After all is basketball  |  gennaio 4, 2018

The Flexx, tra un fischio sbagliato ed un canestro mancato

Buone indicazioni dalla squadra, rimasta in gara fino in fondo, martedì sera a Bologna. Nella sconfitta un peso decisivo la forza della Virtus ma anche molte decisioni arbitrali, soprattutto a danno di McGee. Come hanno sottolineato anche coach Esposito e il presidente Maltinti. Note liete dal giovane Della Rosa, nuovo passaggio a vuoto di Mian, Gaspardo e Magro

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(Mathias Marchioni / Iguana Press / Virtus Pallacanestro Bologna)

PISTOIA. Forse è meglio fare come i giornalisti sportivi della RAI ieri sera, lo sciopero della telecronaca in occasione del quarto di finale di Coppa Italia ha permesso agli spettatori di godere di una diretta bellissima in perfetto clima stadio, una partita goduta al massimo in assenza di tante inutili parole.

Il tifo “virtussino”

Sì, forse è meglio non scrivere nulla. Del resto, se si legge a giro sui social – penso ai commenti virtussini ai pezzi di Sportando, ad esempio – pare che Vincenzino e Robertone siano dei piagnoni di professione, pare che la Virtus abbia strameritato di vincere, pare insomma che sia bene tutto quello che è finito bene. Ora, loro – i virtussini – sotto certi aspetti bisogna anche capirli, probabilmente quando vedono il nostro coach ripensano ai dolori che El Diablo in versione fortitudina gli ha dato anni fa, dunque si comprende la loro voglia di meleggiare il coach.

Più generosità verso i nostri

Quello che invece capisco meno, sono sincero, sono alcune insufficienze con cui sono state giudicate alcune prestazioni dei nostri da qualcuno tra gli amici della sala stampa. Ovviamente non sto criticando dei giornalisti professionisti, non mi permetterei mai, mi limito ad allargare il discorso perché mi è funzionale al ragionamento. Anche perché, mi sia concesso, siamo andati su un campo complicatissimo, tradizionalmente ostico, contro una squadra lunghissima e piena zeppa di talento, eppure a due minuti dalla fine abbiamo sprecato due volte la palla del pareggio e qualcosa vorrà pur dire anche questo. Abbiamo giocato contro una squadra fortissima e contro una terna che ha applicato un metro che, per non tradire lo spirito del Mulino Bianco con cui mi sono ripromesso di scrivere questo pezzo, è stato quantomeno casalingo – possiamo dirlo? – eppure siamo andati vicini ad un colpaccio esterno clamoroso. Dunque, come giudicare i ragazzi?

Il capitolo McGee

Non vi è alcun dubbio che uno dei protagonisti che, al momento, più dividono i commentatori della palla a spicchi nostrana sia Tyrus McGee. Troppo solista? Troppo falloso? Sa gestirsi o no? Certamente dopo la brutta prova casalinga contro Trento è stato bersaglio non per caso della tiratina di orecchi del coach e non vi è alcun dubbio che, per tanti motivi, non abbia ancora espresso il meglio di sé. Ma a Bologna, come giudicarlo?

Personalmente, mi è piaciuto un sacco e l’ho visto decisamente più in palla rispetto alla partita precedente. Personalmente, credo che dei 4 falli che gli sono stati fischiati ne abbia commesso uno, uno e mezzo al massimo, mentre gli altri due siano stati sanzionati da una terna che è stata qualcosa in più che fiscale, direi da una terna che, sempre per mantenere la linea Mulino Bianco, probabilmente ha sbagliato. Ha certamente ragione, questo va scritto, chi mi dice che un giocatore professionista deve comunque andare oltre, se ti hanno fischiato due falli in poco tempo – al di là del fatto che sia stato giusto o sbagliato – tu devi saperlo e soprattutto devi saperti limitare e contenere. Verissimo. Molto giusto rimarcare anche che quello dei falli è uno dei problemi ricorrenti nelle prestazioni di Tyrus, non voglio certo negare l’evidenza.

Arbitraggio e strane sensazioni

La questione dell’arbitraggio, però, resta sottile. Ci sono milioni di tifosi che polemizzano ogni domenica per la partita di calcio, nonostante l’arbitro sia aiutato dalla tecnologia e nonostante sia necessario un episodio clamoroso per condizionare la partita. Di solito ci si lamenta per un rigore o un fuorigioco dato o non dato, per un cartellino estratto o non estratto. Nella pallacanestro la questione è un pizzico più sottile, perché molto raramente il problema è un singolo episodio, più spesso il problema sta nel metro arbitrale. Se si ha la sensazione che sotto i due ferri vengano sanzionate più o meno le stesse cose, allora non si pone più il problema su come vengono giudicate le singole infrazioni. Se invece si percepiscono differenze sostanziali, sale decisamente il nervoso.

Ecco, Robertone, Vincenzo ed il sottoscritto fanno parte di quella schiera di persone che, durante la sfida di Bologna, sul metro arbitrale ci hanno capito davvero poco, scrivo così perché non sarebbe elegante, a freddo, riportare le parole testuali del nostro coach a fine gara.

L’”invenzione” del quarto fallo di McGee

Alla luce di questo, quindi, come giudicare McGee? In verità si giudica male. Diciamo che il quarto fallo – ma anche altri due, a ben vedere – a me è sembrato totalmente inventato, ma certamente è una mia impressione e comunque, al limite, trattasi di errore tecnico e non altro. Voglio esser chiaro, l’impressione che la terna si sia concentrata sul giocatore più in palla, costringendolo ad uscire e rientrare in partita tre volte, raffreddandone i bollenti spiriti al momento giusto, è una ricostruzione talmente maliziosa da non poter seriamente essere presa in considerazione.

E lo sfondamento di Magro dov’è?

Come non ricordare, poi, l’incredibile sfondamento di Magro durante la lotta a rimbalzo? Non ricordo a memoria di aver mai visto una fischiata del genere in 32 anni che seguo il nostro giochino, ma certamente la mia è un’impressione sbagliata. Come anche l’impressione che, sotto di dieci, venisse fischiato anche a loro ogni contatto oltre il limite, ma poi raggiunta la parità il metro diventasse un pelino più elastico. Solo impressioni, mi dispiace quasi scriverle da quanto sono campate in aria.

Impressioni da tifoso medio

Impressioni, banali impressioni da tifoso medio. Un po’ come l’altra mattina in palestra, quando confrontandomi con l’istruttrice che mi segue mi domandavo come mai non dimagrissi nonostante gli sforzi. Impressione, è solo una tua impressione, mi è stato detto, posso pure continuare a mangiare pasta, dolci e bere almeno un bicchiere di vino ogni pasto, presto tutto si risolverà per magia, basta avere fiducia.

Troppa ironia? Forse sì, lasciateci almeno quella. Per onestà intellettuale, va detto che se è vero che il metro arbitrale non ha convinto – ma sono sicuro che contro Milano vedremo tre grigi molto meno casalinghi – gli ultimi due minuti contro Bologna sono stati gestiti talmente male che si può comunque concludere che, per violare un campo del genere, manca ancora qualcosa.

La nota lieta Della Rosa

Come non puntare l’indice contro il pacchetto italiani! Eccezion fatta per il grande Della Rosa – che, già che ne scrivo, è un tesoretto che va preservato sia dalla tentazione di fargli fare un minutaggio più ampio, sia dalla tentazione di addossargli aspettative troppo grandi, il Della gioca bene e con la spensieratezza dei nervi distesi, avanti così – gli altri tre che escono dalla panchina sono un pianto.

Magro disperatamente cercasi

Ho visto Ivanov ricevere palla in isolamento sotto canestro e segnare tanti puntoni fino a quando il fisico ha retto, per poi scoppiare nel finale di partita. Con tutto il rispetto per Daniele, il bulgaro purtroppo non ha un cambio all’altezza delle necessità e rifiata troppo poco. Domani è prevista la conferenza stampa con Magro, vorrò chiedergli se è sempre convinto che l’importante sia il mattoncino portato alla causa e non le statistiche personali, perché il rendimento del giocatore, dispiace scriverlo ma pare evidente, è oggettivamente troppo basso per essere accettabile. In queste condizioni non ci si può stupire se alla lunga il bulgaro finisce la benzina.

Troppe attese per Mian e Gaspardo?

Stesso problema per Diawara, sta facendo progressi ma andrebbe inserito con più gradualità, ma anche Mian è un pianto e non è più un mistero sui motivi per cui lo staff abbia deciso di cercare un 3 titolare piuttosto che rinforzare la batteria dei lunghi. Probabilmente è anche colpa nostra, intendo di chi scrive, abbiamo presentato questi due giocatori caricando l’ambiente di tante aspettative, ma bene o male sia Mian che Gaspardo venivano da una stagione dove sono retrocessi e, quando hanno giocato a Cremona alla terza di campionato, sono stati sommersi dai fischi, un motivo dovrà pur esserci.

Anche Ronnie gioca troppo, non è un caso che, in affanno, sia contro Trento sia a Bologna abbia gestito i possessi del pareggio sparacchiando da tre, quando manca il fiato manca la lucidità di pensare a qualcosa di più complesso dell’affidarsi al tiro da fuori.

Con Milano sano realismo

Visto il quadro appena tratteggiato, pare difficile sperare in qualcosa di buono contro Milano. Di solito chiudo il pezzo scrivendo che io ci credo, stavolta preferisco scrivere che credo in una grande cornice di pubblico, in una bella partita ed in una squadra che, vada come vada, ci renderà orgogliosi di essere pistoiesi. Con l’augurio di rileggerci tra una settimana, per commentare una pagina di storia.


La Redazione

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