Marliana, Non solo libri  |  maggio 19, 2022

Di Femminamorta non ce n’è una sola

La località della montagna pistoiese sul crinale che fa da spartiacque tra la Valle del Vincio di Montagnana e la Valle della Nievole. L'origine del nome da fa risalire a una ragione geografica: il paese è situato sul crinale e assomiglia al profilo di una ragazza distesa, dormiente o addirittura morta. Oppure ad una leggenda: una ragazza scappata per andare in cerca del suo vero amore morì a causa di una tormenta di neve. Diversi altri paesi hanno lo stesso nome. E' il caso di Femminamorta a Gela (Sicilia), Veroli (Lazio), Altopiano della Sila (Calabria) e ad Amelia (Umbria)

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No tranquilli! Non sto parlando di altri casi di femminicidio, ma di quello che possiamo scoprire viaggiando per il nostro Paese. Spesso ci è capitato di imbattersi in situazioni assurde e comiche così come rimanere affascinati dalla nostra storia e dalla nostra natura. Che l’Italia sia un paese fantastico, sia nel significato di straordinario che di insolito, lo sappiamo tutti. Un’ulteriore testimonianza di strampalato e bislacco della nostra cara Penisola è rappresentata dai nomi di paesi e città.

Un’infinità di nomi strani e originali

In provincia di Perugia abbiamo Bastardo e Strozzacapponi, polli e galline non se la passano meglio a Strangolagalli in provincia di Frosinone nel Lazio.

Qualche signora può essere interessata ad andare a fare una gita fuori porta a Fallo in provincia di Chieti, passando per Favalanciata nei pressi di Ascoli Piceno.

I maschietti non disdegnano di organizzare gite a Gnocca in provincia di Rovigo nel Veneto e a Borgo Passera nelle Marche. C’è poi chi preferisce trasferirsi nei pressi di Siena a Belsedere e fare le vacanze all’Isola d’Elba nella Valle delle Fiche.

Poi troviamo anche nomi di paesi un po’ inquietanti; Loculi, in Sardegna, Camposanto in provincia di Modena, Casa del Diavolo in Umbria e Poveromo che è un centro balneare della costa apuana.

La nostra Montagna Pistoiese poteva rimanere indietro in fatto di stravaganza? Certo che no! E’ qui che nel Comune di Marliana, frazione Avaglio si trova la località Femminamorta.

Ma di Femminamorta non ce né una sola, lo vedremo più avanti.

Femminamorta

La località Femminamorta è situata a 860 metri s.l.m. sul crinale che fa da spartiacque tra la Valle del Vincio di Montagnana e la Valle della Nievole. Il territorio che circonda la località è caratterizzato da fitte foreste di castagni, cerri e abeti. Nel XIX secolo il piccolo borgo veniva chiamato anche Dogana Vecchia, poiché era posto sul confine tra il Granducato di Toscana e il Ducato di Lucca ed era sede di una dogana.

Ma perché si chiama Femminamorta? Questo toponimo venne indicato nel XVII secolo per due ragioni: una geografica, l’altra legata ad una leggenda. Quella geografica e anche quella più razionale ci dice che il crinale della montagna sulla quale si trova la località possa assomigliare al profilo di una ragazza distesa, come se fosse dormiente o addirittura morta.

La leggenda narra invece di due innamorati che abitavano a Serravalle Pistoiese, e che si dovettero separare, a causa di un’accusa senza fondamento, a pochi giorni dal matrimonio. Il fidanzato si nascose nei boschi circostanti e nella Val di Lima mentre la ragazza, per volere dei genitori, venne promessa in sposa ad un altro giovane di famiglia benestante.

Innamorata ancora del vecchio fidanzato, la prima notte di nozze la ragazza scappò per andare in cerca del suo vero amore. Investita da una forte tormenta di neve e indebolita dal gelo e dallo sforzo della fuga trovò la morte. Il ritrovamento del suo corpo diede vita a questo nome leggendario.

Altre Femminamorta

Ma, come ho detto all’inizio, di Femminamorta non ce n’é una sola. Troviamo infatti il Monte Femminamorta (1.730 metri s.l.m.) nell’altopiano della Sila in Calabria. Il monte fa parte di una delle aree più pregiate dell’acrocoro calabrese. Qua vi sono alcuni tratti di bosco particolarmente suggestivi, ricchi di piante colossali, alcune delle quali superano i 40 metri di altezza. In Umbria, nei pressi di Amelia, c’è una grotta che si chiama Femminamorta, nel Parco Nazionale della Maiella troviamo la località Femminamorta costellata di doline (cavità superficiali di forma circolare o ovale e tipica delle zone carsiche), dove inoltre si può osservare la fauna di alta quota come il Gracchio corallino, il Piviere tortolino e il Camoscio appenninico.

Ma sono altre due le località denominate Femminamorta, che insieme alla nostra della Montagna pistoiese, suscitano curiosità per le storie misteriose e leggende cui sono legate: quella a Gela in Sicilia e quella in provincia di Frosinone nel Lazio.

Le monete d’oro di Femminamorta (contrada di Gela)

In quella contrada di Gela, denominata così perché vi fu rinvenuto il corpo di una donna morta, la leggenda narra di un certo Neli Carduni, analfabeta e senza un lavoro fisso.

Pavido di carattere si arrangiava come poteva per sbarcare il lunario. Un giorno Neli Carduni s’imbatté in una vecchietta che mai aveva visto e timoroso com’era cercò di allontanarsi ma lo vecchietta lo fermò e gli chiese cosa stesse facendo. “Sto raccogliendo asparagi e lumache per venderli al mercato di paese”, rispose.

La vecchia, ormai capito che quell’uomo era un poveraccio, tirò fuori dalla sua gonna quattro monete d’oro e gliele pose raccomandandosi di non dire niente a nessuno, di conservarle e di utilizzarle per il prossimo Natale. Neli Carduni si ritrovò così in modo inaspettato queste monete d’oro e disorientato per quanto era successo non vedeva l’ora di tornare a casa. Appena arrivato chiamò, con il cuore in gola, la moglie Annittina e le disse con voce affannosa: “A Natale saremo ricchi!”. La moglie, immaginando che Neli avesse bevuto, lo esortò ad andare a letto. Il povero Neli sconsolato dalla triste accoglienza della moglie se ne andò in camera non prima però di aver nascosto le monete d’oro in un sacchetto sopra un armadio. Neli non riuscì a dormire e l’indomani cercò credito presso gli amici raccontando quanto gli era accaduto. Gli amici, non credendolo, iniziarono a prenderlo in giro. Disubbidendo alle raccomandazioni della vecchietta corse a casa per prendere le monete e mostrarle a tutti. Immensa fu la sua disperazione quando infilando le mani nel sacchetto trovò sterco di pecora al posto delle monete.

L’incidente aereo del 1932 alla Femmina Morta (Veroli – Frosinone)

Il 25 maggio 1932 nelle montagne di Veroli, in località Femmina Morta, perirono tragicamente quattro noti personaggi del tempo. Il luogo fu difatti teatro di un terribile incidente aereo che vide morire i coniugi svizzeri Alfred Isaak Lang Willar e Suzanne Sarah Picard, entrambi espressione dell’aristocrazia finanziaria mondiale dell’epoca. Gli altri due che persero la vita furono gli assi del cielo Marcel Francois Goulette e Lucien Moreau. Il percorso del volo era Parigi -S.Vito dei Normanni-Marsiglia e si racconta che solo un altro aviatore oltre a Goulette era in grado di compiere.

Alfred e Suzanne erano scampati pochi giorni prima ad un misterioso naufragio di un transatlantico francese al largo delle coste della Somalia.

Alfred era molto amico di Lev Trotzky (politico e rivoluzionario russo) e simpatizzante della rivoluzione bolscevica mentre il padre di Suzanne era stato tra i fondatori dell’Humanité quotidiano del partito comunista francese. Dunque lo spessore internazionale dei coniugi e le loro frequentazioni politico finanziarie hanno indotto molti storici e commentatori a ritenere che fossero agenti dei servizi francesi e che il velivolo fu sabotato dopo il mistero dell’affondamento del transatlantico.

Qui c’è un cippo con un’elica conficcata e una targa a ricordo del triste evento.

Cosa c’è dietro un toponimo

Abbiamo visto dunque come dietro ad un toponimo curioso spesso c’è una storia da raccontare o una leggenda da tramandare.

Al di là degli aspetti romanzeschi e immaginari quello che affascina maggiormente è l’intreccio di storie sconosciute o illustri e avventurose che hanno avuto come protagonisti una povera ragazza montanina, un ingenuo personaggio siciliano, una coppia del jet set internazionale e due piloti autori di ardite trasvolate.


La Redazione

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