MadeInPIT, Ambiente  |  luglio 9, 2021

I quattro focus group del PIT Alta Montagna Pistoiese

Al centro degli incontri le criticità ambientali e sociali connesse al territorio dell’area dei comuni di San Marcello Piteglio e di Abetone Cutigliano. Protagonisti degli eventi aziende agricole, commercianti, enti pubblici e privati. Riaffermato il ruolo di custodia del territorio degli abitanti della montagna

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PISTOIA – A cavallo dei mesi di aprile e maggio si sono tenuti quattro focus group sulle tematiche centrali del progetto PIT ALTA MONTAGNA PISTOIESE. Agli incontri, organizzati da Impresa Verde Pistoia, hanno partecipato attivamente abitanti locali ed aziende aderenti al PIT, la cooperativa Cooper Pracchia, il Consorzio di Bonifica Toscana Nord, l’Unione dei Comuni Montani Appennino Pistoiese, l’Università degli Studi di Firenze, l’Associazione Valle Lune e La Voce della Montagna.

I temi evidenziati negli incontri

Veri e propri momenti di riflessione di gruppo in cui è stato possibile identificare e sintetizzare le problematiche che attualmente sono più rilevanti dal punto di vista ambientale e sociale sulla Montagna: le cause e gli impatti del dissesto idrogeologico, le conseguenze e le potenzialità legate ai cambiamenti climatici, la necessità di tutelare la biodivesità e le risorse naturali, seppur valorizzandole da un punto di vista economico e turistico, le difficoltà ed i vantaggi connessi al vivere in montagna. Le discussioni hanno delineato la necessità di costruire un dialogo tra le diverse figure professionali per poter colmare le lacune che esistono a livello normativo e di semplificare le procedure che regolano l’operato della Pubblica Amministrazione e dei singoli cittadini sul territorio.

I principali problemi della montagna

C’è la voglia di riparare e di fare, ma spesso la legislazione, così lontana dalla realtà quotidiana, e la burocrazia, scoraggiano i ben intenzionati. I problemi della montagna sono sia di natura fisica che umana, anche se non tutti riescono a vederli: l’invecchiamento della popolazione e l’abbandono del territorio sono le principali cause della riduzione di coltivazione dei versanti e della carenza dei servizi. Le conseguenze idrogeologiche e sociali di questo circolo vizioso si riversano su tutta la provincia, infatti, la regimazione dei corsi d’acqua e le opere di stabilizzazione dei versanti riducono il rischio delle alluvioni e di calamità negli abitati urbani di fondo valle ed anche per questo il vivere in montagna andrebbe incentivato e valorizzato, così come le risorse presenti sul territorio. La montagna ha bisogno di organizzarsi e di tutelarsi a livello locale, le indicazioni che arrivano da lontano tardano e non rispecchiano i reali bisogni di chi la montagna la vive tutti i giorni.

Lo stato di abbandono

Oggi esistono troppe terre e boschi “di nessuno”, in stato di abbandono e degrado, i servizi vengono ridotti di anno in anno e la gente si sente privata dei propri diritti. La montagna è rappresentata da tante realtà diverse, ognuna ha le sue risorse e potenzialità, ma quello che è emerso da questi focus è che il territorio deve essere preso in mano da tutti, insieme. Solo così si potrà riuscire ad ottenere una rappresentanza, anche politica, che potrà fare la differenza a livello provinciale e regionale.

La relazione di sintesi dei focus è pubblicata nella sezione Made in PIT.


La Redazione

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