Una Montagna di Parole, Economia  |  febbraio 1, 2018

Come cambia il significato delle parole: gli esempi di economia, mercato, consumatore

Economia era sinonimo di amministrazione dei beni familiari: una gestione virtuosa della ricchezza per il benessere materiale e morale della famiglia. Il mercato da luogo fisico a virtuale: un processo nel quale venditori e compratori di beni interagiscono. Così siamo diventati tutti “consumatori”, condannati a divorare e ingoiare beni di ogni genere

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Oggi è tutto un parlare di “economia”: la vita degli individui, delle nazioni, dei popoli è impostata su questo parametro. Così si considerano riferimenti indiscutibili il PIL, lo SPREAD e altri indicatori di tal genere, come se il benessere delle persone dipendesse solo dalle leggi del “mercato”e tutti noi ci riconoscessimo unicamente nella categoria dei “consumatori”. Ma , per inciso, perché il PIL non contempla fattori come l’armonia sociale, la vivibilità, la salubrità e l’ecosostenibilità in una nazione?

L’origine di economia

Quanto sia forzata una logica così fatta lo dimostra anche l’evoluzione delle stesse parole “economia”,”mercato” e “consumatore” che originariamente avevano significati ben più umani. Intanto “economia” è una parola greca, da ôikos, “casa”, e nomìa,” regolamentazione” e all’inizio indicava prevalentemente l’amministrazione dei beni familiari, come testimonia un’opera di Senofonte, scrittore greco del V-IV secolo a.C., intitolata “Economico”.

Qui si parla dell’amministrazione della casa, della buona gestione del patrimonio, del rapporto tra i vari membri della famiglia e dei valori su cui essa doveva basarsi, tra i quali dominavano la virtù e la moderazione, ma vi si contrapponeva anche “il vero utile” al “vantaggio apparente”. Insomma, una gestione virtuosa della ricchezza, volta al benessere materiale ma soprattutto morale della famiglia.

Solo a partire dal XVIII secolo si è sviluppata la scienza dell’economia politica e da lì questo termine ha acquisito più decisamente il significato tecnico di “insieme di attività relative alla produzione di ricchezza e alla distribuzione dei redditi in una società”.

Il mercato

Qualcosa di analogo è accaduto nella storia della parola “mercato” (dal latino mercatus) che all’inizio significava il “luogo fisico in cui i venditori si riunivano per esporre la propria merce” e nell’era moderna ha assunto il valore più virtuale di “processo e meccanismo sociale in cui venditori e compratori di beni interagiscono”.

L’esercito dei consumatori

Di questa spietata logica economica oggi siamo tutti vittime predestinate e abbiamo trovato un termine che più orribile non si poteva inventare per definirci: siamo diventati tutti “consumatori”, cioè gente che è condannata a divorare e ingoiare beni di ogni genere, tanto che il detto cartesiano “penso, dunque sono “oggi potrebbe trasformarsi in “consumo, dunque esisto”.

Ma non sarebbe stato meglio autodefinirci “clienti” o “fruitori” ? Anche per un sussulto di dignità? Non siamo mica polli allevati in batteria!


Maurizio Ferrari

Maurizio Ferrari, sambucano di origine, ha insegnato Lettere per 38 anni nelle Scuole superiori pistoiesi. Ora è imprenditore agricolo e si sta impegnando nella promozione e nel rilancio del territorio appenninico come Presidente dell'Associazione "Amo la montagna APS" che si è costituita nel 2013 e che ha sede a Castello di Cireglio.Ha collaborato per 25 anni alla rivista "Vita in Campagna", del gruppo "Informatore Agrario". Recentemente ha pubblicato alcune raccolte di racconti ispirati alla vita quotidiana di Sambuca, dal titolo :"Dieci racconti sambucani"; "La mia Sambuga" e "Cuori d'ommeni e di animali", nonché una favola per bambini, "La magìa della valle dimenticata" illustrata dagli alunni della scuola elementare "P.Petrocchi " di CIreglio (Pistoia)