Sambuca, La ricerca  |  novembre 30, 2018

UN PAESE ALLA VOLTA / Campeda: uno spicchio di cielo blu, dove la Toscana finisce

La fonte più antica di questo piccolo borgo nota al momento è la citazione di Pidércoli nello statuto di Sambuca del 1291. La realizzazione della ferrovia Porrettana e delle prime industrie nell'800 la portò ad oltre duecento residenti. Poi il via allo spopolamento, testimoniato dagli appena 15 abitanti e dalle tante case disabitate di oggi

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CAMPEDA (SAMBUCA) – Campeda è la più minuscola frazione del Comune di Sambuca Pistoiese e nel suo piccolo (non bastasse) è suddivisa in quattro nuclei: Campeda Nuova, detta anche “la Chiesa” (627 slm), Campeda Vecchia (690), Pidércoli (751) – salendo si incontrano progressivamente sulla strada per Pòsola – e a valle, lambito dal fiume, Molino del Pallone Vecchio (500), in Comune ora detto con toponimo moderno “Case Ballerini”.

Le origini

Le origini di Campeda rimangono ad oggi un mistero. Ancora non ha un nome quel “matto” al quale venne in mente di prendere fissa dimora in questo ultimo versante toscano d’Appennino che accompagna il Reno proprio di fronte a località più grandi e fortunate (in termini di progresso) poste in terra d’Emilia, quali Granaglione e Lùstrola.

La fonte più antica nota al momento è la citazione di Pidércoli (Pedércoli) nello statuto della Sambuca del 1291; mentre a dar notizia che già agli inizi del ‘600 Campeda contasse un buon numero di abitanti è l’atto notarile del 23 ottobre 1700 che riporta la data di costruzione del primo Oratorio, il 1608 appunto. Lo stesso edificio venne poi ampliato a seguito di una popolazione sicuramente accresciuta, come attesta la mappa catastale del 1813 dove si può vedere la Chiesa già portata alle dimensioni attuali. Nella seconda metà del ‘800 la costruzione della Ferrovia Porrettana e la comparsa in zona delle prime industrie significò per Campeda, al pari di tutto il circondario, un periodo di forte sviluppo, con conseguente incremento demografico. Il censimento del 1911, svolto dal parroco Don Rodolfo Bartoli, riporta ben 204 anime. Ma proprio in quegli anni inizia il fenomeno migratorio che di fatto porterà i campedani ovunque nel mondo: d’estate puoi sentire i discendenti che tornano (purtroppo sempre in minor numero) parlare con le cadenze più diverse.

Oggi solo 15 residenti

Attualmente Campeda conta 15 residenti, quasi tutti concentrati nel nucleo Case Ballerini. Ed è facile intuirne il motivo viste le condizioni dell’unica strada (si fa per dire) che permette di raggiungere in auto – a senso unico alternato ogni mezz’ora – i tre nuclei situati a monte. Va poi precisato che a Pidercoli si sale solo con mezzi a trazione 4×4 e con una dose supplementare di coraggio rispetto a quella non comune che già serve per compiere il tragitto per Campeda e Campeda Vecchia.

Il bello? Tutto, basta guardarsi intorno. Niente, se cerchi quello che non c’è

Campeda è così: se piace siam contenti tutti; se non piace, gli irriducibili amanti del posto se ne faranno una ragione. C’è una piazza, ad esempio: la storia è passata anche di qui, su ogni pietra che è rimasta, su quelle andate sepolte o perdute: su tutte sono passate generazioni di campedani, e in tempi più recenti tedeschi e americani, poi gente nuova chiamati villeggianti, e infine il progresso a 2 e 4 ruote che ad agosto fa la piazza tutta sua. Di fronte la Chiesa, fresca di sapienti restauri. A scendere le case, un tempo piene di voci e miseria; oggi molto più ricche di una volta ma sprangate la maggior parte dell’anno. Tutt’intorno il bosco abbandonato a sé stesso e al saccheggio di invasori a quattro zampe. C’è il monte a ridosso e, di fronte, versanti verdi in cui spuntano case e campanili, segmenti di strade con macchie di colore semoventi, un treno che sbuca all’improvviso e subito scompare.

C’è un cielo sopra che di giorno è di un blu che sembra finto e di notte si riempie di stelle, talmente tante da non credere possibile che ci stian tutte in questo spicchio di volta celeste che si adagia sul contorno dei monti come il velo di una fata.

Come raggiungere Campeda

Prendere la Traversa di Pracchia (SP632) fino a Molino del Pallone, qui è segnalata la strada per Campeda tenendo presente che si tratta di un senso unico alternato ogni mezz’ora (si sale all’ora intera alla mezz’ora per scendere poi dalla mezz’ora all’ora intera calcolando un tempo necessario non inferiore a 15 minuti). Detta strada presenta condizioni di percorrenza difficili, molto preferibile compiere il tragitto a piedi facendo una bella passeggiata in mezzo alla natura.


La Redazione

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