Ambiente  |  ottobre 6, 2016

Pastori esasperati dagli attacchi dei lupi

Dura presa di Coldiretti Toscana. Nel 2015 presentate 698 domande di risarcimento danni per un importo di un milione e 400mila euro; ma le risorse arrivano appena a 400mila. I limiti posti anche dagli indennizzi minimi. “Al di là dei risarcimenti per i danni subiti, che già arrivano in ritardo, difendiamo il diritto a fare impresa”. Il direttore di Coldiretti Pistoia: "Formaggi a latte crudo, frutti di bosco e altre attività tipiche della montagna sempre più penalizzate"

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PISTOIA – A poco più di due mesi dalla manifestazione di Coldiretti Toscana in Piazza del Duomo a Firenze, per denunciare i danni subiti dagli agricoltori della nostra regione da ungulati e predatori, i lupi continuano a colpire.  Ovunque. E una delle zone più danneggiate è proprio la provincia di Pistoia, in particolare il suo territorio montano: “I selvatici producono danni notevoli alle aziende agricole, ed in montagna in particolar modo – spiega Simone Ciampoli, direttore di Coldiretti Pistoia (nella foto sotto) -. Lupi e ungulati debbono essere ricondotti a numeri fisiologici altrimenti formaggi a latte crudo, frutti di bosco e altre attività tipiche della montagna saranno ulteriormente penalizzate”.

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Gli attacchi sono all’ordine del giorno ma le risposte sono inefficaci. “Lo scorso anno – dichiara Tulio Marcelli, presidente di Coldiretti Toscana – sono state presentate in regione 698 domande di risarcimento danni da predatori per un importo complessivo di circa 1.400.000 euro a fronte di risorse disponibili che arrivano appena a 400.000 euro. Risorse quindi largamente insufficienti”. E non è tutto: “Poi c’è la questione del regime di indennizzi de minimis, in base al quale ad ogni impresa agricola non possono essere corrisposte, nel corso di un triennio, somme superiori a 15.000 euro: si tratta di una cifra che in molti casi risulta del tutto insufficiente a risarcire il danno che le imprese subiscono per la distruzione del prodotto e per la perdita degli animali allevati”. Gli indennizzi sottolineano in casa Coldiretti non compensano una serie di danni strettamente connessi alla perdita di prodotto; l’indennizzo è calcolato sul prezzo del prodotto agricolo standard che non tiene conto né della qualità e specificità del prodotto, né del valore aggiunto che l’impresa avrebbe realizzato con la trasformazione e commercializzazione, né della perdita di clientela e di spazi di mercato.
“L’abbiamo ribadito anche al Presidente Rossi, peraltro già mostratosi sensibile rispetto alla problematica, durante la grande assemblea di Coldiretti al Mandela Forum di Firenze la settimana scorsa (due immagini del pubblico nelle foto sotto) – dice Antonio De Concilio, direttore di Coldiretti Toscana –: gli indennizzi sono utili per risarcire una parte dei danni ed occorre che arrivino nelle tasche degli allevatori in modo tempestivo, cosa che per adesso ancora non accade. Ma è innanzitutto necessario assicurare il diritto a fare impresa e diventa sempre più attuale il messaggio lanciato ad agosto in piazza Duomo: #riprendiamocilterritorio. E’ indispensabile che il percorso intrapreso dalla Regione continui in modo celere, perché chi esercita attività produttive e presidio di quei territori è ormai all’esasperazione”.

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La Redazione

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