Una Montagna di Parole  |  agosto 8, 2016

Il gavagno, un canestro per trasportare l’erba fresca o il fieno per gli animali

La parola è tipicamente toscana e, ancor più, pistoiese. La forma etimologicamente più pura sarebbe “cavagno”, che deriva indirettamente dal latino cavum , cioè “cavo, capiente”, e direttamente da una forma forse perduta cavaneum. Insomma di mezzo c'è sempre il latino, una lingua “agricola”

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In un passato nemmeno tanto lontano era costume diffuso in collina e montagna allevare animali, da cortile e non, per integrare l’alimentazione e l’economia familiare, semplicemente, senza tutti i controlli e i balzelli che oggi scoraggiano chiunque. Così accadeva che molte famiglie avessero i pollai, le gabbie dei conigli, gli stallucci per i maiali ecc. Perciò, appesi ai muri delle stalle, fra i vari utensili indispensabili, non mancava mai il “gavagno”, o “cavagno”, un grande canestro di salci che serviva a portar a casa l’erba fresca o il fieno per gli erbivori. Allora si vedevano uomini e donne rientrare col gavagno sulle spalle, vuotare l’erba nella stalla, al riparo, eventualmente per farla asciugare, e poi nutrire gli animali.
La parola “gavagno” è tipicamente toscana e, ancor più, pistoiese, perché la forma etimologicamente più pura sarebbe “cavagno”, che deriva indirettamente dal latino cavum , cioè “cavo, capiente”, e direttamente da una forma forse perduta cavaneum.
Insomma, sempre questo latino di mezzo, anche nei nomi degli strumenti agricoli della nostra montagna; tuttavia non poteva non essere che così, perché il latino, originariamente, era una lingua “agricola”.


Maurizio Ferrari

Maurizio Ferrari, sambucano di origine, ha insegnato Lettere per 38 anni nelle Scuole superiori pistoiesi. Ora è imprenditore agricolo e si sta impegnando nella promozione e nel rilancio del territorio appenninico come Presidente dell'Associazione "Amo la montagna APS" che si è costituita nel 2013 e che ha sede a Castello di Cireglio.Ha collaborato per 25 anni alla rivista "Vita in Campagna", del gruppo "Informatore Agrario". Recentemente ha pubblicato alcune raccolte di racconti ispirati alla vita quotidiana di Sambuca, dal titolo :"Dieci racconti sambucani"; "La mia Sambuga" e "Cuori d'ommeni e di animali", nonché una favola per bambini, "La magìa della valle dimenticata" illustrata dagli alunni della scuola elementare "P.Petrocchi " di CIreglio (Pistoia)