Nuovi progetti  |  novembre 30, 2016

Tempo scaduto, serve un vero progetto di rilancio per la Montagna

Alcuni interventi di lettori a margine del convegno di sabato 26 a Cutigliano, organizzato dalla Voce della Montagna. ENRICO BUONINCONTRO: “Bene la social valley e i finanziamenti alla neve. Ma bisogna puntare sulla qualità dei servizi”. STEFANO BIZZARRI: “Serve una comunicazione efficace per attrarre nuovo turismo”. LUIGI BACCOLINI (Agesci): “Bisogna captare anche un turismo più povero”

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Il dibattito a Cutigliano, sabato 26 novembre

I tre interventi che pubblichiamo di seguito sono altrettante contributi giunti alla Voce della Montagna nei giorni precedenti l’incontro pubblico di sabato 26 novembre a Cutigliano, organizzato dalla nostra rivista web, dal titolo “Quale idea di Montagna? Proposte e progetti, imprenditori e istituzioni a confronto”. Tre riflessioni che hanno ancor di più un loro peso specifico all’indomani dell’evento ai Palazzo dei Capitani. E’ proprio il caso di dire che il dibattito è appena iniziato. 

 

Bene la Social Valley e i finanziamenti per la neve

 

di Enrico Buonincontro

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Da cittadino della montagna dico che il tempo è abbondantemente scaduto, serve un progetto vero di rilancio della montagna e credo che l’idea di Vincenzo Manes sia un’ottima base sulla quale avviare un confronto concreto e non sterile. Non possiamo continuare a rimanere indietro, mentre sull’altro versante dell’Appennino, pur tra mille difficoltà, si va incontro al futuro.

I finanziamenti promessi dal Governo e dalla Regione per il turismo invernale sono un’ottima notizia, e il mio sindaco, Giampiero Danti, ha in tutto questo un grandissimo merito. Tuttavia i turisti di Inghilterra, Olanda, Belgio e, aggiungo io, i cittadini americani presenti a Firenze e in Toscana, aspettano da anni che qualcuno li vada a prendere, indipendentemente dalla neve e dagli impianti di risalita. Bisogna, però, lavorare seriamente e puntare sulla qualità dei servizi offerti. Ognuno deve dare il suo contributo, lasciando da parte quegli egoismi che hanno fatto così male alla nostra montagna. Questa è la grande occasione per farlo. Il tempo è scaduto.

 

 

Capire le dinamiche del comunicare per “parlare” con i nuovi turisti

di Stefano Bizzarri

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Vivo sulla montagna, con alcune pause, da 30 anni. Per motivi lavorativi mi sposto più o meno tutte le mattine a Pistoia, dove insieme ad altre 25 persone ho una digital agency che si occupa di comunicazione, creazione di siti e produzione di contenuti visuali. All’interno dell’azienda mi occupo di quest’ultimi.

Tre anni fa ho pensato che fosse arrivato il momento di fare qualcosa per “la montagna”, intesa come zona e non guardando a confini politici che fin troppo sono stati ostacolo in questi anni; così ho pensato ad un prodotto comunicativo che potesse fare giustizia un po’ a tutti: una serie di video che potessero descrivere l’alternanza delle stagioni sulla nostra montagna, mettendo in risalto le attività e gli scenari nelle varie stagioni. Partendo da questo prodotto ho provato a declinarlo in una più ampia strategia di comunicazione (che lungi da me definirla completa), che potesse colpire un target di persone tra 30 e 45 anni ed avere una visione a lunga gittata e non vista solamente come un palliativo temporaneo.

Ho parlato con quasi tutte le amministrazioni (con alcune non ho avuto il piacere), ed erano tutte più o meno d’accordo che il prodotto potesse avere un valore; purtroppo alle parole non hanno fatto seguito i fatti. Non sono qui a dire che il mio progetto fosse meglio di altri, sono qui a dire che non è stato prodotto niente di rilevante per invertire la tendenza, forse per la scarsità di mezzi economici.

A mio avviso, vista la velocità e la complessità attuale del mondo della comunicazione è impossibile credere di poter gestire internamente ad un comune una comunicazione efficace che possa portare di nuovo il turismo in montagna; non lo dico io, osservo con gli occhi il mondo; restare “immobili” o non comunicare all’unisono significa semplicemente “non esistere”.

Questo è solo una parte del mio pensiero sulla situazione della montagna, quello che mi sento di dire a tutti è di guardarvi intorno e capire le nuove dinamiche del comunicare per poter “parlare” con i nuovi turisti, cercando di formarli e responsabilizzandoli al rispetto verso il verde, senza comunque snaturare quella che è la nostra montagna.

 

 

La Montagna può attrarre un turismo “verde” e “povero”

di Luigi Baccolini  – Agesci (Zona di Pistoia), Comitato “La Spianessa”

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La base Agesci “La Spianessa”

C’è un turismo verde, apparentemente povero, che è già presente sulla Montagna Pistoiese ma che potrebbe essere ulteriormente sviluppato. Parliamo di realtà come “La Spianessa”, Base Scout ben conosciuta nel centro-nord Italia che attrae circa 4.000 presenze annue. E non è la sola anche se forse la più vitale. E’ un turismo povero perché i gruppi di giovani che lo praticano, soggiornano (da due a sette giorni) in strutture spesso isolate, limitando gli acquisti al necessario per alimentarsi.

Ma dietro questa discreta permanenza “gira” un importante numero di genitori/accompagnatori, quindi adulti, che entrano in contatto con una realtà di cui molto probabilmente non erano a conoscenza. Si tratta quindi di “captare” questa potenzialità che sta piovendo sulla montagna. Come questo sia possibile non lo sappiamo, perché non è il nostro mestiere, ma forse qualche idea potrebbe nascere.

Dal canto nostro siamo in procinto di allestire una zona attrezzata per “campeggi scout”, che stimiamo potrà aumentare le presenze annue di altre 2.000 unità. Di questo ne è ben a conoscenza la Fondazione Caript che ha stanziato un buon contributo ed il Comune di San Marcello, con il quale siamo in stretto contatto e che sta adoperandosi fattivamente affinché possiamo portare a termine l’iniziativa in tempi brevi.

Infine segnaliamo, perché “vicini di casa” i fabbricati, attualmente liberi, che si trovano nei pressi dell’Osservatorio Astronomico di Pian dei Termini (proprietà Demanio Regionale). Potrebbe essere un’ottima struttura per ospitare scolaresche ed altro, che visitano l’Osservatorio.


La Redazione

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