L'intervista  |  dicembre 27, 2023

“Il delicato equilibrio tra intervento umano e rispetto della natura”

L'opinione di Fabrizio Geri, autorevole esponente del mondo ambientalista pistoiese: “Il declino delle comunità montane richiede attenzione e impegni concreti”. Le possibili soluzioni? “Lavorare sul turismo lento per rivitalizzare le economie locali”. Divieti e regolamenti? “Senza eccessi sono utili per conservare le specificità di questi territori”. Il progetto della funivia Doganaccia-Corno alle Scale? “Un modello di sviluppo ormai superato”

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Sulle criticità legate alla gestione del territorio della montagna pistoiese e della montagna in genere, abbiamo raccolto l’opinione di Fabrizio Geri, un autorevole ambientalista pistoiese, Coportavoce provinciale di Europa Verde Pistoia, al quale sono state rivolte alcune fra le domande più comuni che la gente di montagna si pone da diversi anni, senza peraltro aver mai ottenuto alcuna risposta dalle istituzioni tutte.

 

Per millenni, l’uomo è stato parte attiva nella gestione dell’ambiente mentre oggi l’ambientalismo metropolitano tende a negare questa evidenza. Tuttavia la radicalizzazione non serve a nessuno, tanto meno alla cura ambientale che oggi come non mai ha bisogno dell’uomo e delle sue energie più nobili e consapevoli.

“L’ambientalismo contemporaneo, lontano dall’essere una negazione del legame millenario tra l’uomo e la natura, cerca tuttavia di evolverlo in risposta alle sfide ambientali attuali. Negli ultimi decenni abbiamo assistito a un aumento senza precedenti dell’impatto umano sull’ambiente naturale e all’utilizzo di pratiche francamente insostenibili. L’obiettivo è quello di riorientare l’intervento umano verso la sostenibilità, abbracciando un approccio che sia rispettoso della natura e che riconosca il valore intrinseco di ogni ecosistema. Questo non significa radicalizzazione, ma è piuttosto la ricerca di un equilibrio tra l’intervento umano e il rispetto e la conservazione della natura, un adattamento necessario ai cambiamenti climatici e ambientali che stiamo affrontando e che eventi meteo estremi come l’alluvione in Emilia-Romagna ci ricordano ogni giorno”.

Anche se da più di 50 anni nessun governo e nessun ente territoriale si è posto seriamente il problema dell’abbandono della montagna, il problema continua a esistere nell’indifferenza generale. Anche il mondo ambientalista pare non avere un progetto adeguato.

“Il declino delle comunità montane non è un problema trascurabile e richiede un’attenzione e un impegno concreti. Non sono d’accordo quando si dice che il mondo ambientalista non ha un progetto adeguato: rifacendomi al pensiero di un grande figlio della montagna – Alexander Langer – penso che si dovrebbe lavorare su un modello di sviluppo incentrato sul turismo lento, che si concentra sulla valorizzazione delle specificità locali, promuovendo un’esperienza turistica che sia in armonia con l’ambiente e le comunità residenti. Un turismo consapevole e rispettoso può rivitalizzare le economie locali, preservando al contempo la biodiversità e l’identità culturale delle aree montane, offrendo un’alternativa sostenibile alla cementificazione e alla commercializzazione eccessiva”.

I montanini ritengono che la loro montagna sia diventata il parco divertimenti dei cittadini e un museo delle cere per chi ci abita, a causa di divieti e di regolamenti repressivi che deprimono ogni energia propositiva. Qual è la sua opinione in proposito?

“Vede, questa domanda la manda in contraddizione: la montagna diventa un parco divertimenti quando è sfruttata e cementificata, non quando, attraverso divieti e regolamenti, si cerca di conservarne le specificità. Naturalmente alcuni regolamenti necessitano di una revisione, in particolare quello forestale, è impensabile non poter togliere senza incorrere in sanzioni amministrative un albero caduto nell’alveo di un fiume o torrente, oppure ricreare fosse di regimazione delle acque e muretti di contenimento. La preoccupazione dei residenti montani è legittima ma vedere i regolamenti come qualcosa di negativo, repressivo addirittura, non aiuta a rilanciare i nostri monti: un turismo eccessivo e non regolamentato è proprio ciò che può danneggiare gli ecosistemi fragili di cui stiamo parlando. È allora fondamentale trovare un equilibrio tra la salvaguardia dell’ambiente e il sostegno alle comunità locali. Ecco perché la promozione di un turismo lento può essere una soluzione, creando un’esperienza più autentica e rispettosa sia per i visitatori sia per i residenti”.

Sicuramente certe proposte di rilancio della nostra montagna sono per lo meno discutibili sul piano ambientale: pensiamo alla funivia Doganaccia-Corno alle Scale.

“Be’, il progetto della funivia Doganaccia-Corno alle Scale rappresenta un modello di sviluppo ormai superato: invece di investire in infrastrutture invasive, dovremmo orientarci verso progetti che rispettino l’integrità ecologica e la bellezza delle montagne, valorizzandone le risorse naturali e culturali. Un esempio potrebbe essere l’investimento in iniziative che promuovano l’agricoltura locale e la produzione sostenibile, il tutto all’interno di un contesto che rispetti l’ambiente e le tradizioni delle comunità montane. Questo approccio non solo proteggerebbe la biodiversità, ma potrebbe anche stimolare un nuovo tipo di crescita economica, basata sulla qualità e sull’autenticità, e che coinvolga attivamente le comunità locali nel processo di sviluppo”.


Maurizio Ferrari

Maurizio Ferrari, sambucano di origine, ha insegnato Lettere per 38 anni nelle Scuole superiori pistoiesi. Ora è imprenditore agricolo e si sta impegnando nella promozione e nel rilancio del territorio appenninico come Presidente dell'Associazione "Amo la montagna APS" che si è costituita nel 2013 e che ha sede a Castello di Cireglio.Ha collaborato per 25 anni alla rivista "Vita in Campagna", del gruppo "Informatore Agrario". Recentemente ha pubblicato alcune raccolte di racconti ispirati alla vita quotidiana di Sambuca, dal titolo :"Dieci racconti sambucani"; "La mia Sambuga" e "Cuori d'ommeni e di animali", nonché una favola per bambini, "La magìa della valle dimenticata" illustrata dagli alunni della scuola elementare "P.Petrocchi " di CIreglio (Pistoia)