Ambiente  |  luglio 26, 2020

La scritta sul Faggione, quell’incisione è una grande ferita

Una scritta incisa su un albero pluricentenario nella Riserva Acquerino Cantagallo "scoperta" il 24 Luglio da una guida escursionistica. Un atto vandalico che ha colpito il simbolo dell’Associazione che porta il nome di quella Riserva: un emblema per tante persone che cercano di proteggere, valorizzare e far conoscere una straordinaria ricchezza a due passi dalle città di Pistoia e Prato

di

Tempo di lettura: circa 5 minuti

A volte si percepisce un pericolo prima di vederlo, e ne prendiamo coscienza dai primi accadimenti.

Siamo nei primi mesi di una fase post-emergenza sanitaria globale (ancora in atto) che ci ha costretti per molti giorni ad una quasi reclusione (soprattutto per gli abitanti delle città) o quantomeno ad una percezione anomala, costrittoria e limitante come quella vissuta dalle persone che vivono in aperta campagna e soprattutto per chi vive in Montagna ed aree più isolate.

E’ innegabile di essere in un momento particolare, ed in quanto tale ha portato, in alcune persone, a stati di paura continua, ansia, distaccamento dalla realtà; altre persone hanno preso coscienza più o meno in modo sensibile e profondo dei vari aspetti della vita; ed altri per svariati meccanismi mentali sono arrivati a vivere questi momenti come una sorta di pausa, sfiorando il negazionismo profondo.

Da subito dopo la riapertura e in questi primi mesi ho notato una “presenza” anomala in quei luoghi che mantengono ancora un basso impatto antropico come boschi, crinali, riserve, parchi, corsi d’acqua.

Questa presenza è fatta di oggetti, rumore, confusione, gesti, atteggiamenti, modi di fare e comportamenti difficili da trovare così facilmente prima, ma che adesso, soprattutto nei fine settimana si sono sensibilmente intensificati.

Ecco, queste presenze sono i primi accadimenti del pericolo che avevo percepito, quello che potrebbe compromettere ancora di più la nostra comunione con quella che definiamo con il concetto (fisico e metafisico) di Natura.

L’imposizione di distanza sociale, la voglia di libertà e di respiro ha riversato in questi luoghi tantissime persone ignoranti.
(da Wikipedia: Ignorante – Più o meno colpevolmente sfornito delle capacità o delle nozioni richieste, incompetente, inesperto)

Sicuramente, voglio sperare, che fra queste persone ignoranti ci sia anche chi realmente vorrebbe approfondire, conoscere ed imparare a ritrovare quell’equilibrio con le altre forme di vita che il genere umano ha perso con l’avanzare dei millenni; ma molti ripropongono negli ultimi baluardi naturali, il loro stile di vita “inquinato” da tempi frenetici, avidità, stress, rabbia, rancore, pigrizia, mancanza di rispetto, superficialità.

I vari BIO/GREEN/OUTDOOR/ECO/ADVENTURE/EXTREME/SOCIAL che ci stiamo auto-costruendo come “MODA DEL MOMENTO” non devono portare questi comportamenti distruttori fra le acque dei torrenti, fra gli alberi di boschi e foreste, fra le nuvole e le rocce delle montagne; in questi ambienti l’impatto che abbiamo su quello che ci circonda è esponenzialmente maggiore rispetto a quello urbano o già compromesso.

L’abbandono di rifiuti, il mancato rispetto verso flora e fauna, l’inquinamento acustico ed elettromagnetico già per loro conto sono pericolosissimi e altamente nocivi per noi e l’ecosistema, ma la possibile emulazione di un comportamento scorretto porta al proliferare del problema e fa arrivare alla catastrofe.

Risiede qui l’importanza di ogni nostra azione, di ogni gesto fatto da noi o da chi ne siamo responsabili e magari educatori a vario titolo.

Ecco che nella mattina del 24 luglio 2020 Paolo Novellini, una delle guide escursionistiche che opera nella Riserva Naturale Acquerino Cantagallo ha riscontrato anche lui l’ennesima “presenza” ma questa volta ben più appariscente che ha fatto da cassa di risonanza a quell’urlo muto che da tempo faceva da rumore di sottofondo a tutti i rispettosi appassionati della Riserva che avevano rilevato altre “presenze” come mascherine e guanti gettati a terra, bottiglie cartacce e rifiuti di vario genere, scempi e dissesti ad opera di mezzi motorizzati su sentieri, scritte e atti vandalici alle strutture ed alla segnaletica, atti di bracconaggio e disturbo della fauna selvatica.

Un gesto come quello di incidere un albero (oltre che essere un reato) anche se fatto “a cuor leggero” magari con la leggerezza di una giovane età, è la scoperta di una grande ferita sociale e spirituale, fatta di una totale mancanza di rispetto e sensibilità verso un essere vivente, ma non solo… in questo caso il “Faggione” di Luogomano è un patriarca pluricentenario, circa 300 anni di storia passate a ritmo delle stagioni e dell’affaccendarsi delle popolazioni, compreso momenti bui di spirito e speranze come quello della seconda guerra mondiale o quello che stiamo vivendo in questo presente così povero di ideologie comunitarie e valori.

Il Faggione è anche il simbolo dell’Associazione Acquerino Cantagallo, una folta moltitudine di persone amanti della Riserva Naturale Regionale omonima; un emblema che accomuna un gruppo di persone che cerca di mantenere, proteggere, valorizzare e far conoscere una straordinaria ricchezza a due passi dalle città di Pistoia e Prato; il Faggione come raffigurazione di una entità arborea che con la sua maestosità della chioma abbraccia ed unisce chi cerca di “ritrovarsi” nel corpo e nello spirito quando è al suo cospetto.

Anche il solo osservare la sua esistenza, ci fa comprendere quale sia il nostro ruolo sul pianeta, l’Umano dovrebbe essere un guardiano illuminato, un custode premuroso, che mantiene e protegge quello che dovrà restituire alle generazioni future.

Per questo è importante cercare di scongiurare tali gesti, magari anche intervenendo in prima persona alla salvaguardia di quello che è un bene comune, facendo conoscere ed appassionare a questo straordinario mondo, colmare quell’ignoranza con passione e senso di responsabilità, curare quella ferita perché non si propaghi l’infezione.

 

 

 

 

#acquerinocantagallo #faggione


Maurizio Pini

Maurizio Pini nasce a Pistoia nel 1979. Negli anni 90 la passione della fotografia e della grafica si espande anche nel campo lavorativo. Fra reportage per eventi locali e nazionali, servizi fotografici di gioielleria e di opere d’arte, realizzazioni di grafica stampata/digitale/web, la sua carriera si accresce di sempre nuove esperienze da cui trarre nuovi insegnamenti e crescita personale. Nel suo lavoro la ricerca, lo studio e la pianificazione ricoprono una grande importanza ed il connubio con originalità e creatività sono la parte portante del suo operato. Gli ultimi lavori fotografici si stanno incentrando sul dialogo con la Natura e sono su www.mauriziopini.com e la Pagina Facebook  @mixinartofficial Maurizio Pini – MIXINART