Fare un bel "chiappo" ovvero prendere una fregatura. Tutto nasce dal cappio
di Maurizio Ferrari
L'origine è latina, capulum, ma con il tempo si è passati dall'indicare lo strumento al suo effetto: quindi alla cosa catturata. Quasi sempre con un'accezione negativa. Anche la parola scapolo deriva da colui che “non ha il cappio al collo”, che è libero da legami e vincoli
Quel movimento della terra che i nostri nonni chiamavano "TREMUOTO"
di Maurizio Ferrari
Di drammatica attualità la parola terremoto. Deriva dal latino terrae motus, ovvero movimeto della terra. In montagna un tempo si usava l'espressione TREMUOTO quando si avvertiva muovere il pavimento, tremare i vetri delle finestre o si barcollava
Deriva dall'uovo l'origine di "Cocco", vezzeggiativo in uso nell'intercalare comune
di Maurizio Ferrari
Nasce come espressione rivolta a persone amate, specie se giovani e giovanissime. Ma anche nella Montagna pistoiese è ormai parte di un modo di dire diffuso: “Come stai, cocco?”. E' anche il nome di un fungo, l'Amanita cesarea (ovolo buono), chiamato così perché, quando è chiuso, sembra proprio un uovo
Un tempo lo chiamavano "il licite". Ovvero il luogo dov'era lecito espletare certi bisogni naturali
di Maurizio Ferrari
Anticamente il gabinetto si chiamava così. L'origine del nome era latina, "licēre", ovvero “essere lecito”. Alla Sambuca il riferimento era ancora più esplicito: “al logo commedo”, cioè “il luogo comodo”, dove si poteva fare il proprio comodo. Anticamente veniva costruito fuori dall'abitazione e rispondeva alle esigenze di una vita dura, senza orpelli e fronzoli
La derivazione di "neccio": dal medievale castanicius alla forma lucchese “castagniccio”
di Maurizio Ferrari
Da tempo alla base dell'alimentazione nella nostra montagna, spopola in feste e sagre. Etimologicamente più che probabile la derivazione dall'aggettivo medievale castanicius, cioè “relativo al castagno”, da cui la forma lucchese “castagniccio” e quella a noi più nota “castagnaccio”. “Neccio” ne sarebbe una sorta di abbreviazione. Confermata l'ipotesi nel testo di un autore fiorentino del 1700
"Da vent'anni soldi pubblici agli impianti di Abetone. Si tappano i buchi, non si risolvono i problemi"
di La Redazione
Lettera di Giuliano Tonarelli sulla riunione fra amministratori locali e Regione e l'annuncio di nuovi consistenti finanziamenti. Perplessità sulla mancata presenza di diversi comuni pistoiesi (erano molti gli emiliani). E ancora: "La neve dura solo 3 mesi. E gli altri nove?". Forti critiche anche all'ipotesi di acquisto delle strutture da parte del Comune e l'affidamento esterno della gestione
Il gavagno, un canestro per trasportare l'erba fresca o il fieno per gli animali
di Maurizio Ferrari
La parola è tipicamente toscana e, ancor più, pistoiese. La forma etimologicamente più pura sarebbe “cavagno”, che deriva indirettamente dal latino cavum , cioè “cavo, capiente”, e direttamente da una forma forse perduta cavaneum. Insomma di mezzo c'è sempre il latino, una lingua “agricola”
"Un insieme straordinario di risorse per produrre una vera svolta"
di Eriberto Melloni
Eribero Melloni ci scrive e si inserisce nel dibattito aperto dall'editoriale di Maurizio Ferrari. Sottolinea il ruolo dell'ente pubblico quale "pianificatore territoriale delle varie articolazioni e competenze" e la necessità di investimenti "per opere di tutela fisica e logistica della montagna". Il legame con alcune iniziative in via di sviluppo: l'associazione Avamp, la Transappenninica, la Social Valley di Dynamo Camp
Arte di Altura: Massimo Biagi Miradario e le sue Singolari Figure
di Maurizio Pini
Inauguriamo una nuova rubrica dedicata all'arte con Massimo Biagi Miradario. Questo artista poliedrico, nato a Marliana dove tutt'ora vive e opera, ci racconta la sua Visione e la sua Arte, attraverso parole e testi, che dal piccolo paese della Montagna pistoiese arrivano in tutto il mondo. Le sue opere in mostra al MACC di Montecatini Terme fino al 4 settembre