Nuovi progetti  |  maggio 13, 2017

Una “Banca della terra” per frenare l’abbandono dei terreni

Lo strumento della Regione Toscana per prevenire il dissesto e favorire l'imprenditoria giovanile, agricola e forestale. Ne possono usufruire enti, proprietari terrieri e aziende agricole che non riescono a gestire i propri beni per darli in concessione o affittarli. Sul sito di Artea le informazioni in tempo reale sui beni disponibili. La Legge regionale: si possono definire abbandonati i terreni che non sono produttivi da almeno tre anni, a meno che non si siano trasformati in bosco

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Una premessa

Ad una catena di errori è assai arduo porre rimedio, almeno in tempi brevi. L’emigrazione in massa del secolo scorso dalle zone montane e collinari, le sirene dell’economia industriale e la deriva dell’agricoltura, anche in termini culturali, hanno prodotto una preoccupante diminuzione demografica delle aree periferiche ed un conseguente abbandono dei campi e dei boschi, che si stanno trasformando in intricati e disordinati labirinti sempre meno governati dalla mano dell’uomo.

Le conseguenze sono il dissesto idrogeologico e l’incuria generalizzata; se a ciò si aggiungono la distrazione cronica delle amministrazioni locali e un Regolamento forestale inadeguato e talvolta contraddittorio, il quadro diventa chiaro nella sua drammaticità.

La “ Banca della terra”

Un segnale che va in controtendenza è la “Banca della terra”, lo strumento di cui la Regione Toscana si è dotata per prevenire, fra l’altro, il dissesto, per favorire l’imprenditoria giovanile agricola e forestale, per valorizzare i terreni pubblici e privati abbandonati e riportarli ad un uso produttivo. Concretamente la “Banca della terra” è un inventario di terreni e fabbricati ad uso agricolo e forestale, di proprietà pubblica e privata, messi a disposizione di terzi, che intendano usarli, tramite operazioni di affitto o di concessione.

In altre parole, tutti gli enti, i proprietari terrieri e le aziende agricole che non riescono per i più svariati motivi a gestire i propri beni possono ricorrere a questo strumento per darli in concessione o affittarli a chi è interessato.

L’”Ente Terre Regionali Toscane”

La Legge regionale n° 80 del 27 Dicembre 2012 ha trasformato l’Ente “Azienda regionale agricola di Alberese” in un ente pubblico non economico, denominato “Ente Terre Regionali Toscane”, a cui è stata affidata anche la gestione della “Banca della terra”. “L’inventario dei terreni/beni – spiega Simone Sabatini, uno dei responsabili di questo istituto – è visibile sul portale web ospitato nel sito dell’Agenzia Regionale Toscana per Erogazioni in Agricoltura (“Artea”, www.artea.toscana.it). Qui si può essere sempre informati sui beni disponibili in concessione, affitto o assegnazione, secondo la tipologia dei lotti”. Per quanto concerne i beni pubblici, di proprietà della Regione e di altri enti similari, le modalità sono stabilite da bandi appositi, mentre per quelli privati si ricorre ad avvisi, che mettano in contatto domanda e offerta.

I terreni abbandonati

Particolarmente interessante per il nostro territorio collinare e montano è l’aspetto dei terreni abbandonati, un’altra delle competenze di “ Banca della terra”. “La Legge regionale 80/2012 – continua Sabatini – stabilisce che si possono definire abbandonati i terreni che non sono produttivi da almeno tre anni a meno che non si siano trasformati in bosco, nel qual caso sono esclusi dal processo. Il censimento di questi terreni lo devono fare i Comuni e trasmetterlo successivamente all’ ‘Ente Terre’, dopo aver informato i relativi proprietari e ricevuto il loro riscontro positivo. A quel punto i terreni in oggetto vengono inclusi nell’elenco regionale, accessibile a tutti”.

Ciò che desta qualche preoccupazione è il fatto che nel territorio pistoiese lo strumento della “Banca della terra” non sia stato utilizzato (salvo nostro errore) e che le varie amministrazioni comunali non abbiano mai redatto un elenco di terreni dichiarati abbandonati, quando ce ne sarebbe estremo bisogno.

Alcuni nodi da sciogliere

Purtuttavia, nonostante la positività di questo strumento regionale, restano alcuni nodi da sciogliere, a cominciare dalla complessità dell’iter burocratico che spesso scoraggia chi vuole investire o intraprendere e che di fatto minimizza gli effetti positivi di scelte legislative interessanti.

Poi c’è da fare i conti con un realtà complessa e disgregata almeno in zone semi abbandonate come la nostra. Si pensi all’estrema parcellizzazione delle proprietà private che rende difficile il processo di mappatura dei terreni abbandonati e che molti dei proprietari di questi terreni vivono all’estero ormai da generazioni ed è arduo contattarli. In più, ed è questa la difficoltà per ora insormontabile, il Regolamento Regionale in materia forestale pone dei vincoli restrittivi assurdi, che di fatto inibiscono la propositività di strumenti come la stessa “Banca della terra”.

Infatti quasi non esistono nella montagna pistoiese terreni seminativi che non siano diventati bosco, secondo l’accezione di “bosco” che dà il Regolamento forestale, che per di più impone il versamento di cauzioni salate per quei proprietari che intendano recuperare a coltura un castagneto o un campo per farci un orto o seminarci le patate. Quale proprietario o imprenditore si avventurerebbe in questi meandri? La soluzione sarebbe semplice: si dovrebbe poter riportare a seminativo o a pascolo, quei terreni accatastati come tali, con attenti controlli (ex ante ed ex post) da parte delle autorità competenti. Allora, forse, qualcuno vorrebbe rivedere qualche campo nelle condizioni in cui lo tenevano i padri e i nonni. Ma perché ci si deve sempre complicare la vita tra carte e scartoffie che alla fine fanno desistere anche dai progetti più nobili?

Info utili per i bandi

Chi volesse essere costantemente aggiornato sui bandi messi a disposizione dalla banca della terra può chiedere di essere iscritto ad una specifica mailing list scrivendo a [email protected]. Inoltre sono stati attivati canali Social specifici relativi alla “Banca della terra”, ma anche alla iniziativa “Centomila orti in Toscana” su Facebook e Twitter; ci si può accedere attraverso l’account “Orti in Toscana” e gli Hasthag ufficiali: #100milaorti #ortintoscana #BancaDellaTerra.

Nelle immagini alcuni esempi di terreni recuperati in toscana

(cliccare sulle foto per ingrandirle)

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image (2) Foto tratte dal sito La banca della terra


Maurizio Ferrari

Maurizio Ferrari, sambucano di origine, ha insegnato Lettere per 38 anni nelle Scuole superiori pistoiesi. Ora è imprenditore agricolo e si sta impegnando nella promozione e nel rilancio del territorio appenninico come Presidente dell'Associazione "Amo la montagna APS" che si è costituita nel 2013 e che ha sede a Castello di Cireglio.Ha collaborato per 25 anni alla rivista "Vita in Campagna", del gruppo "Informatore Agrario". Recentemente ha pubblicato alcune raccolte di racconti ispirati alla vita quotidiana di Sambuca, dal titolo :"Dieci racconti sambucani"; "La mia Sambuga" e "Cuori d'ommeni e di animali", nonché una favola per bambini, "La magìa della valle dimenticata" illustrata dagli alunni della scuola elementare "P.Petrocchi " di CIreglio (Pistoia)