Ambiente, Economia  |  dicembre 3, 2021

Non solo taglio. Il bosco ha molte altre potenzialità

A Pistoia 62mila ettari di foreste nelle mani di un esercito di proprietari. Duemila gli ettari considerati nella sperimentazione del progetto “ForLEAVEs”. Obiettivo valorizzare i boschi, creando valore aggiunto, con un uso alternativo o complementare al taglio. Coldiretti: “La frammentazione delle proprietà favorisce l’abbandono e non genera reddito”

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CAMPO TIZZORO (SAN MARCELLO PITEGLIO) – E’ stato presentato a Campo Tizzoro, il Gruppo Operativo ForLEAVEs. Coordinato dall’Unione dei Comuni Montani dell’Appennino Pistoiese (capofila), il progetto punta alla valorizzazione delle foreste locali e creazione di valore aggiunto per le funzioni silvo-ambientali. Del Gruppo Operativo, cofinanziato con fondi del Psr Toscana (310mila euro l’investimento totale), fanno parte oltre alla capofila: Disei-Università di Firenze, Impresa Verde-Coldiretti Pistoia; Anci-Toscana e le aziende agricole Le Roncacce e Società Agricola Montana.

LE CRITICITA’

Il progetto ForLEAVEs parte da queste criticità: la polverizzazione e l’abbandono della proprietà forestale, piccole superfici boscate, in molti casi abbandonate; la manutenzione, i boschi non essendo gestiti o gestiti male deperiscono e talvolta sono attaccati da patogeni aumentando il rischio idrogeologico e di incendi boschivi; l’assenza di forme di aggregazione tra proprietari, aziende ed altri soggetti locali interessati a valorizzare le potenzialità del territorio rurale montano; i danni da fauna selvatica provocati ai rimboschimenti.

UN PROGETTO PER 2000 ETTARI DI BOSCO

“Il lavoro da fare non è poco. Abbiamo messo a punto un progetto che su ben 2000 ettari di bosco sperimenterà indicazioni operative per iniziare un percorso virtuoso –ha detto in apertura dei lavori Luca Marmo, presidente dell’Unione dei Comuni (capofila) nonché della Provincia di Pistoia -. Si tratta di un campione importante ben rappresentativo della realtà della foresta pistoiese che in totale conta oltre 62 mila ettari di bosco, che copre il 65% della superficie provinciale”.

 Luca Marmo durante l’intervento

“UNA REALTA’ NON GESTITA”

“Ci troviamo di fronte ad una realtà non gestita per questioni strutturali – spiega Francesco Benesperi, responsabile Area Forestazione dell’Unione dei Comuni Montani dell’Appennino Pistoiese -. La superficie media degli appezzamenti è di pochi ettari a proprietario. Ciò ha impedito una gestione silvo-ambientale che abbia anche un senso economico. Con il Gruppo Operativo ci proponiamo di incoraggiare la gestione attiva e razionale delle risorse forestali, per sfruttare le opportunità economiche offerte dalla diversificazione, creando le condizioni per usi forestali alternativi o complementari al taglio; migliorando l’offerta turistica, ricreativa e agricola della montagna grazie ad esempio alla sperimentazione del ‘Bosco Didattico’; e naturalmente aumentando la tutela della biodiversità e delle risorse forestali rispetto ai rischi degli incendi boschivi e dell’abbandono”.

Il gruppo operativo “FourLEAVESs”

GLI INTERVENUTI

Nel corso della presentazione, tra gli altri sono intervenuti: Giuseppe Montagna, Agricons Srl, consulente di progetto; Ginevra Lombardi, Disei – Università degli Studi di Firenze, che ha presentato uno studio sulla multifunzionalità dell’impresa agroforestale e su forme di aggregazione locali; Andrea Dazzi, della Società Agricola Montana, e Giuseppe Corsini dell’impresa agricola della rete Campagna Amica Le Roncacce, che hanno descritto la sperimentazione in azienda di percorsi multifunzionali. Poi Marco Locatelli di Ente terre regionali toscane e Lorenzo Vagaggini, presidente dell’Ordine Dottori Agronomi e Forestali di Pistoia.

L’OPINIONE DI COLDIRETTI

Ha chiuso i lavori Gianfranco Drigo, direttore di Coldiretti Pistoia. “Siamo di fronte ad una sfida immane, da cui dipende il futuro di tutto il territorio della provincia, anche quello in pianura – ha spiegato Drigo -. La frammentazione delle proprietà favorisce l’abbandono del bosco, che non essendo gestito non solo non genera reddito, ma crea danni: senza tagli programmati, gli alberi e i rami secchi favoriscono incendi e finiscono prima o poi per ostruire i fossi di scolo, con conseguenze spesso raccapriccianti per le zone a valle. La partecipazione di Coldiretti a questo e ad altri progetti punta a supportare percorsi virtuosi: occorre trovare il modo di rendere proficua la gestione necessariamente coordinata dei vari appezzamenti di bosco. E – è la conclusione di Drigo – c’è da osservare che l’eccesso di frammentazione delle proprietà causa l’abbandono degli uliveti in collina. Altro terreno su cui Coldiretti è impegnata”.


La Redazione

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