After all is basketball, Sport & tempo Libero  |  dicembre 19, 2018

Pistoia Basket, tanti dubbi sotto l’albero

La sconfitta contro Bologna, squadra comunque decisamente più forte, ripropone interrogativi già noti. Sulla regia di Kerron J, sulle percentuali al tiro di D. Johnson, sulla luxury tax giocata per Gladness (sfumato il trasferimento di Zerini da Brescia). Intanto il gioco di squadra non decolla. Il coach “vede” poco gli italiani, anche se il loro quarto d'ora finale con la Virtus non deve illudere. E adesso arrivano tre gare chiave con Torino, Trento e Cantù

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Il play K Johnson

PISTOIA – Merita inizialmente ribadire un concetto che, purtroppo, ho già avuto modo di esprimere tante volte in questo inizio di campionato, ovvero che nello sport le categorie esistono e che Bologna ci è superiore sotto tutti i punti di vista. A questo, giusto per sgomberare il campo da obiezioni di sorta – che in verità somigliano più ad alibi che a veri e propri argomenti – aggiungiamo pure che, fin dalla palla a due, il metro arbitrale tutto è sembrato fuorché casalingo. Premettiamolo, diciamolo pure, ma poi guardiamoci negli occhi e proviamo a scavare più a fondo.

Kerron non è un play, D. Johnson tira troppo male

 

Dominique Johnson

Ci sono alcune cose che sembrano evidenti, le elenco in forma sparsa e non per importanza, anche perché altrimenti non saprei in quale ordine proporre questi punti. Kerron non è un play, punto. KJ sa attaccare il ferro, tira poco e male da fuori, certamente non è un regista vero. Negarlo sarebbe un insulto all’intelligenza di chi guarda la partita. Dominique tira con percentuali deludenti, troppo basse per un americano che dovrebbe essere il fattore determinante della nostra corsa alla salvezza.

La luxury tax per Gladness? Ahi ahi ahi

Sotto canestro abbiamo preso un rinforzo, Gladness, che, con rispetto parlando, sembra in evidente difficoltà anche ad eseguire la rimessa da fondo, per non parlare degli appoggi al canestro. Verrebbe da chiedersi, amaramente, se davvero abbiamo investito la luxury tax per un giocatore del genere, con tutto il rispetto del caso.

Il coach non “vede” gli italiani

Il nostro allenatore, poi, lo scrivo senza tanti fronzoli, non vede gli italiani. Se ha ragione o ha torto non lo so, mi limito a segnalare un dato evidente. In una partita che, almeno nelle premesse, era molto difficile ma, visto il momento dei ragazzi, potevamo provare a portare a casa, le scelte tecniche di Ramagli sono di una chiarezza cristallina.

Qualche dubbio sul piano del gioco

Sempre sul coach, mi permetto per la prima volta uno spunto critico, per quello che può valere dal pulpito di un tifoso. Premesso che apprezzo sinceramente il lavoro svolto, lo sforzo quotidiano in palestra, premesso anche che capisco che le condizioni in cui si lavora sono un elemento essenziale per la consistenza del prodotto che poi si offre la domenica, mi domando se – al netto della oggettiva complessità nell’affrontare Bologna – il gioco proposto sia quello che è lecito aspettarsi non già ad inizio ottobre, ma a metà dicembre.

Coach, possibile che sia tutto qui? Possibile che sia tutto un pick ‘n roll? Possibile che KJ piuttosto che DJ spesso si palleggino sui piedi per svariati secondi, per poi forzare la soluzione personale?

Coach, io non so se questa squadra è uterina o non è uterina, non so quanto sia lecito attendersi in più, capisco che giocare contro un Qyale sotto canestro, piuttosto che contro un Aradori sul perimetro, renda tutto dannatamente complesso, ma mi domando se non sia lecito aspettarsi qualcosa di meglio anche in termini di organizzazione generale. Credo che la domanda sia lecita, mi sia concesso.

Il lavoro è molto complicato

Del resto, il lavoro da svolgere non è semplice. Potremmo ribattere diverse cose, infatti. Potremmo chiederci come girerebbe questa squadra con un play titolare di ruolo. Chissà, per esempio, se con una migliore costruzione di tiro anche le percentuali di DJ non finirebbero per salire.

Il mancato trasferimento di Zerini in biancorosso

Non è semplice, signori. Vero, abbiamo ingaggiato un giocatore come Gladness, poi però i molto ben informati ti raccontano che, prima di farlo, avevamo chiuso l’accordo per il trasferimento di Zerini in uscita da Brescia. Coach Diana, però, si è opposto all’ultimo secondo, costringendo la dirigenza a virare sullo Usa. Insomma, non è mai facile come la vediamo o la raccontiamo dagli spalti. Zerini sarebbe stato un colpo perfetto, sarebbe stato un italiano su misura per le nostre esigenze, ci saremmo risparmiati il costo del passaggio al 6+6 ma ci è andata male all’ultimo secondo. Peccato.

Che fare adesso?

Da questi episodi capisci che non è semplice, lo ribadisco. Che si fa? Si taglia DJ, si prende un play e si sposta KJ nello spot di 2? Si guadagna in circolazione di palla, ma si perde – almeno in teoria – punti dall’arco. Si taglia direttamente KJ, puntando forte sulla regia e guadagnando, probabilmente, nella serenità generale dello spogliatoio? Impossibile, stando alle parole di chi ha le chiavi del forziere biancorosso.

Non esageriamo sul quarto finale dei giovani contro Bologna

Si può forse sperare che Ramagli dia più fiducia ai giovani della panchina? Ora, i ragazzi hanno dimostrato voglia e soprattutto capacità di tenere il campo, ma sui toni entusiastici per l’ultimo quarto contro Bologna ci andrei cauto. Un conto è giocare una partita viva, un conto è giocare contro avversari con la testa già sotto la doccia, con tutto il rispetto per la serietà, l’impegno e la qualità messa in campo da Della e Martini.

Sfide chiave con Torino, Trento e Cantù

Dunque, che si fa? Intanto si affrontano Torino, Trento e Cantù, classifica alla mano tre sfide fondamentali per la salvezza. L’ideale sarebbe trovare quattro punti, chi firma per due?


La Redazione

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