La mente sui monti  |  maggio 11, 2019

Il potere della fiaba: tra boschi e realtà

L'ottimismo delle fiabe e le differenze con le favole. Il loro valore terapeutico sconfina in tempi indefiniti. L’ascolto e la scoperta delle parti sconosciute del proprio “Io” più profondo possono emergere attraverso profumi e sensazioni che solo il bosco può dare

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“Tanto tanto tempo fa in un bosco incantato…” potrebbe essere l’inizio di una dolce fiaba, forma d’arte unica per l’incanto che infonde. La fiaba rappresenta da sempre una grande occasione per grandi e piccini: mentre intrattiene con le sue meraviglie, permette di conoscersi e di sviluppare risorse nuove per fronteggiare piccoli e grandi eventi.

Fiaba e favola

La fiaba, diversa dalla favola per la componente magica che la caratterizza e per la finezza della morale che quasi mai è esplicita, è ottimistica. Essa suggerisce che una vita gratificante e positiva è alla portata di tutti, nonostante le difficoltà e gli ostacoli.
Nella fiaba, i processi interiori sono raccontati in storia e diventano comprensibili attraverso i personaggi e le loro vicissitudini. Il bambino, suo principale fruitore, ha quindi la possibilità di visualizzare le sue difficoltà e superarle. E proprio attraverso i suoi contenuti fantastici, riesce a creare una sorta di “distanza di sicurezza” dalle proprie situazioni di vita che facilita l’immedesimazione e l’apprendimento.

Premessa a un lieto fine

Lewis Carroll la definì un “dono d’amore” per il suo linguaggio semplice, morbido, amoralistico. La fiaba, a differenza della favola, non comunica ciò che si dovrebbe fare ma rassicura e offre la promessa di un lieto fine.

Nelle fiabe il male è onnipresente come la virtù e questo rende più facile comprendere e distinguere le due polarità. Bene-Male, Buoni-Cattivi, si alternano in una danza armoniosa che rende legittima la presenza di entrambi, con la sicurezza però che tutto si risolverà al meglio. Se nella favola si racconta di animali dalle sembianze umane, nella fiaba ci avventuriamo in mondi straordinari dove lupi, vecchi saggi, folletti popolano boschi ombrosi.

Il bosco animato da fiabe

Il bosco è animato nella fiaba, sospira voci, indica la via, offre incontri inaspettati.
“Chissà cosa si nasconde nell’incavo di quest’albero?”, “A chi apparterranno queste impronte?”… il bosco spalanca le porte, con una ventata d’aria fresca, a curiosità e sorpresa.
Luogo di rifugio, cela misfatti, custodisce segreti e ne lascia “tracce”. Uscirne sani e salvi può rappresentare una sfida evolutiva, uno scalino nel proprio processo di evoluzione. Il bosco da sempre infatti invita all’esplorazione, alla trasgressione del limite, al testare le proprie paure. Esso simboleggia un luogo inesplorato dalle tante sfaccettature misteriose dove possiamo inoltrarci e incontrare il proprio bambino interiore fatto di paure, desideri e realtà.

Il valore terapeutico della fiaba

Tutto ciò invita all’ascolto e alla scoperta di quelle parti sconosciute del proprio Io più profondo che hanno la possibilità di emergere attraverso quei profumi e quelle sensazioni che solo il bosco può dare. Sebbene i benefici della fiaba inizino ad attecchire dai 4/5 anni, il suo valore terapeutico sconfina in tempi indefiniti, proprio come lo sono i tempi della fiaba. Non ci sono date, orari, indirizzi, la fiaba si colloca in un tempo e uno spazio indefinito; come una bolla di sapone volteggia nell’aria, donandoci attimi di meraviglia.

Anche da adulti ci fa sognare, perdere tra i sentieri di quella natura che le fa da sfondo per ritrovarsi alla fine, al sicuro, fieri di qualche nuova conquista.


La Redazione

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