Cultura & Spettacoli  |  novembre 23, 2016

Nel Cilento la prima trasferta di LetterAppenninica

Gli organizzatori della manifestazione culturale che si svolge sulla Montagna pistoiese (e non solo) saranno nel prossimo fine settimana a Cuccaro Vetere. Mirto Campi, Federico Pagliai e Marco Mucci protagonisti di un incontro dal titolo “La maledizione di chi resta, storie di resistenza, tenacia e utopie degli Appennini”. Un “gemellaggio” fra due zone simili per morfologia, densità abitativa, attività silvo-pastorale e criticità ambientali

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MONTAGNA PISTOIESE – Quelli di Letterappennninica lo avevano detto che tra le varie finalità dell’Associazione culturale che organizza l’omonima rassegna estiva (e altri incontri, come quelli recentemente tenutesi a Firenze, alla Biennale Enogastronomica organizzata da Leonardo Romanelli) c’era anche la volontà di stabilire dei legami con altre realtà appenniniche italiane. La promessa è mantenuta e nel prossimo fine settimana, gli scrittori Mirto Campi, Federico Pagliai e il cuoco Slow Food Marco Mucci si trasferiranno sulle montagne del Cilento, a Cuccaro Vetere, per un gemellaggio con quella zona appenninica che, per morfologia, densità abitativa, attività silvo-pastorale e criticità ambientali, sembra avere diversi punti in comune con il comprensorio dell’Appennino settentrionale.
Il punto centrale della due giorni di scambi culturali e di conoscenza reciproca sarà un incontro che si terrà nell’ex convento francescano di Cuccaro Vetere. Più che un incontro, un convivio che avrà come titolo “ La maledizione di chi resta, storie di resistenza, tenacia e utopie degli Appennini”. L’iniziativa, promossa e moderata dall’agronomo forestale Sabatino Rambaldi, vede la partecipazione di Letterappenninica con interventi a più voci da parte di amministratori, imprenditori e genti del Cilento.
“Andiamo in avanscoperta – spiega Federico Pagliai, -. A convincerci, soprattutto la ferma convinzione che Letterappenninica non si fermi a queste latitudini, ma che nel tempo possa diventare un punto di riferimento per chiunque voglia raccontare storie di Appennino e creare così delle collaborazioni e scambi culturali tra piccole realtà appenniniche troppo spesso isolate tra loro e autoreferenziali”.


La Redazione

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