Pistoia, L'arte artigiana  |  marzo 17, 2018

L’omaggio di “Naturat” a Maurizio Pini, un vero “cacciatore di immagini”

Ampia recensione di Federico Pagliai sulla rivista della Giorgio Tesi Editore. Lo scrittore della montagna parla del fotografo amante della montagna e suo assiduo frequentatore. I suoi scatti? "A volte sono crinali e pendii, altre sono boschi di castagno e borghi antichi, oppure genti. Non c’è immagine che non regali un sentimento. E poesia". La FOTOGALLERY

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PISTOIA – Dopo il successo della mostra “Spirito della Montagna” del gennaio scorso al Circolo Casa della Musica di Piteglio, Maurizio Pini, è il protagonista di un ampio servizio sulla rivista della Giorgio Tesi editore, “Naturart”, a firma dello scrittore Federico Pagliai. Un articolo dedicato al “cacciatore di immagini” corredato da molti suggestivi scatti che di quella mostra facevano parte. “Da tempo, un uomo si aggira per i crinali tosco emiliani e per le vie dei piccoli paesi che vi stanno aggrappati. Ha un passo tutto suo, tante soste e camminamenti mai troppo veloci. Chi l’ ha visto, ha subito pensato fosse un cacciatore solitario, uno di quelli che, della caccia, apprezzano soprattutto il momento dell’ attesa e il gusto della predazione. Bisogna arrivargli vicino per capire che si tratta davvero di un cacciatore. Di immagini, però”. Comincia così l’articolo di Pagliai, che considera le foto di Maurizio Pini “salvamento. Lo sono nei confronti delle piccole comunità appenniniche, sempre più erose dal miraggio della modernità che Maurizio, nel suo riprodurre in bianco e nero, sembra rifiutare”.

Cosa rende particolari le immagini di Maurizio? “Il sentimento – è la risposta di Pagliai -. E’ l’amore, tutto ritmato da pause e momenti tesi a trascorrere del tempo per cercare il dettaglio, che fa della sua fotografia un mosaico di sensazioni che arrivano, eccome se ci arrivano, al cuore di chi le osserva”. Immagini legate da un filo comune ma con diversi protagonisti. “A volte sono crinali e pendii, altre sono boschi di castagno e borghi antichi, oppure genti. Non c’è immagine che non regali un sentimento: appartenenza, identità, fierezza, libertà, spiritualità, magnificenza, fragilità, comunanza, resistenza, fatica, nostalgia costruttiva. E poesia. In un mondo sempre più cinico e fin troppo ‘spiegato’ serve un po’ di poesia – continua Pagliai -. E in quelle foto ce n’è. I sentimenti ci sono tutti. Ma, soprattutto, c’è impressa la vita degli Appennini”.

Le immagini del servizio

(cliccare sulle foto per ingrandirle)

  

 

 

  

 

 

Tutte le immagini sono di Maurizio Pini

 


La Redazione

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