ABETONE CUTIGLIANO – “Il Comitato SP20 e tutti gli abitanti della Val Sestaione esprimono la loro forte preoccupazione sui tempi di riapertura del ponte dei Mandrini. Come già evidenziato in diverse occasioni e con diverse modalità la chiusura del ponte ha creato e sta creando molteplici danni economici e d’immagine per la montagna!” Sono le prime righe di una lettera che lo stesso comitato Strada Provinciale 20 ha inviato oggi, penultimo giorno dell’anno al presidente della Provincia di Pistoia, Luca Marmo (che è anche sindaco di San Marcello Piteglio) e per conoscenza al Prefetto di Pistoia, per riaffermare la necessità di un intervento sollecito, atteso da tanto tempo ma ancora non effettuato. I firmatari puntano l’accento in particolare sulla preoccupazione relativa “all’inefficienza dei soccorsi; questo tra l’altro era già emerso nella riunione di fine Agosto 2019 svoltasi nella sala consiliare a Cutigliano, quando una cittadina riferiva che, dopo la sua chiamata al 118, l’ambulanza interveniva di fatto presso la sua abitazione dopo ben 45 minuti. Questo evidente disservizio avveniva in estate in condizioni atmosferiche ottimali. Le ricordiamo che i soccorsi di natura sanitaria nella Val Sestaione provengono dall’Abetone e il tragitto più corto è quello che passa dal ponte dei Mandrini e la sua chiusura lo allunga di circa 20 minuti – scrive ancora il Comitato -. Non osiamo pensare cosa accadrebbe nel caso in cui la SS12 fosse bloccata oppure ricoperta da neve e ghiaccio come è solito nei periodi invernali”. C’è poi il problema più generale della sua strategicità “di collegamento e di alternativa alla SS12. A titolo esemplificativo tutti ricordiamo il periodo di interruzione della viabilità di un tratto della SS12 nei pressi di Pian dei Sisi dal 20 Febbraio al 18 Marzo 2018 con conseguente deviazione del traffico sulla SP20”.
Tutti motivi che destano grande preoccupazione. Per questo il Comitato chiede “una data certa dell’inizio dei lavori e della riapertura del ponte dei Mandrini. Presidente le chiediamo una data certa, perché le sue molteplici promesse di riapertura si protraggono ormai da giugno e a questo punto riteniamo siano doverose da parte delle istituzioni risposte serie, nel rispetto di una popolazione, quella montana, già penalizzata”. In attesa del ripristino delle condizioni di normalità si chiede “che venga garantita la viabilità anche per tutto il periodo dei lavori, ma se ciò non fosse possibile chiediamo venga istituita l’apertura della strada durante i fine settimana, considerato l’aumento di affluenza nella nostra montagna”.
