Editoriale  |  marzo 10, 2020

Italia chiusa per coronavirus. La “Voce” sarà “servizio pubblico” per informare i cittadini

Misure drastiche in tutto il Paese per frenare il Covid 19. Sospese quasi tutte le attività, c'è da reinventarsi la vita. E, soprattutto, rispettare le nuove regole. Per evitare che il sistema sanitario arrivi al totale collasso. Il nostro piccolo contributo

di

Tempo di lettura: circa 3 minuti

Scene da film

Certe scene le avevamo vista solo al cinema catastrofista dei virus letali, e speravamo che lì rimanessero: le fughe dopo gli annunci, i locali pubblici presi d’assalto nonostante inviti e divieti (a proposito qualcuno ci spieghi per favore,  l’inopportuna campagna promozionali di Multipass Abetone diventata “caso” nazionale), le rivolte nelle carceri. E lo straordinario lavoro di medici e infermieri in prima linea (per davvero) negli ospedali, per adesso soprattutto in Lombardia e nel Nord d’Italia. A loro un plauso e davvero un grande abbraccio (appena sarà possibile).

Emergenza unica nel suo genere

Invece è tutto vero. Il Covid 19, più noto come Coronavirus, in poche settimane ha mandato a carte 48 il nostro Paese, che adesso sembra sospeso su un baratro più volte intravisto ma forse mai così da vicino. Stiamo probabilmente nel bel mezzo della più grande emergenza della storia repubblicana e moltissimi di noi nei giorni scorsi hanno continuato a comportarsi come se si trattasse di un contrattempo fastidioso. Adesso è arrivata la soluzione choc che produrrà forse un brusco risveglio da questo sonno della ragione. Si può anche essere indulgenti con comportamenti che a prima vista sanno di grande irresponsabilità, si può capire tanto ma non tutto. E soprattutto non più da ora in poi.

Casa, lavoro e poco più

Svegliatevi italiani. Svegliatevi ma non vi agitate troppo. Salvo motivi validi e precisi “semplicemente” restate il più possibile a casa. Si spera che nelle prossime ore ci verrà spiegato meglio di quanto non abbia fatto ieri sera in diretta tv il presidente del Consiglio come dovremo comportarci. Per intanto togliamoci dalla testa tutto ciò che non è strettamente necessario: lavoro (meglio anche quello nei limiti del possibile fra le mura domestiche) e spostamenti per strette (appunto) necessità, peraltro anche da certificare, se richiesto dalle forze dell’ordine (qui sotto il modulo di autocertificazione da riempire e portarsi dietro). E probabilmente qualche bella camminate all’aria aperta.

Il modulo di autocertificazione

thumbnail of modulo_autodichiarazione_spostamenti

Male estremi estremi rimedi

Abbiamo capito che le misure estreme, forse addirittura tardive, si sono rese necessarie a causa di una crisi che potrebbe letteralmente far saltare il nostro sistema sanitario, in alcune realtà forse già al collasso. Intanto quello lombardo, poi tutto il resto. Siamo di fronte ad un’emergenza vera, diciamo per adesso non gestita al meglio da chi ha responsabilità di governo, con lo stesso mondo scientifico che non sempre ha parlato la stessa lingua. Lo scarso senso civico del Belpaese ha fatto il resto: l’Italia, che adesso è diventata osservato speciale per tutta Europa o forse per tutto il mondo, sta alimentando troppi luoghi comuni negativi sul suo conto. Nei prossimi giorni e nelle prossime settimane cerchiamo di sfatarli. C’è una prova di responsabilità dei singoli e dell’intera collettività. Peraltro le misure drastiche della Cina, primo Paese colpito dal virus, e quelle dei primi comuni italiani diventati “zone rosse”, ci dicono che il virus può essere contenuto e probabilmente, in tempi non lunghissimi, anche sconfitto.

Il ruolo della nostra testata

Veniamo al nostro ruolo. Quel poco che questa testata potrà fare, lo farà. Intanto dovremo, per forza di cose, reimpostare il nostro lavoro, perché avremo sicuramente molte meno informazioni disponibile e difficoltà a reperirne (virus a parte). Cercheremo di diventare sempre più giornale di servizio e fin da adesso mettiamo a disposizione la nostra “Voce” di tutti i soggetti istituzionali, Comuni in primis, per veicolare informazioni utili ai cittadini. Ci organizzeremo nelle prossime ore in questo senso e chiediamo a tutti coloro che ci leggono – singoli cittadini, enti, associazioni – di considerarci a disposizione. Vogliamo essere d’aiuto semplicemente informando. Solo questo, non altro.


Paolo Vannini

Laurea in scienze politiche, giornalista professionista dal 1998, ha lavorato nei quotidiani La Nazione e Il Giornale della Toscana (edizione toscana de Il Giornale), è stato responsabile dell'Ufficio comunicazione del Comune di Firenze, caporedattore dell'agenzia di stampa Toscana daily news, cofondatore e vice direttore del settimanale di informazione locale Metropoli. Ha lavorato presso l'Ufficio stampa di Confindustria Toscana, ha collaborato e collabora per diverse testate giornalistiche cartacee e on line - fra queste il Sole 24 ore centronord, Il Corriere Fiorentino (edizione toscana del Corriere della Sera), Radio Radicale - si occupa di uffici stampa e ghost writing.