Cultura & Spettacoli, Piteglio  |  agosto 22, 2017

Fisarmonica e musica classica, binomio insolito e affascinante

Di scena il talentuoso fisarmonicista ucraino Alexei Manyk mercoledì sera alla Casa della Musica di Piteglio e giovedì nella chiesa di San Lorenzo a Pracchia. In programma musiche di Bach, Vivaldi, Scarlatti e compositori del Novecento. Una prima parte con brani classici “riletti” e una seconda con composizioni più recenti

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Alexei Manyk

PITEGLIO – C’è uno strumento che sembra un’orchestra e che raramente si ascolta: la fisarmonica. Uno strumento ibrido, con una tastiera, come il pianoforte, un mantice come gli organi e le ance, come alcuni strumenti a fiato. La fisarmonica respira, si gonfia, sospira, ha un suono potente e suadente, sa essere brillante (si pensi allo swing del mai dimenticato Gorni Kramer) e piena di malinconia.

Se finora l’avete immaginata come uno strumento adatto per la musica popolare, le feste di paese e il ballo liscio, dopo il concerto che si terrà mercoledì 23 agosto, alla Casa della Musica di Piteglio, alle ore 21, cambierete idea. Sulla terrazza panoramica della Casa della Musica nell’antico borgo, il giovane e talentuoso fisarmonicista, Alexei Manyk eseguirà musiche di Bach, Vivaldi, Scarlatti e compositori del Novecento.

L’ingresso è libero. Il concerto replica giovedì 24 agosto, nella chiesa di San Lorenzo a Pracchia, alle ore 17,30, nell’ambito della rassegna “Pracchia in musica”.

CHI E’ MANYK

Manyk è nato il 18 novembre 1987, in Ucraina. Ha iniziato lo studio della fisarmonica nel 1998. Dal 2009 al 2013 ha studiato alla Donetsk Music Academy Prokofiev , con il professore Artem Nizhnik. Dal 2013 al 2015 ha studiato al Prazhskaya Conservatorio, con il professore Jiři Lukeš. Dal 2015 studia al Conservatorio di Musica, Arrigo Boito, a Parma, con il professore Giorgio Dellarole. Ha vinto numerosi concorsi internazionali.

Come interprete sfoggia una tecnica incredibile che va di pari passo con eccezionali musicalità e sensibilità. Il concerto vedrà una prima parte classica, con musiche conosciute, ma “rilette” dalla speciale sonorità della fisarmonica, come “L’inverno” dalle celeberrime Stagioni di Vivaldi, ma anche il Preludio e Fuga in la minore di Bach. Sono brani che mettono a dura prova l’esecutore per difficoltà e grado di complessità. Non mancherà una seconda parte in cui sarà possibile comprendere l’interesse che suscita la fisarmonica, tra i compositori in tempi recenti.


La Redazione

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