Pistoia, La ricerca  |  novembre 5, 2018

UN PAESE ALLA VOLTA / Pupigliana, un piccolo modello da imitare

Come tutti i borghi montani ha subito una forte emorragia demografia. Ma ha mantenuto una sua vivacità. La nascita dell'associazione Amici di Pupigliana, il rilancio del circolo ribattezzato il “Metato”, i venti anni della rivista che porta lo stesso nome. L'importanza delle sculture di Dorando Baldi, un pupiglianese di nascita, rimasto legatissimo al suo paese. La valle del Brandeglio e una storia piena di cantastorie, scultori, poeti e letterati

di

Tempo di lettura: circa 6 minuti
Il laboratorio di Baldi a Pupigliana

PUPIGLIANA (PISTOIA) – Per molti aspetti la storia di Pupigliana, un piccolo centro posto nella Valle del Brandeglio, è la storia di tanti altri paesi della nostra Montagna. Prima degli anni ’50 del secolo scorso il borgo era popolato da diversi abitanti che vivevano di agricoltura, allevamento e piccolo artigianato, poi, dopo quella data, sono iniziati l’emigrazione e il progressivo abbandono, colpevolmente ignorati da politici e amministratori dell’epoca.

Basti pensare che nel 1911 il paese di Pupigliana, compresi i gruppi di case di Terrarossa, La Paladia e Torbeglia, contava 323 anime, mentre attualmente non arrivano a 70. La conseguenza dell’emorragia demografica è stato un penoso abbandono del territorio, tanto che i campi e i boschi coltivati di un tempo si sono trasformati in sterpaglie e casciai, senza che gli enti pubblici si siano mai fatti carico di frenare il collasso di queste terre marginali.

UN PAESE E IL SUO STORICO ORATORIO

Visto da lontano il paese è disteso su un piccolo altipiano e le case sembrano seminate intorno all’antico Oratorio di Santa Maria dell’Umiltà, su una cui pietra sono incise due date, il 1091 e il 1717; la prima ne testimonia la data di nascita e la seconda quella di ristrutturazione. Alle spalle il borgo è protetto e custodito da un semicerchio montuoso e, sotto il paese, declinano dolcemente i campi coltivati a olivo.

Tre sono le principali feste: il 17 Luglio, dedicata alla Madonna dell’Umiltà, il 6 Agosto in cui si festeggia il patrono San Felicissimo e il 6 Dicembre, festa di San Niccolò. Sono tutte ricorrenze antiche, che ancor oggi aggregano la scarsa popolazione residente.

Il “METATO”, UN CIRCOLO RICREATIVO GESTITO DA VOLONTARI

Il Circolo di Pupigliana negli anni ’60 (in alto) e in  tempi recenti (immagine tratta dal libro “Pupigliana – Vitry sur Seine” e ritorno di Guldo Bargiacchi)

La volontà ostinata di non lasciare il paese all’incuria e all’abbandono si è concretizzata nel 1997 nella costituzione di un’Associazione, denominata Amici di Pupigliana e della Valle del Brandeglio, che si è posta l’obiettivo di rivitalizzare il paese e di restituire all’uso pubblico il Circolo ricreativo, inaugurato nel 1963, che in origine ospitava anche un negozio di generi alimentari, un bar e una sala TV. Il recupero di questo vecchio edificio ha avuto inizio nel 2003 ed è terminato nel 2005. L’inaugurazione del Metato (questo è il nuovo nome del Circolo di Pupigliana) è avvenuta il 24 Settembre dello stesso anno.

Attualmente il locale è adibito ad incontri culturali, ospita una piccola biblioteca, è luogo di aggregazione paesana ma è anche pizzeria, aperta ogni fine settimana, nella quale sono impegnati una quindicina di volontari e i cui proventi sono usati per la riqualificazione e il decoro del paese stesso.

LA RIVISTA ALTRE PUBBLICAZIONI

Ma Il Metato è anche il nome di una rivista trimestrale, di cui è presidente Calogero Armato, curata dalla medesima Associazione e che ormai da 20 anni (il Numero 0 risale al Dicembre 1997) si occupa di Storia, di personaggi e di eventi che hanno avuto ed hanno un legame stretto con La Valle del Serpente, come viene anche chiamata la Valle del Vincio di Brandeglio. Ma ciò che più colpisce di questa rivista e di coloro che vi collaborano è che essa riesce a editare altre pubblicazioni pregevoli, alcune a sfondo storico, come quella recentemente dedicata ad Anton Francesco Menchi-Storiaio della Valle del Brandeglio ed altre in cui si tratta di aspetti della vita del paese e del territorio circostante , raccolti nei Quaderni del Metato.

A questo proposito è particolarmente importante il Quaderno n° 1, del Luglio 2014, che illustra le fragilità geologiche della Valle del Vincio di Brandeglio, con foto che documentano puntualmente le frane e l’abbandono in cui versa l’alveo del Vincio.

E’ anche questo il compito di chi ama davvero i propri borghi natii, cioè “saper controllare i cambiamenti che avvengono nel territorio e sollecitare gli amministratori pubblici perché mettano in atto vere politiche di salvaguardia”, come afferma Dorando Baldi nella prefazione al volume.

Di fronte all’impegno degli abitanti di Pupigliana tanto di cappello; riguardo invece all’attenzione delle pubbliche amministrazioni sulle nostre aree marginali, ci sarebbe molto da obiettare.

DORANDO BALDI, LO SCULTORE DI PUPIGLIANA

 thumbnail of La madonna del latte e San Bernardo di Chiaravalle

Alcune sculture di Baldi e la locandina di una sua mostra a Piteglio

Aggirandosi per le stradette del paese si trovano, qua e là, sculture di particolare interesse, come un Monumento ai Caduti, una Panchina che reca le immagini di una testa di serpente con due bocche e il viso di un donna montanina coi capelli al vento, e poco più in là , sopra la fontana, un bel volto femminile. Sono tutte opere di Dorando Baldi, un pupiglianese di nascita rimasto legatissimo alla sua valle, alle cui tradizioni ha dedicato il dono della pittura e soprattutto della scultura, doti che ha coltivato fin da giovane.

Oggi lo potremmo definire un po’ Mentore e un po’ Anfitrione della Valle del Brandeglio, ma soprattutto uno che, oltre a testimoniare con l’arte e con gli scritti, sa anche rimboccarsi le maniche e dedicarsi a lavori che possano rendere il proprio borgo più decoroso e gradevole. Nel suo piccolo laboratorio, poi, Dorando mi mostra le creazioni finite e da finire; sono serie di sculture, come quelle dedicate a Contadine, Fate e Streghe, o opere singole, come la Beatrice di Pian degli Ontani e il Cristo dei Carbonai, oppure ancora bozze di volti di personaggi famosi del nostro tempo, come lo scrittore Mauro Corona o l’attore Roberto Benigni.

Insomma, opere legate alle tradizioni storico-culturali della nostra montagna, ma anche “escursioni” contemporanee sempre dedicate a cantori delle aree marginali e della cultura popolare non omologata.

UNA VALLE DI ARTISTI E DI POETI

La Valle del Brandeglio

La storia di questa valle è piena di cantastorie, scultori, poeti, letterati e il seme culturale che ci hanno lasciato sopravvive ancora nel prezioso ricordo di chi ne porta ancora avanti il messaggio e in questo senso si può ben dire che Pupigliana è un paesino ancora vivo non tanto perché in questi ultimi anni sia cresciuto nel numero degli abitanti, quanto per la forte testimonianza che trasmettono i pochi rimasti e per la loro voglia di stare abbarbicati alla Valle del Brandeglio nonostante tutto.

E’ un chiaro esempio di resilienza attiva che però non si limita alla affermazione folkloristica delle tradizioni, ma che denuncia e si batte affinché il territorio non venga abbandonato da uomini e istituzioni, come sta avvenendo nella stragrande maggioranza delle aree marginali del nostro Bel Paese. Insomma, è proprio il caso di dire che questo minuscolo borgo è un esempio da additare e da imitare.


Maurizio Ferrari

Maurizio Ferrari, sambucano di origine, ha insegnato Lettere per 38 anni nelle Scuole superiori pistoiesi. Ora è imprenditore agricolo e si sta impegnando nella promozione e nel rilancio del territorio appenninico come Presidente dell'Associazione "Amo la montagna APS" che si è costituita nel 2013 e che ha sede a Castello di Cireglio.Ha collaborato per 25 anni alla rivista "Vita in Campagna", del gruppo "Informatore Agrario". Recentemente ha pubblicato alcune raccolte di racconti ispirati alla vita quotidiana di Sambuca, dal titolo :"Dieci racconti sambucani"; "La mia Sambuga" e "Cuori d'ommeni e di animali", nonché una favola per bambini, "La magìa della valle dimenticata" illustrata dagli alunni della scuola elementare "P.Petrocchi " di CIreglio (Pistoia)