Pistoia, Sport & tempo Libero  |  gennaio 22, 2019

Il “day after” del Pistoia Basket, fra dubbi e recriminazioni

La sconfitta contro Pesaro nello scontro decisivo apre scenari preoccupanti. Gli errori e le lacune di una squadra che non è mai davvero sbocciata. Ma anche una partita segnata in modo decisivo dalle decisioni arbitrali. Un dato che non si può sottacere. Lo sfogo della società e le possibili conseguenze

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Uno dei tre arbitri di Pistoia-Pesaro

La premessa “tecnica”

Un problema al server ci ha impedito, da domenica sera a lunedì sera, di aggiornare il nostro sito, causando, fra le altre cose, l’impossibilità di pubblicare il consueto articolo sulla partita del Pistoia Basket. Poco male, com’è noto la nostra testata non si occupa di cronaca in generale e neppure di quella sportiva, dedicando (eccezionalmente) alla squadra di pallacanestro un post gara essenziale fatto di alcune considerazione, dati statistici e molte immagini. Ma non tutto il male vien per nuocere perché, in attesa di quello che scriverà Luca Cipriani nella sua rubrica settimanale, ci preme fare alcune considerazioni un po’ meno a caldo.

Una partita “condizionata”

Chi legge sa sicuramente già tutto – l’esito della partita, la reazione della società con la protesta del presidente Massimo Capecchi (già finito nel mirino della Procura federale), l’addio ormai certo di Dominique Johnson e la scomodissima ultima posizione in classifica in compagnia della sola Torino. Ora, siccome fare il mestiere di giornalista è prima di tutto raccontare ciò di cui si è testimoni, nei limiti del possibile e con la massima onestà possibile (non l’oggettività che è termine detestabile), beh allora occorre dire che quella a cui abbiamo assistito noi è stata una gara “condizionata”. Proviamo ad usare questo termine: una partita non stravolta, non decisa a tavolino (non crediamo a queste cose, peraltro) ma condizionata, questo sì, dai tre signori in grigio.

Il presidente Massimo Capecchi nel post gara in sala stampa

Gli errori gravi e chiari di Pistoia

Sì perché se si devono raccontare i fatti, è giusto dire e ribadire tutto ciò che è stato giustamente detto: sull’inizio horror di Pistoia (30 punti subito in un quarto nella partita della verità sono una vergogna), sul finale con pessime gestioni della palla soprattutto da parte della coppia Johnson & Johnson (benché fino a quel momento il play non avesse disputato una brutta partita), sulla mole di tiri liberi che i biancorossi continuano a sbagliare, per non andare oltre la gara e ricordare le scelte societarie molto discutibili, sia all’inizio sia durante il cammino. E molto altro ancora.

Ma parlano anche i numeri e le immagini

Però, se restiamo solo al match di domenica pomeriggio, per dovere di cronaca dobbiamo anche raccontare ai lettori non solo la sproporzionata differenza di tiri liberi concessi (33 a 16) bensì di almeno 4/5 decisioni arbitrali, che hanno fatto pesare la bilancia chiaramente da una parte (Pistoia ha perso di 4 punti non di 20). Certo, Pesaro ha giocato meglio, ha dimostrato complessivamente un approccio migliore al match e un roster più forte. Ma se vogliamo dirla tutta, stavolta, alle proprie responsabilità di squadra, bisogna aggiungere quelle, evidenti, della terna arbitrale . Il caso vuole che alcuni filmati visti e rivisti nel “day after” abbiano confermato tutto, anzi reso tutto ancor più evidente.

Ciò significa che la società ha fatto la scelta giusta con quella sorta di mezzo silenzio stampa, un po’ improvvisato e impacciato? Probabilmente no, probabilmente porterà solo a qualche provvedimento contro il presidente e lascerà le cose intatte. Ma questa è un’altra storia.

Mantenere equilibrio

Sì perché a noi piace poco il comportamento della società quando chiama il mondo dei media ad un ruolo non suo: ovvero che si deve essere tutti uniti, tutti sulla stessa barca, tutti a remare nella stessa direzione. Il giornalista fa un altro mestiere e quello di casa deve tenere assolutamente a bada l’eventuale tifoso che è dentro di sé. Allo stesso modo, per voler eccedere in obiettività e distacco, non si possono celare i torti che Pistoia subisce. Non per farne un lamento o chissà quale battaglia (in genere queste “battaglie” portano da poche parti) ma per dovere di cronaca. Tutto qua.

Basta con lo spettro retrocessione

Anzi non tutto. Siamo i candidati principali alla retrocessione (non da ora, in molti addetti ai lavori lo sostengono da tempo)? Bene, anzi male. Ma due cose. Intanto mancano 14 partite alla fine del campionato e il cammino è ancora lungo. E poi vogliamo smetterla di dipingere un eventuale ritorno in A2 come la fine del mondo? Sarebbe un esito sportivamente dolorosissimo, che nessuno vuole, nessuno, ne siamo certi. Ma non se ne può fare un dramma, prima ancora che eventualmente accada.

Le immagini della gara di sara Bonelli

 


Paolo Vannini

Laurea in scienze politiche, giornalista professionista dal 1998, ha lavorato nei quotidiani La Nazione e Il Giornale della Toscana (edizione toscana de Il Giornale), è stato responsabile dell'Ufficio comunicazione del Comune di Firenze, caporedattore dell'agenzia di stampa Toscana daily news, cofondatore e vice direttore del settimanale di informazione locale Metropoli. Ha lavorato presso l'Ufficio stampa di Confindustria Toscana, ha collaborato e collabora per diverse testate giornalistiche cartacee e on line - fra queste il Sole 24 ore centronord, Il Corriere Fiorentino (edizione toscana del Corriere della Sera), Radio Radicale - si occupa di uffici stampa e ghost writing.