After all is basketball  |  dicembre 27, 2018

Pistoia Basket, il fascino del fantastico mondo di Ramagli

Dopo le ultime due sconfitte a Torino e in casa con Trento, sorgono molti punti interrogativi. Sull'utilizzo di Dominique Johnson e la eventuale clausola di uscita. Su Kerron che fatica da morire a fare il play. Sull'utilizzo degli italiani. E altro ancora. Ma non ci sono gogne e capri espiatori. Solo la ricerca di capire cosa succede. Per il bene della pallacanestro biancorossa

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Tempo di lettura: circa 9 minuti
Il coach Alessandro Ramagli

A scanso di equivoci, questo è uno spazio libero che fin dall’inizio, con una semplice stretta di mano, ho personalmente sancito con Luca Cipriani. Una rubrica settimanale, peraltro molto letta, sulla quale non ho mai, e dico mai, fatto una correzione (se non per un eventuale refuso). Così è sempre stato e così è anche questa volta.

Non scrivo queste righe per prendere le distanze dall’articolo, non è questo il punto. Il punto è un altro: essendo quello che segue un “dialogo” con un unico interlocutore (un ossimoro, insomma), è cosa diversa da tutti gli altri interventi precedenti. E’ un pezzo costruito con una serie di punti retorici di domanda che Luca Cipriani pone a coach Ramagli. Lo sbocco inevitabile, insomma, sarebbe che diventasse un dialogo per davvero. Se il coach ne avesse voglia, a noi farebbe un gran piacere ospitare le sue opinioni.

Ciò detto, forza Pistoia, andiamo a vincere a Cantù. Che vincere da quelle parti sarebbe pure una doppia soddisfazione.

P.V.

 

PISTOIA – Piacerebbe anche a me vivere almeno un giorno nel mondo incantato di Alessandro Ramagli. Vi immaginate che bellezza? Poter istruire 12 cause diverse, vincerne 3 e perderne 9, di cui almeno una buttandola letteralmente via, e poi aver modo e maniera di incazzarmi col cliente – accusandolo di essere uno che mette alla gogna il proprio avvocato – quando questi abbozza una leggera perplessità sul lavoro del proprio legale. Che mondo, meraviglioso, coach, spiegami come ci si arriva perché voglio viverci anche io.

Il lungo curriculum

Ramagli, il coach di lunga esperienza. Si vede che in quelle oltre 600 panchine in serie A – lo abbiamo capito che hai un curriculum invidiabile, fidati, questo rammentarlo ogni tre respiri diventa stucchevole – è probabilmente mancato un corso su come gestire la suscettibilità. Tra l’altro, incidentalmente, all’ultimo cliente che, nonostante una mia difesa tecnica eccellente, è finito in galera, non è che gli sia cambiato molto quando gli ho detto che, prima di perdere la sua, avevo vinto tutte le cause degli ultimi venti anni. Non è un pensiero che lo abbia rasserenato troppo. Non so se mi spiego, coach.

Gogna e capri espiatori?

Ramagli, il suscettibile. Ti giuro, coach, ho dovuto riascoltare la registrazione della diretta Facebook almeno dieci volte perché non credevo ai miei orecchi. La gogna. La ricerca dei capri espiatori. Succede ovunque, hai detto, ma soprattutto in una piazza come questa. Ma veramente? Ma davvero stavi parlando di Pistoia? Della nostra tifoseria? Della comunicazione che esce dalla sala stampa? Un messaggio rafforzato dalla presenza di Bongi e Civinini e dai loro gesti di assenso.

Poca riconoscenza? C’est la vie

Del resto è vero, questo lo scrivo senza nessuna ironia, trattasi di tre grandi lavoratori. Il problema è che nel mondo reale – quello fuori dal PalaCarrara – capita quotidianamente a tutti di lavorare in contesti difficili, tra mille difficoltà, per obiettivi a volte talmente complicati da sembrare quasi irraggiungibili. Capita a tutti di lavorare per gente poco riconoscente, che magari ti paga poco e male per quello che vali. Capita anche però, mi sia concesso, di prendersi le proprie responsabilità. Capita quotidianamente a tutti, credetemi.

Non esiste una piazza pretenziosa

Perché il punto è quello, temo. A meno che non mi si voglia far credere che esiste nella piazza un problema sulla percezione della nostra realtà. Davvero, coach, pensi che questa piazza non abbia chiaro che non ci sono soldi e che faremo fatica a salvarci? Davvero lo pensi? Ma seriamente, se questa piazza fosse davvero pretenziosa, come avresti potuto lavorare in assoluta tranquillità nonostante le monumentali figure di melma – mi perdonerete il francesismo, ma il coach è uomo di scoglio cui piace parlare chiaro – che abbiamo collezionato dall’inizio di questa stagione? Davvero ti pare che quello del PalaCarrara sia un clima avvelenato?

A ognuno le proprie responsabilità

Troppo semplice, coach, così è troppo semplice. Sono balzato sulla sedia quando hai detto che se non la si smette con questo clima di caccia al colpevole probabilmente non ci si salva, mentre se si rema tutti nella stessa direzione puoi firmare col sangue che resteremo nella massima serie. Troppo semplice, coach, comunque vada per te sarà un successo. Sembri voler dire che, nella peggiore delle ipotesi, non sarà comunque colpa tua. Troppo semplice.

Del resto, agli amici bolognesi, al termine della sfida contro la Segafredo, hai rammentato che lo scorso anno, se solo Gentile non si fosse rotto per qualche settimana, sarebbero stati playoff sicuri per le V nere. Nessuno stupore, dunque, la linea è sempre quella. O no?

Le domande su DJ

Coach, tu provi a zittire i banalmente perplessi e lo fai senza una vera ragione. Tu fossi Mourinho, penserei che lo stai facendo per non parlare di altro. Hai a disposizione un ambiente confortevole ed accomodante, ma non ti basta. Cribbio, nessuno sta cercando colpevoli quando ci si domanda come sia possibile che DJ si prenda solo sei tiri in tutta la partita. Come sia possibile che segni solo nel terzo quarto, il più pagato del roster, la miseria di 8 punti di cui 4 sui liberi. Si può chiedere o no? Si può chiedere se è normale vederlo scaricare palla a Severini invece di prendersi le proprie responsabilità? Posso sapere se glielo hai suggerito tu? Tra l’altro, lo stiamo domandando a te, mica stiamo aspettando i giocatori sotto casa coi bastoni in mano!

Lo stiamo domandando a te, come mai DJ porta palla quando Della è in campo? Si può sapere o no? Eh beh, ma del resto DJ ha fatto cose egregie in fase di costruzione piuttosto che in fase realizzativa, questo il senso del tuo ragionamento. Tanto ci deve bastare, del resto oggi siamo salvi e che nessuno si azzardi a riproporre il tema altrimenti non ci salviamo. Deve essere quello il problema.

… quelle su KJ

Si può sapere o no se è normale che KJ giochi così? Davvero non esiste una questione play? E’ reato scriverlo? E’ un peccato mortale? Lo vede anche un cieco, anche senza 600 panchine alle spalle, che abbiamo un problema in regia. Nessuno pretende di ingaggiare Wanamaker, ciò non toglie che abbiamo un problema e che sta a te trovare qualche soluzione, se quella del mercato è esclusa. Si può scrivere o no? Il fatto che tu ci stia lavorando non è in discussione, ma non sposta la preoccupazione di tutti noi. Noi appassionati, noi che si resta al PalaCarrara comunque vada, mi capisci o no, coach?

… e sugli italiani

Si può sapere perché contro Bologna gli italiani non hanno sostanzialmente giocato, mentre contro Torino abbiamo visto un quintetto con 4 italiani e Gladness? Io non ci capisco nulla e sono sicuro che avrai avuto i tuoi buoni motivi, è lesa maestà farceli sapere?

Il 6+6 escluso e poi praticato

Ramagli, poi, ci ricorda che non ci sono soldi ed ha ragione da vendere. Non si possono cambiare i giocatori. Per un attimo mi torna in mente il buon Presidente che, una settimana prima dell’ingaggio di Gladness, aveva tassativamente escluso il 6+6. Lasciamo perdere, i soldi non ci sono per davvero e l’extrabudget è solo per casi di emergenza. Ramagli dice che oggi, per differenza canestri, siamo salvi e quindi va bene così, almeno per adesso.

Perché ingaggiare Di Pizzo?

Prima o poi, però, qualcuno dovrà spiegarci perché ingaggiare Di Pizzo, quando anche le mattonelle del PalaCarrara ci raccontavano che avrebbe fatto fatica a trovare mezzo minuto di impiego, per poi essere costretti a tornare sul mercato a cercare un lungo. E’ così grave chiedersi chi ha avvallato la scelta tecnica di tesserare Di Pizzo? Perché siccome soldi ce ne sono pochi davvero, sarebbe interessante capire chi ha deciso di buttarli letteralmente via per una scelta che ci ha costretto a tornare sul mercato – per dissanguarci – un mese e mezzo dopo l’inizio del campionato. Si può sapere o no? Posso avere una perplessità o no? Perché in effetti di basket ci capisco poco, per quello che ne so io magari è un talento inespresso solo per colpa delle tue scelte tecniche. Si può domandare o no?

La clausola di uscita

Coach, non ho mai letto il contratto di nessun giocatore, ma è stato il fiore della dirigenza a confermarci che, nell’accordo con DJ, c’è una clausola di uscita valida per entrambe le parti. E’ così fantasioso, dunque, domandarsi cosa sarebbe opportuno fare se si liberasse la casella dello Usa? E’ così destabilizzante? Via, non prenderci per i fondelli. Siamo toscani anche noi, ci piace l’ironia ma così è troppo!

E adesso vinciamo a Cantù

Ramagli il sarcastico, appunto, suggerisce il cinema per i polemici che non capiscono niente di basket. Caro Alessandro, lascia perdere. Se davvero hai firmato col sangue che ci possiamo salvare bisogna cominciare a vincere la prossima. Giochiamo a Cantù, non contro gli alieni. Una sfida difficile, ma oggettivamente alla portata, contro una squadra tecnicamente non eccelsa e scossa da mille problemi interni. Oppure dobbiamo scrivere che Cantù vale Milano, altrimenti si crea troppa pressione?

Hai 600 partite alle spalle, l’esperienza per non fallire non ti manca. Io ci credo e voglio vincere. Forza e coraggio.

Luca Cipriani

 

La fotogallery della partita contro Trento

 

Tutte le foto del servizio sono di Sara Bonelli


La Redazione

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