San Marcello, La ricerca  |  luglio 13, 2016

Un “pezzo” della sonda spaziale Juno collaudato all’Osservatorio astronomico

Nel 2010 lo spettrometro della Nasa, che sarebbe poi stato montato su Juno, fece la sua comparsa a Pian dei Termini. Il test di tre ingegneri per una notte intera. Un anno dopo il lancio dal centro spaziale Cape Kennedy in Florida. Il 5 luglio scorso la sonda si è immessa nell'orbita di Giove

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spettrometro Nasa Osservatorio Gavinana

La sonda spaziale Juno ha raggiunto pochi giorni fa, per l’esattezza il 5 luglio scorso, l’orbita di Giove per una missione che durerà qualche anno. In pochi sanno che dentro quella sonda fu montato uno spettrometro a immagine infrarossa, “testato” sei anni fa per una notte intera all’Osservatorio astronomico di Pian dei Termini, che reca una piccola, strana incisione.

PIAN DEI TERMINI (SAN MARCELLO) – Era la notte tra il 9 e il 10 agosto 2010, all’esterno dell’Osservatorio astronomico di Pian de’ Termini la bianca luce di alcuni monitor, a tratti oscurata dal passaggio di persone, illuminano il buio; a oriente, da poco sorto, brilla Giove, allo zenit la costellazione del Cigno, mentre a nord-ovest Arturo, si appresta a tramontare, tutt’intorno il silenzio.

La richiesta di Galileo Seles

A questo punto occorre fare un passo indietro: nel giugno del 2010 arrivò al Comune di San Marcello Pistoiese, da parte della società “Galileo Seles”, la richiesta di utilizzare la struttura di Pian de’ Termini per il collaudo di attrezzature elettroniche: la richiesta fu accordata e a noi del Gamp fu chiesto di dare tutta la collaborazione possibile. Io fui incaricato di ciò, compito che accettai con entusiasmo in quanto la “Galileo” fu, quasi cinquanta anni fa, la ditta in cui iniziai la professione di cartografo. Nel primo pomeriggio del 9 agosto, un camion, nello spazio antistante l’Osservatorio, una notevole quantità di attrezzature. Successivamente giunsero tre giovani ingegneri, due uomini e una donna, che per l’intero pomeriggio lavorarono all’assemblaggio del tutto; per ultimo fu aperto un contenitore di colore giallo sul cui frontale spiccava la sigla Nasa, e il contenuto fu adagiato con delicatezza a terra.
Mi fu detto che si trattava di uno spettrometro a immagine infrarossa, strumento che sarebbe stato montato sulla sonda spaziale Juno, che l’anno successivo sarebbe stata lanciata su Giove. Nel frattempo, essendosi fatta l’ora di cena, i tre tecnici si recarono in pizzeria a Gavinana, lasciando me custode del tutto.

L’incisione sullo spettrometro

Rimasto solo, con curiosità mi avvicinai allo spettrometro, si trattava di un oggetto di forma abbastanza semplice, ma costruito con estrema precisione, un oggetto che portava ancora incise in alcune sue parti le linee tracciate per la lavorazione; in un angolo del basamento incisa a mano una sigla: J-1a. Fu a questo punto che mi venne l’idea. Presi una piccola forbice e con una delle sue acuminate punte incise accanto a quella esistente la sigla G. F. P.za: a operazione conclusa le nuove lettere appena si notavano.

Dal collaudo al lancio

A sera inoltrata, lo spettrometro fu collocato su una montatura alto-azimutale e per tutta la notte i tre tecnici furono occupati; a me non restò che guardare, comunque i tre, sempre molto gentili, non furono avari di informazioni.
La notte passò veloce, l’alba fu preceduta dal sorgere di Orione, poi…….il 5 agosto del 2011 appresi che dal centro spaziale Cape Kennedy in Florida, con un razzo vettore Atlas 5, era stata lanciata verso Giove la sonda Juno, il lancio era perfettamente riuscito.

Raggiunta l’orbita di Giove

La sonda, alimentata a energia solare, dopo una complicata traiettoria, ha raggiunto il 5 luglio scorso (2016) il gigante gassoso, e si è immessa in modo perfetto nella sua orbita. La missione durerà qualche anno, poi, a missione conclusa la sonda, si tufferà nella turbinosa e velenosa atmosfera del maggiore dei pianeti del nostro sistema solare…come fece in “2001 Odissea dello spazio” la Discovery.

P.s. G. F. P.za, sta per Giancarlo Fagioli Piazza.


La Redazione

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