La mente sui monti, Ambiente  |  giugno 5, 2018

Tre trucchi per gestire l’ansia con l’aiuto della montagna

Piccoli consigli, che non sostituiscono un percorso psicoterapeutico, per provare a sbarazzarsi di sensazioni sgradevoli e riacquistare lucidità: ammirare i panorami montani, respirare profondamente, camminare fra gli alberi

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Le varie facce dell’ansia

Batticuore, fiato corto, senso di smarrimento, costrizione al petto: sono alcune delle variegate sfaccettature dell’ansia e del suo più vigoroso alleato, l’attacco di panico. Sensazioni che spesso rapiscono la persona a tal punto da renderle faticoso svolgere le normali attività quotidiane.
In questo la montagna, con i suoi panorami, può rappresentare un antidoto efficace.
Mi piaceva pertanto condividere qualche trucco facile e immediato per provare a sbarazzarsi di sensazioni sgradevoli e riacquistare lucidità. Ci tengo a precisare che si tratta di piccoli spunti che non si sostituiscono ad un percorso psicoterapeutico, necessario nel caso in cui ansia e panico diventino sequestranti e compromettano il proprio funzionamento relazionale e lavorativo.

Ammira i panorami attorno a te

Quando siamo in preda all’ansia ciò che ci accade appare confuso, la testa gira oppure è frastornata e spesso, per “sconfiggere” questo brutto mostro, ci aggrappiamo a qualsiasi stimolo si presenti davanti ai nostri occhi. L’ansia è famelica e richiama cibo, sensazioni, attività, oggetti da comprare, tutto ad un ritmo accelerato come se il nostro orologio interiore ci dicesse “Sbrigati!”.
In realtà, appare produttivo e alla portata di tutti, fermarsi e osservare ciò che ci circonda, soprattutto se abbiamo la possibilità di godere di un bel paesaggio.
Ammirare ogni piccolo particolare del proprio presente rappresenta un esercizio di concentrazione ed un ottimo diversivo. Colori, luci, ombre, animali, osservare il vento invisibile che, come per magia, muove la natura attorno a noi, ci mostra in maniera pulita come “tutto passa”, sempre, inevitabilmente, comprese le sensazioni. Come direbbe Eraclito, “Nello stesso fiume non è possibile entrare due volte”.

Chiudi gli occhi e respira

Il nostro modo di respirare segnala lo stato di armonia e vitalità del nostro corpo. “Essere pieni di vita significa respirare profondamente, muoversi liberamente e sentire con intensità” chiarisce A. Lowen, padre della bioenergetica.

Quando siamo in ansia, il respiro si fa più corto, affannato, come se avesse fame d’aria ma troppo preso dal tentativo disperato di riempirsi per scendere in profondità. Proprio per tale motivo, soprattutto quando ci troviamo nella natura dove l’aria è pulita e ricca di ossigeno buono può essere risolutivo dedicare qualche minuto ad una corretta respirazione.

“Trova una posizione comoda, magari con la schiena adagiata sul bel tronco di un albero, chiudi gli occhi e inizia a respirare, inspirando dal naso ed espirando attraverso la bocca, cercando di riempire pienamente i polmoni, senza forzare il torace ma facendo scendere il respiro fino a smuovere il diaframma e lasciare pertanto gonfiare e sgonfiare lentamente la pancia, come se fosse un palloncino”.

La respirazione profonda ha la capacità di regolare il sistema nervoso parasimpatico, stimolando una condizione di relax e liberando il nostro corpo da tossine e pesantezze in eccesso.

Zaino in spalla e cammina

A proposito di pesantezze… dedicare qualche ora della nostra giornata ad una bella camminata tra gli alberi è una scelta di benessere. Significa dare valore al corpo, alla nostra persona, all’essere piuttosto che all’avere. Camminare ripristina una respirazione piena, scarica tensioni, libera la mente e apre all’ascolto del proprio corpo. Come dimostrano sempre più studi, fare attività fisica all’aperto, oltre a “costare” meno fatica, migliora il tono dell’umore. La possibilità di godersi spazi aperti, incontaminati e “poveri di stimoli” aumenta la percezione della piacevolezza e stimola sensazioni di pienezza e di pace.

Senza contare l’impatto che questo ha sulla percezione del proprio corpo, sul piacersi e sentirsi comodi nei propri confini corporei.

Lo zaino non a caso, in quanto, una volta “mollato a terra” all’arrivo, facilita una sensazione di liberazione e leggerezza. Inoltre, se osate sbizzarrirvi con un pizzico di creatività, può essere molto gratificante individuare e scrivere su un foglio (magari in carta riciclata) “la pesantezza che volete abbandonare”, caricarla nel vostro zaino e a fine percorso lasciarla volare via.

Se riuscissimo ad arricchire le nostre giornate di piccoli ma coraggiosi gesti, proprio come questo, i nostri passi sarebbero più leggeri, consapevoli e sicuri.

Questo è il rumore del silenzio che la montagna offre senza paragoni e soprattutto senza biglietto d’ingresso.


Rachele Cresci

Psicologa Psicoterapeuta ad orientamento umanistico e bioenergetico. Esperta in tecniche di rilassamento, training autogeno, meditazione e bioenergetica, gestione di ansia e stress. Esercita da diversi anni a Pistoia offrendo uno spazio di ascolto e benessere. [email protected] 3490832515 Viale Adua 49 Pistoia www.rachelecrescipsicologapistoia.it