomasi, è condizionato da questo elemento.

Normative che bloccano tutto

La normativa nazionale e regionale è rispettata, la Usl non viola alcuna regola. Non ho, non abbiamo nessun appiglio – ha detto il sindaco – Ma non si può togliere un diritto alla popolazione della montagna“. Sta tutta in queste parole la sintesi del grande paradosso. Che ha molte sfaccettature come più di un intervenuto ha sottolineato. “Cosa dobbiamo dire della lobby dei medici – ha detto un intervenuto -, liberi professionisti pagati dal servizio pubblico ai quali non si può chiedere di far rispettare il diritto alla salute?”

1400 pazienti senza medico di base

Com’è noto la vicenda è riemersa nelle settimane scorse quando il medico curante Simone Iadevaia, che da circa un anno e mezzo operava negli ambulatori di Cireglio, Le Piastre, Pracchia e Orsigna, ha annunciato che avrebbe lasciato a breve questo incarico. E i 1400 pazienti, dei quali ieri a Cireglio era presente una nutrita rappresentanza, sono di nuovo a fare i conti con il dilemma: da chi farsi visitare, chi può prescrivere una ricetta? “Ci stanno costringendo a scegliere un medico in città”, è stata un’altra voce levatasi più volte. Certo, se per i residenti di Cireglio sarebbe molto scomodo che dire di quelli che abitano in località più lontane e meno servite dai mezzi pubblici. Le persone anziane, i bambini, chi è affetto da patologie complesse? E poi il problema fra poco si ripresenterà ancora e ancora in tutta la montagna, adesso alle prese con la carenza di pediatri.

Servono scelte che guardino non all’immediato ma al futuro e che non riguardano un singolo territorio terra montagna pistoiese ma quelli di tutta la regione e, molto probabilmente, di tutto il Paese.

 

Il nostro commento

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La Redazione

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