L'intervista, Piteglio  |  agosto 26, 2016

“Nel 2020 una Turandot con un coro di 500 ragazzi della montagna”

E' il sogno del maestro Angelo Gabrielli, che fissa l'appuntamento fra 4 anni nel palaghiaccio di Fanano. Il diretto artistico di "Appennino Incanto", di scena a Piteglio e dintorni, entusiasta del coinvolgimento di tutto il paese nella manifestazione. "Queste sono occasioni utili a rilanciare la nostra montagna. Anche la rinascita di cori e bande musicali potrebbe essere di grande aiuto"

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PITEGLIO – “Siamo pronti per fare grandi cose”. Comincia con queste parole l’intervista di Angelo Gabrielli alla Voce della montagna. Il maestro, 30 anni nel mondo della lirica al fianco di artisti come Luciano Pavarotti, Raina Kabaivanska, Mirella Freni, scopritore di talenti e appassionato docente in master di perfezionamento per cantanti lirici, è contaminato dall’atmosfera che sta vivendo in questi giorni a Piteglio e in generale sulla nostra Montagna. E’ lui il direttore artistico della manifestazione “Appennino Incanto (20-27 agosto). L’ha fortemente voluta e ha trovato risposte convinte nel posto dove ha scelto di metterla in piedi. La cosa va avanti da 4 anni, ogni anno un passo avanti. E l’ambizione cresce.
Maestro siamo alla quarte edizione e la manifestazione è sempre più conosciuta e apprezzata. Dove volete arrivare?

“Il grande Strehler partì con il recupero di una fabbrica dismessa. Questo per dire che non solo ci sarebbero similitudini con la Montagna pistoiese, dotata di edifici con caratteristiche simili che potrebbero essere recuperati ad un uso culturale, per la musica e non solo, come è accaduto nella Ruhr in Germania, ma anche perché è partendo da piccole realtà, con piccole possibilità ma grande voglia di fare, che si possono raggiungere risultati insperati. Noi in questi giorni siamo a Piteglio, stasera a Pian degli Ontani (venerdì 26, ndr), siamo stati per quattro giorni a Sestola, nel modenese, dal 20 al 23; vediamo crescere l’interesse e già pensiamo al prossimo anno. Ieri l’altro (mercoledì 24, ndr) con il maestro Bruno Campanella abbiamo iniziato a tenere i corsi nella chiesa Santissima Annunziata, alle tre del pomeriggio e abbiamo terminato alle otto e mezza”.
State lavorando ad un’idea molto ambiziosa, spostata un po’ più avanti nel tempo. Ce ne vuole parlare?

“Il grande progetto ha una data, il 2020. Per quell’anno vorremmo poter organizzare un grande concerto al palaghiaccio di Fanano, in Emilia, coinvolgendo persone di tutto il versante appenninico tosco-emiliano. Stiamo pensando all’allestimento di una Turandot con un coro di 500 ragazzi della montagna. Non vogliamo forzare nessuno, vedremo. Speriamo che si ampli questa voglia di essere coinvolti che stiamo avvertendo intorno a noi. Gli esempi sono l’attenzione dei cittadini, degli addetti ai lavori e degli appassionati. L’altro giorno si è presentata una pianista di San Marcello e l’ho subita messa a suonare. La stessa cosa ho fatto con un tenore della zona, subito messo all’opera. Entrambi si esibiranno nel concerto finale di domani (sabato 27) a Piteglio”.

Lei, e gli organizzatori tutti, avete più volte sottolineato come “Appennino Incanto” sia la prima rassegna di musica lirica che crea un ponte tra Emilia e Toscana e serve per far scoprire le bellezze di questi luoghi.

“In genere in Montagna bisogna stimolare la gente che si è un po’ spenta. A Piteglio devo dire che non c’è stato bisogno. Il paese si fa in quattro, sente sua questa iniziativa e sa che è un’occasione da cogliere. Sono i singoli cittadini ad ospitare chi viene qui per alcuni giorni a frequentare i master. Sono cose molte belle, fatte con lo spirito giusto, un grande stimolo a continuare e cercare di fare sempre di più. Di manifestazioni simili, in giro, ne vedo tante ma si esauriscono nel momento in cui finiscono, non lasciano molto. Noi, invece, vogliamo far vivere il paese. L’altra sera c’erano 80 ragazzi che servivano a tavola alla sagra: vorrei vederli un domani cantare in un coro. Possiamo crearlo un coro. Il coro può acquisire un significato particolare. Come la banda”.

La banda, appunto. Il suo legame all’esperienza della banda di paese è stato importante nella sua vita professionale.

“Molto importante. Io penso che bisognerebbe far rinascere la bande. Sarebbe di grandi aiuto, soprattutto per posti come la montagna, i piccoli paesi. Io con la banda del mio paese, Porretta Terme, musicalmente ci sono nato. Fu la banda a darmi lo strumento. E a farmi conoscere le prime località di qua dal confine appenninico, nel pistoiese. Questa parte della montagna ho iniziato a conoscerla già tanti anni fa, quando venivamo a suonare con la banda. Ricordo di aver suonato più volte a Pontepetri, in occasioni di diverse cerimonie religiose. Alla fine dei concerti la gente del posto ci offriva da mangiare, prosciutto, salame, vino. Una volta, ero appena adolescente, bevvi qualcosina in più, poco perché a quell’età non ero certo abituato a bere alcol. Quando tornai a casa, però, mio padre se ne accorse e mi disse che avevo esagerato”.

Il legame con queste zone come si è sviluppato negli anni?

“A parte le mie frequentazioni da giovane, è stato mio fratello a farmi conoscere questi luoghi. Lui comprò una casa a Piteglio e iniziò a venirci in vacanza. Così l’ho seguito, ho acquistato una casa anch’io e ormai siamo frequentatori abituali, in estate e non solo, di queste zone. Che sono piene di cose belle da vedere e che dovremmo far conoscere di più”.

Sta facendo esperienze simili ad “Appennino Incanto” in altre zone del Paese?

“A Santa Severina, in Calabria, sto tentando di far nascere un’orchestra da camera. In quel contesto ci sono maggiori disponibilità ad ottenere finanziamenti, da parte sia dello Stato sia della Regione. Mi sono messo a disposizione di giovani allievi che provengono dai conservatori, un po’ da tutto il mondo. Li conosco prima, li sento suonare, poi li invito. Così abbiamo rifondato un’orchestra da camera. Mi piace far nascere le cose. Certo, nel mio caso sono aiutato dal fatto di conoscere professionisti di valore, cantanti e musicisti, ai quali posso chiedere un aiuto. Come accade anche nel caso di Appennino Incanto con il maestro Bruno Campanella, Cinzia Forte, il tenore Rudy Park, il baritono Mario Cassi“.

Chi è Angelo Gabrielli

Diplomato al Conservatorio di Bologna, docente di Sassofono presso l’istituto Musicale “Tonelli-Vecchi” i Carpi e Modena, il Maestro Angelo Gabrielli è fondatore e direttore artistico di Stage Door: agenzia di management artistico che in 30 anni di attività ha rappresentato alcuni fra i più importanti artisti della scena mondiale fra cui Luciano Pavarotti, Raina Kabaivanska, Mirella Freni, Nicolai Ghiaurov, Katia
Ricciarelli e Lucia Valentini Terrani. Studioso di problematiche legate al canto, si è ultimamente affermato come docente di tecniche di respirazione legate all’interpretazione del repertorio Lirico e cameristico in particolare, tenendo master in prestigiose istituzioni tra le quali l’Obraztsova Academy a San Pietroburgo, l’Accademia del Maggio Musicale Fiorentino a Firenze, l’Accademia Internazionale di
Canto Città di Pesaro, l’Accademia d’Arte Lirica di Osimo e l’Accademia Filarmonica Romana e il Teatro Nazionale di Tirana (TKOBA), dove ha diretto un concerto di brani mozartiani a conclusione della masterclass. Nell’ottobre 2015 visto il successo ottenuto per il concerto diretto a Tirana, ha contribuito a formare l’Orchestra da Camera del teatro, riprendendo così l’attività di direttore d’orchestra, dirigendo una serie di concerti mozartiani. In luglio ha diretto l’orchestra I Musici di Parma in un applaudito concerto a Salsomaggiore. Tra gli impegni futuri sono previste nuove master class in varie città italiane e prestigiose istituzioni: da segnalare il ritorno al Cemat (Santa Severina), all’Accademia del Maggio Musicale Fiorentino e all’Accademia Filarmonica Romana per un progetto tutto su Rossini. Ad aprile 2017 dirigerà Cenerentola al Teatro Comunale di Modena, progetto didattico curato dall’Istituto Vecchi- Tonelli di Modena e Carpi.


Paolo Vannini

Laurea in scienze politiche, giornalista professionista dal 1998, ha lavorato nei quotidiani La Nazione e Il Giornale della Toscana (edizione toscana de Il Giornale), è stato responsabile dell'Ufficio comunicazione del Comune di Firenze, caporedattore dell'agenzia di stampa Toscana daily news, cofondatore e vice direttore del settimanale di informazione locale Metropoli. Ha lavorato presso l'Ufficio stampa di Confindustria Toscana, ha collaborato e collabora per diverse testate giornalistiche cartacee e on line - fra queste il Sole 24 ore centronord, Il Corriere Fiorentino (edizione toscana del Corriere della Sera), Radio Radicale - si occupa di uffici stampa e ghost writing.