After all is basketball  |  marzo 27, 2019

Pistoia Basket, a volte ritornano

All'indomani della pesante sconfitta nello scontro diretto con Reggio, la società esonera Alessandro Ramagli e trova un'intesa in corsa con l'ex Paolo Moretti. Per il coach della promozione in A1 la scommessa di una salvezza quasi impossibile ma anche la garanzie di ripartire da qui il prossimo campionato. Tutti i retroscena della trattativa, le voci di scontri furiosi ai vertici societari. In attesa di possibili, clamorose dimissioni. E per il futuro si attendono vere svolte, non di sola facciata

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Paolo Moretti coach biancorosso in un'immagine d'archivio del Pistoia Basket 2000 (foto Marta Colombo)

PISTOIA – La mia unica speranza è che Paolo non sia un rancoroso, altrimenti sono grossi guai per il sottoscritto. Fuori di battuta, il clamoroso colpo di scena che è maturato nelle ultime ore in verità ci dice solo una cosa, ovvero che Moretti tutto può essere definito tranne che un uomo rancoroso.

Se ripenso, infatti, alle coltellate che si sono tirate le parti fino al giorno prima della conferenza stampa di addio, credo che da un lato Moretti non sia – appunto – un rancoroso e che la parte più storica della dirigenza attuale abbia un pelo sullo stomaco lungo quanto la Salerno – Reggio Calabria.

Tutto possibile, in nome dell’interesse comune

Del resto, fino al giorno prima delle ultime elezioni politiche un’alleanza gialloverde al governo del paese era impensabile, eppure la storia ci insegna che, in nome dell’interesse superiore, tutto è possibile ed è anche giusto provare a fare.

Bene provare a dare una scossa

Di più, da avvocato ho gestito fine rapporti davvero complicati, ho separato e divorziato coppie che poi sono tornate insieme più felici di prima. Razionalmente, insomma, nessuno stupore. Questa stagione è nata male e sta finendo peggio, qualsiasi cosa venga tentata per dare un sussulto a questo fine campionato e per dare un senso di prospettiva è benedetta.

La cronistoria delle ultime ore

In verità, la cronistoria delle ultime ore è quella che segue. La domenica notte è stata difficile per tutti noi tifosi, figuriamoci per i dirigenti. A fine partita molti parlano di ciclo finito e di conseguenti dimissioni, in particolare lo fa l’uomo che ha scelto Ramagli alla guida della panchina biancorossa. Sono parole intense ed emozionate quelle che sento dal diretto interessato, che a fine stagione si prenderà le proprie responsabilità per il primo fallimento tecnico e sportivo – dopo anni di grandi successi – della propria carriera.

Ramagli al capolinea

Passano le ore ed è evidente che il livornese non può seriamente pensare di riprendere gli allenamenti. La piazza è inferocita, la conferenza stampa di fine gara ha dimostrato che il coach ha ben chiara la situazione ma non sa trovare risposte ai problemi della squadra.

I sondaggi per un nuovo coach

Cominciano i sondaggi per l’avvicendamento, ma ci sono grosse difficoltà. Perché infatti qualcuno dovrebbe accollarsi una probabile retrocessione nel proprio curriculum senza garanzie? Almeno il paracadute della conferma per l’eventuale LegaDue la chiedono tutti. C’è un problema non da poco, nessuno dei possibili dimissionari, in un sussulto di apprezzabile serietà, se la sente di impegnare la società per un periodo più lungo dei prossimi due mesi. La cosa ha un senso: se io mi dimetto, come posso farti un contratto più lungo della mia permanenza in società?

Lo stallo, poi la decisione

Lo stallo prosegue per qualche ora, i nomi sul tavolo li sapete tutti. Paolo Moretti chiede un biennale, alla fine si chiude a metà strada, come nella più classica delle trattative, due mesi più un anno di contratto. Alla fine sono tutti contenti – o almeno quasi tutti a giudicare dai musi lunghi visti stamattina. Moretti non rischia nulla, se ci salva diventa un eroe – nel caso, liberi di non credermi, gli faccio una statua anche io – se retrocede non è colpa sua, in cambio ha un garantito per la prossima stagione. La dirigenza confeziona un pacchetto da vendere ai tifosi davvero appetitoso, improvvisamente Torino non sembra così irraggiungibile e, se tutto va male, il prossimo anno con Paolo in panchina ed il Della più Martini già confermati si potrà chiedere l’abbonamento a scatola chiusa, perché il progetto c’è.

In attesa di clamorose dimissioni

Tutti felici? Pare di no, ma su questo non ho certezze. Paolo è l’unica scelta possibile, per i motivi di cui sopra, ma il pelo sullo stomaco è un problema per qualcuno. Si vocifera che in sala stampa, luogo scelto per questo summit di emergenza, stiano volando sedie e non per il vento. Giungono voci di dimissioni di alte cariche, in particolare della più alta. Insomma, c’è una spaccatura forte. Staremo a vedere.

Moretti l’unico che può dare un minimo di speranza

Personalmente sono eccitato all’idea di ritrovare San Paolo in sala stampa. Se c’è qualcuno che può dare la smossa emotiva al finale di stagione, è lui. Se c’è ancora una speranza di salvezza, Paolo è l’unico che può agguantarla. Tra quelli tesserabili, si capisce.

I limiti di Ramagli

Finalmente, inoltre, potrò tornare a dare sfogo alla mia verve, senza sentirmi intenerito dal coach che mi trovo davanti. Del livornese, perdonatemi, non voglio parlare più. Credo onestamente che la sua pallacanestro sia di vecchia scuola; Alessandro rappresenta tanta esperienza ma anche una vera e propria incapacità di adattarsi alle sfide di un gioco che richiede riflessi sempre più pronti al manico in panchina. Non ho voglia di spendere parole per la sua ultima sala stampa, credo che le dichiarazioni di resa che ha fatto si commentino da sole. Non è nemmeno giusto infierire troppo, alla fine il suo onesto lavoro lo ha fatto e certamente non ha rubato lo stipendio, in bocca al lupo per il proseguo della carriera.

In bocca al lupo al neo coach

A Paolo, dunque, un grande in bocca al lupo per una sfida difficile e stimolante. Alla piazza la consapevolezza di un segnale di prospettiva importante, comunque vada a finire il giochino non finisce a maggio.

E adesso un vero ricambio in società

Per la dirigenza l’ultima riflessione. La vicenda che porta Paolo a Pistoia è probabilmente l’unica scelta possibile, ma non può non avere conseguenze. Sennò si raccontano barzellette. L’auspicio è che questo colpo di coda inaspettato serve anche a smuovere una volta per tutte le posizioni ed a favorire un ricambio reale, non solo di facciata. Staremo a vedere.


La Redazione

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