Economia  |  agosto 16, 2016

“Tutte le regioni aiutano gli impianti di risalita. E anche Abetone non può farne a meno”

Dura presa di posizione dell'Amministrazione comunale di Abetone dopo le polemiche sui finanziamenti regionali. Il dato di partenza: "Il sistema è in serio pericolo di implosione. Non è nemmeno ipotizzabile la perdita di questo patrimonio industriale". Poi il raffronto con le altre realtà: "In tutta Italia gli impianti di risalita godono di sostegno pubblico da moltissimo tempo". Ciò detto esiste "la necessità di ripensare il modello economico del territorio". La conclusione del Comune: "Siamo convinti di aver individuato un percorso per dare stabilità al sistema e consentire per gli anni a venire la sussistenza di un tessuto produttivo"

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Continua, anzi è forse appena iniziato, il dibattito sui finanziamenti pubblici agli impianti di risalita e, più in generale, sul modello di sviluppo e rilancio della Montagna. Riceviamo e pubblichiamo la lettera appena inviataci dall’Amministrazione comunale di Abetone.
“Facendo seguito agli ultimi articoli apparsi sulla stampa locale in merito alla situazione degli impianti di risalita di Abetone e conseguenti problematiche, è desiderio di questa Amministrazione mettere in evidenza alcuni aspetti fondamentali della questione.

Come noto la principale attività economica esercitata ad Abetone è rappresentata dal turismo invernale e, in più di un’occasione, è stato evidenziato che l’esistenza e il funzionamento degli impianti di risalita consente il permanere di tutte le attività economiche legate direttamente o indirettamente all’afflusso turistico.

Fin dal 2010 l’Amministrazione Danti ha riscontrato, evidenziandolo, un grave problema nel modello produttivo degli impianti di risalita, che il profondo cambiamento delle condizioni economiche generali e l’evidente contrazione dell’economia hanno fatto emergere in tutta la sua ampiezza.

Gli imprenditori del settore lamentano che le mutate condizioni di mercato non consentono più un’adeguata remunerazione degli investimenti realizzati e nemmeno, aspetto più preoccupante, i necessari margini finanziari per soddisfare gli indebitamenti contratti.

In questo scenario gli investitori stanno seriamente valutando la possibilità di ridurre le loro perdite tramite la cessazione delle attività commerciali esercitate, chiudendo gli impianti di risalita la cui gestione non è più economicamente sostenibile.

Il sistema, quindi, è in serio pericolo di implosione e con esso tutto il tessuto socio-economico di Abetone e buona parte dei territori circostanti.

L’Amministrazione Comunale, evidentemente preoccupata per l’evolversi della situazione, considera nemmeno ipotizzabile la perdita di un patrimonio industriale che ha permesso a due generazioni di crescere e prosperare e che potrebbe assicurare, senza esagerare, una sicura fonte di sostentamento per la generazione attuale e per quelle future, con evidenti margini di miglioramento.
La prospettiva di vanificare oltre mezzo secolo di sviluppo e progresso durante il quale questa popolazione ha visto crescere e di molto il proprio tenore di vita e migliorare le proprie condizioni generali non è nemmeno da considerare.

Questa, quindi, la situazione attuale.
Ora, notoriamente, per dibattere un argomento è necessaria almeno una conoscenza di base delle materie da trattare, conoscenza che coloro i quali si sono espressi sul tema in questi giorni, dimostrano oggettivamente di non possedere. Limitandosi, di fatto, a ricordare quanto era bella e prosperosa la montagna oltre cinquant’anni fa, generosi con le critiche non-costruttive e, come nella migliore tradizione, avari di proposte, costoro dovrebbero informarsi quali sono le iniziative e le azioni che nel resto d’Italia vengono assunte per il mantenimento in vita degli impianti di risalita.
Se prima di pontificare dalle colonne della stampa si fossero minimamente documentati, i grandi conoscitori del “turismo che fu” avrebbero appreso, senza molto sforzo, che in tutta Italia, da nord a sud Sicilia compresa, gli impianti di risalita godono di sostegno pubblico da moltissimo tempo e anche nella vicina Emilia i Comuni del comprensorio del Cimone, proprietari da anni di alcuni impianti di risalita, quindi proprietà pubblica, pagano i gestori perché questi li tengano in esercizio (si prega di verificare in rete le relative determine di spesa).
Quindi, dato atto che in tutto il Paese queste attività sono sostenute finanziariamente, le alternative sono due: o tutte le Istituzioni che sostengono il comparto a livello nazionale stanno sbagliando, oppure sono tutte convinte che l’esistenza di queste infrastrutture sia il presupposto per la permanenza di condizioni di sviluppo di un territorio.
L’amministrazione di Abetone è di questo secondo avviso e per questo motivo che da anni chiediamo con forza un intervento pubblico.
Certamente, accanto alla necessità di un sostegno istituzionale come quello che viene concesso in tutte le Regioni, c’é necessità di ripensare il modello economico del territorio, ma su questo argomento, e ci dispiace per gli ignari opinionisti, l’Amministrazione ha già fatto alcuni incontri molto partecipati con la popolazione di Abetone, perché quando si dibatte pubblicamente di argomenti che interessano il futuro e la sopravvivenza di una comunità i cittadini sono presenti, attenti e desiderosi di essere informati. D’altra parte si parla del nostro futuro.
Oggi, e lo diciamo senza mezzi termini, siamo convinti di aver individuato un percorso che possa veramente dare stabilità al sistema e consentire per gli anni a venire la sussistenza di un tessuto produttivo idoneo a intraprendere, mantenere e potenziare le iniziative imprenditoriali sul territorio. Alcuni aspetti sono già stati condivisi ed apprezzati con le Istituzioni regionali senza il cui sostegno, risorse permettendo, non sarà possibile proseguire sul percorso iniziato.
Allo stesso tempo la comunità sta prendendo coscienza di questo cambiamento e la maggior parte dei cittadini lo condivide con entusiasmo, perché, probabilmente, per una volta, su questa parte di montagna, viene individuato un percorso di sviluppo chiaro, con un obiettivo netto e preciso volto ad assicurare molti anni di stabilità.
Se la montagna non è più quella di cinquant’anni fa molta responsabilità è anche di chi oggi parla di turismo con presunzione di saperlo esercitare, ma che di fatto non è mai riuscito ad invertire una tendenza ribassista che pare perdurare.
La nostra Amministrazione ha individuato un percorso, mutuato ed adattato da altri modelli già collaudati, ma non per questo sbandieriamo proclami di vittoria o magiche soluzioni ai problemi del territorio. Al clamore preferiamo il confronto diretto con la nostra comunità, salvo il caso in cui, come questo, sentiamo la necessità di far sentire la nostra voce di fronte a considerazioni che, pur nel rispetto dell’opinione altrui, reputiamo oggettivamente non pertinenti”.
L’Amministrazione Comunale di Abetone


La Redazione

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