La mente sui monti  |  luglio 28, 2019

Dire NO ai pensieri fissi

Cos'è il Disturbo Ossessivo Compulsivo. Quali sono le ossessioni più comuni, da cosa derivano le compulsioni. Gli effetti causati da questa patologia. Come depotenziare la “fissazione” con tecniche di respirazione e consapevolezza corporea. L'importanza di porsi obiettivi moderati e rispettosi come un bel percorso escursionistico in montagna

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“E’ un chiodo fisso”. La tradizione racconta che sia stata scelta tale espressione per indicare l’avere una fissazione, alla luce della sensazione indelebile del chiodo sul legno che, seppur tolto con forza, lascia il segno.

I pensieri fissi sono ripetitivi, fastidiosi, logoranti.

Il Disturbo Ossessivo Compulsivo

Secondo L’American Psychological Association (APA), Il Disturbo Ossessivo Compulsivo (DOC) è caratterizzato da ricorrenti ossessioni o compulsioni che fanno consumare tempo o causano disagio significativo o compromissione del funzionamento lavorativo, interpersonale o scolastico.

Le ossessioni

Le ossessioni sono definite come pensieri, impulsi o immagini persistenti che sfuggono al controllo della persona e procurano ansia. Tra le ossessioni più comuni si include il timore della contaminazione, la paura di ferire o di essere feriti dagli altri, immagini disturbanti rispetto alla propria sessualità o aggressività o sospettosità.

Le compulsioni

Le compulsioni invece sono comportamenti ripetitivi o azioni mentali che la persona sente di dover mettere in atto in risposta ad una ossessione e in maniera rigida. Finalizzate a ridurre il disagio delle ossessioni possiamo annoverare la pulizia, il contare, l’accumulo e il controllo. Conditio sine qua non del DOC è il tempo speso nel logorio mentale oppure negli atti compulsivi che, per essere considerati degni di attenzione clinica, devono richiedere più di un’ora al giorno. Una parentesi non così estesa, se per un attimo pensiamo al tempo dedicato a controllare il numero di “Mi piace” ricevuti per l’ultima foto su Facebook, i commenti alla storia su Instragram o gli accessi dell’ex su WhatsApp.

Gli effetti del pensiero ossessivo

Senza scivolare nel “clinicamente significativo”, i pensieri ossessivi o l’”overthinking” inglese, toglie energia e fa male, come pure rimuginare sui perché di ciò che ci accade. Un’interminabile sfilata di ipotesi e fini sospetti balenano nella nostra mente, insinuandosi come echi roboanti nei suoi cunicoli più bui. Quando un pensiero ci tormenta rischiamo di rivestirlo di sfarzosi addobbi rendendolo sempre più appariscente e quindi potente.

Come opporsi

Al contrario, opporgli resistenza, sforzandoci di non pensarci, non fa altro che creare ulteriore fatica. Cosa possiamo fare quindi? Innanzitutto lasciarlo fluire, così com’è, assecondarlo, senza giudizio. Cosa racconta di noi? Cosa attiva nel nostro corpo dimenticato? Quanta fatica spendiamo per inseguirlo? Attivare poi la creatività per dargli altre forme.

Come depotenziare la “fissazione”

Stimolare la fantasia su percorsi alternativi come pure canalizzarla in immagini, magari disegnate nero su bianco, aiuta a depotenziare una “fissazione”. Tecniche di respirazione e consapevolezza corporea rimangono il metodo elettivo per non rimanere imbrigliati nei tortuosi sentieri della mente.

Gli obiettivi possibili

Porsi obiettivi moderati e rispettosi come un bel percorso escursionistico in montagna, accompagnato da un respiro consapevole, aiuta a incanalare energie mentali in una “scalata” fisica ed emotiva gratificante e facilmente raggiungibile.
“Mi sentivo così piccolo di fronte a quell’immensità”. E’ proprio così: la montagna riesce a riequilibrare la portata dei nostri pensieri e quindi dei nostri problemi.
“Come venti e tramonti le cose selvaggio furono prese per garantite fino a che il progresso non iniziò a fare a meno di esse” racconta Aldo Leopold, pioniere dell’ambientalismo.

Appassioniamoci del nostro presente e lasciamo che sia solamente Lui a guidare il nostro pensiero.


Rachele Cresci

Psicologa Psicoterapeuta ad orientamento umanistico e bioenergetico. Esperta in tecniche di rilassamento, training autogeno, meditazione e bioenergetica, gestione di ansia e stress. Esercita da diversi anni a Pistoia offrendo uno spazio di ascolto e benessere. [email protected] 3490832515 Viale Adua 49 Pistoia www.rachelecrescipsicologapistoia.it