Sambuca, Personaggi e Interpreti  |  marzo 21, 2021

Il sambucano Michele Barbi, illustre dantista, filologo e studioso di poesia popolare

Ricorre quest’anno l’ottantesimo anniversario della scomparsa. La sua imponente opera di raccolta di canti popolari, frutto di un cinquantennio di appassionato lavoro. Le due brevi lettere allo studioso siciliano Giuseppe Pitrè, maestro di studi demo-antropologici in Italia, col quale ebbe rapporti durante le sue prime esperienze di ricerca in territorio pistoiese e sull'Appennino bolognese

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L'antica Rocca

Ricorre quest’anno l’ottantesimo anniversario della scomparsa di Michele Barbi (Taviano di Sambuca Pistoiese, 1867-Firenze, 1941), illustre dantista, filologo e studioso di poesia popolare. La sua imponente opera di raccolta di canti popolari, frutto di un cinquantennio di appassionato lavoro, è in gran parte depositata alla Scuola Normale Superiore di Pisa, ad eccezione di un piccolo fondo conservato alla Biblioteca Forteguerriana di Pistoia.

Le due lettere giovanili

Due sue brevi lettere giovanili indirizzate a Giuseppe Pitrè (1841-1966), maestro degli studi demo-antropologici in Italia, attestano i rapporti che tenne con lo studioso siciliano durante le sue prime esperienze di ricerca in territorio pistoiese e nella confinante area appenninica bolognese. Conservate nella Biblioteca del Museo Pitrè di Palermo, si riferiscono ai suoi primi contributi folklorici, I Maggi della montagna pistoiese e Saggio di canti popolari Pistoiesi, pubblicati dal Pitrè, nel 1888 e nel 1889, nel prestigioso “Archivio per lo studio delle Tradizioni Popolari”, da lui diretto in collaborazione con Salvatore Salomone Marino.

Si tratta di inchieste che il Barbi effettuò da studente alla Normale di Pisa.

Le due missive confermano sia la sua dedizione a questo filone di ricerca sia i rapporti con il coetaneo demologo lucchese Giovanni Giannini (1867-1940), frequentante il medesimo ateneo, che, nel 1887, aveva pubblicato sul periodico del Pitrè il suo Saggio di canti popolari della montagna lucchese.

La prima lettera

Dalla prima corrispondenza che il Barbi inviò al Pitrè, da Pisa, il 22 novembre [1888], troviamo conferma della continuità delle sue ricerche, per la divulgazione delle quali chiese ancora ospitalità nell’”Archivio”:

Mio Signore,

So dal Giannini ch’Ella ha ivi pronto gli estratti dei Maggi pubblicati nell’Archivio. Può spedirmeli a comodo alla Scuola Normale Superiore, ove sono tornato da qualche giorno. Ho raccolto in queste vacanze altri canti, e avrei pensato metterne insieme alcuni pel suo giornale. Li accetterebbe volentieri?

Ossequiandola,

Suo dev.mo

Michele Barbi

La seconda lettera

Dalla seconda lettera si evince che lo studioso siciliano offrì ancora spazio alle esperienze d’inchiesta del giovane Barbi. In questa sua corrispondenza, oltre che ringraziare il Pitrè per gli apprezzamenti rivoltigli, precisò di essere intenzionato a proseguire la sua inchiesta. Priva di data, è da desumere che risalga ai primi mesi del 1889, durante l’elaborazione della sua tesi di laurea, La fortuna di Dante nel secolo XVI, che discusse con Alessandro D’Ancona:

Mio Signore,

Ricevei la sua cartolina e la ringrazio degli auguri che fa alla mia raccolta di canti pistoiesi. Appena sarò libero dalle cure che mi dà la tesi di laurea vi attenderò con più assiduità per compierla al più presto possibile. Intanto veda Lei se può contentarmi in quello che a mio nome le raccomandò il Giannini. Il Prof. D’Ancona disse che La ringraziassi del gentile pensiero, e che della raccolta che intende completargli non ha che due libretti che gli mandò il sig. Salomone Marino, dei quali non ricordava il titolo.

Suo

Michele Barbi

 

Michele Barbi, nel 1895, diede alle stampe un nuovo saggio, dal quale si rileva ulteriormente che la sua metodologia operativa è in linea con i principali studi di poesia popolare del suo tempo.

Venturelli nel convegno su Barbi

Chiudo questa nota con le considerazioni esposte da Gastone Venturelli in occasione di un convegno in onore di Michele Barbi. Dopo avere dichiarato che, nel cinquantennio 1889-1939, l’unica vera ricerca condotta in Italia con un piano preordinato e con una certa sistematicità è quella portata avanti da Michele Barbi, lo studioso contestualizzò lo stato degli studi che si stavano realizzando negli anni dei progetti giovanili del Barbi:

È però forse interessante […] dare uno sguardo agli anni di partenza del Barbi: il Saggio di canti popolari Pistoiesi è del 1889; l’anno precedente erano usciti, raccolti in volume, i Canti popolari del Piemonte del conte Nigra, che spostavano finalmente l’interesse degli studi italiani, dopo alcuni decenni in cui oggetto di studio era stato quasi esclusivamente il canto lirico-monostrofico, sulla canzone epico-lirica (da tener presente tuttavia che la nota tesi nigriana del sostrato celtico applicata allo studio del canto popolare appare già, in tutta la sua completezza, nel saggio La poesia popolare italiana del 1876). Nello stesso anno (il 1889) escono i Canti popolari della Montagna Lucchese di Giovanni Giannini, una delle più importanti raccolte toscane per abbondanza di testi, la prima a concedere la dovuta attenzione alla canzone epico-lirica (sono ben 44 i testi della sezione “storie e canzoni”) e con sezioni, alcune assai consistenti, dedicate a generi fino ad allora per lo più negletti: Canzoni di questua, Canti religiosi, Canti infantili, Bisticci (vale a dire Scioglilingua) e Indovinelli. Due opere diversissime e di diverso spessore teorico, ma entrambe assai importanti per la storia degli studi.

Michele Barbi in una fotografia pubblicata in Storie della Sambuca, a cura di Piero Balletti, Comune di Sambuca  2001

Per saperne di più

Riepilogo i titoli dei primi saggi folklorici di Michele Barbi:

Maggi della montagna pistoiese, in “Archivio per lo studio delle Tradizioni Popolari”, 7 (1888), pp. 97-113

Saggio di canti popolari Pistoiesi, in “Archivio”, cit., 7 (1888), pp. 350-354 e 8 (1889), pp. 57-65

Poesia popolare pistoiese, Carnesecchi, Pistoia 1895 (Nozze Bacci-Del Lungo).

Il contributo di Gastone Venturelli, Michele Barbi studioso della poesia popolare italiana, venne pubblicato in “Farestoria”, 1/2 (1988), pp. 12-16. La rivista raccolse gli atti dell’importante convegno di studi che si tenne a Taviano il 27 settembre 1987, in occasione del 120° anniversario della nascita di Michele Barbi.


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