La ricerca  |  dicembre 13, 2023

Un salto nel passato, quando il ghiaccio si faceva in modo naturale

E’ quello che è possibile fare percorrendo l’Itinerario dedicato dell’Ecomuseo della Montagna Pistoiese. A partire dalla visita alla Ghiacciaia della Madonnina a Le Piastre, la più importante testimonianza rimasta di una serie di altre strutture simili. La produzione del ghiaccio ha avuto un ruolo fondamentale nell’economia di alcune aree della Montagna Pistoiese fin dal Settecento. Lo si produceva sfruttando le rigide temperature dell’inverno e facendo congelare l’acqua all’interno di laghetti artificiali. La produzione industriale e la creazione dei frigoriferi decretarono la fine di questa attività

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Questo è il primo di una serie di articoli che l’Ecomuseo della Montagna Pistoiese ha preparato per la Voce della Montagna per illustrare i vari itinerari che lo contraddistinguono, i musei, le attività. Si inizia con l’Itinerario de ghiaccio

 

Chiunque percorra l’attuale strada statale 66 in direzione San Marcello Pistoiese, superando l’abitato di Le Piastre, non può che notare una strana struttura a forma tronco conica con tetto in paglia, la Ghiacciaia della Madonnina. Questa è la più importante testimonianza rimasta di una serie di ghiacciaie (ce n’erano oltre settanta) disseminate lungo la Valle del Reno fino a Pracchia.

La “Valle del freddo”

La produzione del ghiaccio naturale ha rivestito infatti un ruolo fondamentale nell’economia di alcune aree della Montagna Pistoiese fin dal Settecento. La Valle del Reno, nota anche come la “Valle del Freddo” per le sue caratteristiche microclimatiche peculiari, ha rappresentato da sempre il baricentro di questa attività, che in questa porzione dell’Appennino Settentrionale sviluppò caratteri unici. Il mestiere del ghiacciaiolo, a dispetto dell’immaginario collettivo, era svolto nei mesi invernali soprattutto da donne e bambini. Non c’è da stupirsi dal momento che gli uomini erano impegnati come carbonai in Maremma, Corsica e Sardegna per la produzione del carbone vegetale, altra attività di lavoro rappresentativa dell’Homo appenninicus nei secoli passati.

La produzione del ghiaccio

Il ghiaccio naturale veniva prodotto all’esterno, sfruttando le rigide temperature dell’inverno e facendo congelare l’acqua all’interno di laghetti artificiali. Questi ricevevano l’acqua direttamente dal fiume Reno attraverso un’articolata rete di canali (gore), chiuse (calle) e briglie.  Il ghiaccio veniva stoccato all’interno delle ghiacciaie, strutture a pianta circolare o rettangolare, che venivano utilizzate come magazzini per la conservazione del ghiaccio nell’attesa che venisse venduto.

La fine della produzione del ghiaccio

L’apertura della strada Ximeniana (attuale strada statale 66) nel Settecento da parte del Granduca di Toscana Pietro Leopoldo e della Ferrovia Porrettana (primo collegamento ferroviario transappenninico) nell’Ottocento permise al ghiaccio naturale della Valle del Reno di raggiungere le città della Toscana e dell’Emilia-Romagna e di spingersi fino a Roma. A decretare la fine di questa florida attività ci pensò il progresso tecnologico: prima l’avvento del ghiaccio artificiale, prodotto avvalendosi di sistemi industriali, e poi del frigorifero nel dopoguerra. Il ghiaccio da bene appannaggio di pochi divenne alla portata di chiunque; tutti potevano produrlo nelle proprie abitazioni e utilizzare il frigorifero per conservare gli alimenti e i medicinali. Attualmente, la produzione del ghiaccio naturale, oltre a non essere conveniente sul piano economico, non sarebbe possibile nemmeno su quello pratico. Il cambiamento climatico ha comportato un incremento delle temperature medie anche in aree montane, così che la fredda Valle del Reno è divenuta “meno fredda” da non consentire nemmeno da un punto vista climatico il prosieguo di questa attività.

La Ghiacciaia della Madonnina

Oggi la Ghiacciaia della Madonnina fa parte dell’Itinerario del Ghiaccio dell’Ecomuseo della Montagna Pistoiese, che custodisce e tramanda alle nuove generazioni e ai visitatori le testimonianze di questa attività proto-industriale, che fu tanto importante per l’Appennino Pistoiese. La visita parte a Le Piastre dove inizia il Sentiero della Ghiacciaia, un percorso di 9 km che collega Le Piastre a Pontepetri e che consente di raggiungere in tranquillità dopo un km di cammino la Ghiacciaia della Madonnina. La ghiacciaia è visitabile nel periodo estivo o su prenotazione con visite guidate a cura dell’Ecomuseo in cui è possibile ammirare l’interno della struttura ed assistere alla proiezione di filmati con fotografie d’epoca. Il sentiero è corredato da una cartellonistica bilingue (in italiano e in inglese) che illustra la produzione del ghiaccio naturale e lungo il quale è possibile ancora osservare i resti di antiche ghiacciaie e canali che si snodano lungo il corso del fiume Reno in un ambiente naturale di suggestiva bellezza.

Come contattare l’Ecomuseo

Per informazioni chiamare l’Ecomuseo al numero verde 800 974 102 oppure consultare il sito web www.ecomuseopt.it.


La Redazione

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