Vi racconto la mia montagna più intima

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La salita dal fondovalle alla vetta in uno dei primi giorni assolati del nuovo anno. E i ricordi che scorrono. Il bosco da bambino vissuto come avventura e palcoscenico della vita. La scoperta dei diversi linguaggi della notte: gli animali, il vento, gli alberi. L'attenzione ai particolari: gli insetti, l'acqua, gli odori. La cima infine raggiunta e l'orizzonte lontano. I ricordi delle persone più care. E il confronto con una fede incostante

Neve eccezionale: creiamo insieme una galleria di immagini

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Nevicate come non si vedevano da anni, o forse decenni, hanno lasciato e stanno lasciando il segno. GROSSI DISAGI ANCHE NEL GIORNO DELL'EPIFANIA, con la statale 66 praticamente bloccata al traffico, dopo la chiusura della statale 12 per l'Abetone e le lunghe interruzioni delle forniture di corrente elettrica.
La Voce della montagna propone ai propri lettori di creare assieme un un racconto per immagini, da pubblicare nei prossimi giorni. Con le fotografie di chiunque voglia lasciare un piccolo segno. Aspettiamo i vostri scatti


La tristezza del Natale a Campeda fatto di solo silenzio

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Dopo quella di Federico Pagliai, nuova riflessione sull'atmosfera nel piccolo borgo nel giorno della natività: "Chi ha fatto in tempo a veder quei luoghi animati dalle voci e dai suoni della vita quotidiana, è intristito dall'assenza di rumori". Assenza dovuta allo spopolamento: "La gente è andata via non appena ha potuto trovare un’alternativa ad un’esistenza fatta di fatiche e precarietà". Il ricordo del falò della Vigilia e della dura raccolta di ginepri per alimentarlo

Il "buen retiro" del Natale 2020: Campeda e Pidercoli

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Alla ricerca di luoghi speciali, nel silenzio e nella natura senza guinzaglio. E' laddove ti devi recare di proposito che raccogli il vero senso delle cose, la potenza delle radici, l’essenza ultima di certi valori. Pidercoli non ha luci, alberi addobbati, presepi, è un borgo abbandonato. E a Campeda una stella di Natale è l’unico segno di ricordanza umana verso quella festività

Festeggiamo un Natale lento e il valore del silenzio

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Il virus cambia lo scenario dell'inverno e delle festività natalizie. Senza sci (e senza turismo) si potrà passeggiare nel bosco, con o senza ciaspole, fare sci di fondo, semplicemente raggiungere una vetta e respirare, ammirare i panorami. L'insegnamento del Covid? Il ritorno alla lentezza, al rispetto di se stessi, a ritmi di vita consoni al genere umano. Così si può festeggiare un Natale con pochi intimi, con il proprio partner, con il fidato cane

La nostra montagna nel 2050: la mia visione distopica ma non  troppo

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Il futuro delle terre alte? Ci sarà sviluppo solo coniugando risorse naturali, paesaggistiche e storiche con il massimo dell'efficienza tecnologica. E' possibile prefigurare una economia sempre più sostenibile, con valorizzazione del proprio territorio insieme a una forte capacità di smart working. Anche la cultura dovrà essere virtuale e rendere possibili visite a musei, luoghi d'arte, mostre anche da lontano

UN PAESE ALLA VOLTA / Torri, i colori del silenzio

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L'origine probabile del nome deriva dalle torri di avvistamento. Divenne importante soprattutto nel Medioevo come parte di una rilevante area di passaggio fra Firenze, Pistoia e Bologna. Alla fine dell’Ottocento e negli anni seguenti la via Porrettana e la ferrovia rappresentarono i più importanti attraversamenti dell’Appennino tosco-emiliano. L'inizio del declino e lo Spopolamento alla metà del '900. Oggi regna il silenzio e una folta vegetazione. Ma il paese mantiene un suo grande fascino

Da Robin Hood e Superciuk al pistoiese Niccolò Puccini. Diversi modi di essere generosi

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Fu più storia o leggeda quella dell'eroe popolafre del Regno Unito che nel 1200 derubava la nobiltà locale per condividere la refurtiva con i più poveri? Il suo opposto l'antieroe Superciuk, un mito per tutti i lettori del fumetto Alan Ford: un vecchio spazzino alcolizzato che rubava ai poveri per dare ai ricchi. Il nostro Puccini abitava in una lussuosa villa in periferia, oggi per tutti il "villon Puccini", che divenne il fulcro della vita artistica, culturale e politica di Pistoia. A 52 anni si trasferì a Gavinana per problemi di salute dopo aver dichiarato suo erede universale l'orfanotrofio della città