Ambiente  |  maggio 25, 2019

Faglie e terremoti, fra storia e attualità

Dai cenni sulle ere geologiche al significato di faglia. Quelle più lunghe e pericolose. Come nascono i fenomeni sismici. Tra le zone più a rischio il Centro Italia, con una “frattura” frammentata in tanti segmenti allineati (ma non continui), che percorre il sottosuolo dell’Appennino fino a oltre 20 km di profondità. La situazione in Toscana e sulla Montagna pistoiese

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Mappa interattiva delle faglie in Italia

Questa volta voglio parlare della mia amata Geologia anche riferita alla nostra Regione.

Due note personali

Ormai da tempo avevo abbandonato la materia anche se mi ero laureato in Scienze Geologiche nel lontano 1969 ed ero stato iscritto all’ Ordine dei Geologi fino a quando, ormai Preside, dovetti cancellarmi perché la legge non mi consentiva, in questa veste, di essere iscritto ad un albo professionale. Mi ha spinto una conversazione recente con il collega, molto famoso e conosciuto in Italia, Mario Tozzi, giornalista ma sicuramente grande geologo e studioso della disciplina.

Ho comunque insegnato come assistente Topografia e Cartografia per alcuni anni, ove poi nel 1974 conseguii la libera docenza.

Vorrei ricordare un aneddoto. Un giorno, il mio Professore, mi chiese di fare lezione, come docente, al suo posto ed io, molto emozionato, accettai. Alla fine un bidello mi disse che il Professore aveva assistito e, sembra compiaciuto, alla lezione attraverso un foro presente nel muro dell’aula. Naturalmente ne fui più che felice.

COS’E’ LO ZIBALDONE GEOLOGICO?

Tutti abbiamo studiato bene o male, con più o meno voglia lo Zibaldone di Leopardi.

Lungi da me paragonare questa sezione a cotal maestria letteraria. Faccio mio solamente il concetto di “zibaldone”, ovvero discorsi o scritti senza filo logico, disordinati, fatti di idee eterogenee. Questo potrebbe sembrare ciò che vado a scrivere, se non che il tutto viene raffinato dall’aggettivo “geologico”. E’ mia intenzione o supponenza, raccogliere o raccontare in modo semplice vicende, aneddoti e descrivere personaggi che hanno in qualche modo contribuito ad amplificare, migliorare e approfondire la conoscenza della geologia e delle scienze in generale. E non in minor misura della natura umana. Un filo conduttore che sempre ha legato gli studiosi di geologia e di scienze della terra in generale è stato il motto latino “Mente et Malleo”, (che vediamo nel logo della Società Geologica Italiana). Letteralmente sono due ablativi quindi possono essere tradotti “con la mente e con il martello” oppure un po’ più poeticamente “con la testa e con i piedi”. Ma ancor di più, il filo conduttore che ha legato studiosi di scienze in particolare della Terra, è stato l’irrefrenabile desiderio di conoscenza, intesa come attrazione all’origine delle nostre condizioni primordiali. Questo è bene, in quanto capendo il passato possiamo abbozzare una prospettiva futura di vita in pace (vedi equilibrio) con la nostra prima casa materna, la Terra.

 

Logo Mente et Malleo

LA SCOPERTA DELLE DOLOMITI E DELL’ ALPINISMO

Parlo adesso di due personaggi molto importanti per la scienza in generale e per l’alpinismo: Déodat de Dolomier (1750-1801) e Horace-Bénédict de Saussure (1740-1799). Il primo francese, nato nella regione di Grénoble, famiglia nobile in quanto marchese. Suo padre lo iscrisse molto presto, verso i 3 anni, all’Ordine di Malta, destinandolo così alla carriera militare. Ma questo fu un bene per la sua sete di sapere in quanto riuscì a viaggiare molto e ad affinare le sue conoscenze nelle scienze naturali. Il suo titolo nobiliare non gli fece perdere la testa e riuscì a scampare alla Rivoluzione Francese, soprattutto grazie alle sue conoscenze scientifiche con particolare attenzione alla geologia e alla mineralogia e sostenuto da una spiccata intelligenza favorita da un ottimo spirito di osservazione. Molti minerali che oggi conosciamo sono stati scoperti da Dolomieu: berillo, smeraldo, antracite, ma soprattutto la dolomite, componente principale della dolomite.

Visitò spesso l’Italia con molti viaggi sulle Alpi ma anche in Calabria e Sicilia dove studiò gli effetti del terremoto del 1783 e gli effetti sugli edifici costruiti su depositi alluvionali e altamente liquefacibili. I suoi studi vennero confermati dal terremoto di Messina del 1908.

Le ere geologiche

E adesso veniamo alla disciplina.

Premetto che le ere geologiche sono cinque; la Terra ha ben 4,5 miliardi di anni così suddivisi:

età arcaica da 4,5 miliardi a 400 milioni di anni fa

età paleozoica da 400 a 230 milioni di anni fa

età mesozoica da 230 a 65 milioni di anni fa

età cenozoica da 65 a 2 milioni di anni fa

età neozoica o quaternaria da 2 milioni di anni fa ad oggi.

Nella prima si formò l’atmosfera; nella seconda si formò la terraferma e comparvero le prime grandi forme di vita; nella terza comparvero i rettili, i dinosauri e i piccoli mammiferi come i roditori; nella quarta si estinsero i dinosauri e apparvero i grandi mammiferi tipo cavalli e bovini e al termine dell’era comparvero anche gli Ominidi che successivamente si evolsero nell’era quaternaria odierna la quale ha avuto inizio, come detto, 2 milioni di anni or sono; si arrivò al genere Homo secondo questo ordine: Habilis, Efrectus, e infine Homo Sapins Sapiens.

Il concetto di faglia

Detto questo voglio parlare del concetto di faglia (fault in inglese) ovvero struttura nella crosta terrestre con spostamento verticale o orizzontale di una parte rispetto all’altra.

La superficie della faglia è la lunghezza della faglia stessa. La parte alta è detta tetto mentre quella bassa è detta muro.

Sono le faglie che generano i terremoti (dal latino terrae motu). Infatti le rocce della crosta terrestre accumulano in tempi lunghissimi energia; quando si supera il punto critico di resistenza si ha la frattura con una vibrazione avvertita dalla popolazione.

Di solito i terremoti avvengono nelle faglie; partono dall’ipocentro (punto più basso) che in superficie si chiama epicentro (punto ove si avverte la scossa).

Famosa è la faglia di Sant’Andrea, in California che nei prossimi decenni potrebbe essere responsabile del Big One ovvero il più disastroso terremoto nella storia.

E’ una faglia trascorrente cioè con movimento orizzontale ed è lunga ben 1300 km.

Nel 1906 fu la faglia responsabile del disastroso terremoto che distrusse quasi completamente la città di San Francisco. Adesso i geologi temono per la città di Los Angeles.

Detto questo parlando della nostra Italia, territorio geologicamente molto giovane, ove le faglie sono numerose tranne che in Sardegna dove difficilmente vi sono terremoti in quanto non vi sono faglie mi soffermo un attimo sulla così detta Linea Livorno-Sillaro, grande struttura trasversale che parte da Livorno, arriva a Pistoia, devia a sud-est e indi riparte da Prato e si dirige verso il fiume Sillaro a nord-est.

Linea Livorno Sillaro

 

Mappa interattiva delle faglie

L’individuazione di faglie attive e sismogenetiche, cioè in grado di generare terremoti, definisce la pericolosità sismica di una Regione; tra quelle più a rischio vi è di certo il territorio del Centro Italia: la particolarità di questa frattura è che si presenta frammentata in tanti segmenti allineati, ma non continui, che percorre il sottosuolo dell’Appennino centro-settentrionale fino a oltre 20 km di profondità.

Per quanto riguarda la Toscana, tremano molte province con sismi però non eccessivi: 3-4 magnitudo della scala Richter. Particolarmente colpite sono solitamente l’area del Mugello (nel 1919 avvenne un terremoto enorme) e la Garfagnana.

Anche la montagna pistoiese non è affatto area esente. Nel mio Istituto, circa 30 anni or sono, avevo fatto istallare un sismografo che in tempo reale mi dava notizie di terremoti locali.

Adesso, se vogliamo seguire la situazione dei terremoti sia locali sia nel mondo, dobbiamo andare sull’apposito sito grazie alla pagina Terremoti in tempo reale oppure su facebook al seguente indirizzo: www.facebook.com/in meteo.

Concludendo voglio mostrare la cartina d’Italia nella quale sono riportati le faglie e (mappa interattiva) e una carta relativa allo schema tettonico dell’Appennino settentrionale.

Mappa grande

Bibliografia essenziale

– Bortolotti V: La tettonica trasversale dell’Appennino

– Merla G.: Geologia dell’Appennino settentrionale

– Salvioni G.: Rilievo gravimetrico della Toscana

– Nardi R.: Schema geologico dell’appennino tosco-emiliano


La Redazione

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