After all is basketball  |  maggio 11, 2018

The Flexx, si apre il dopo Maltinti

Archiviata la stagione con una bella vittoria nell'ultima gara, occhi puntati sulle nuove strategie societarie del Pistoia basket. Un grande grazie al presidente uscente ma adesso serve un cambio di marcia. Siamo tra le 15 migliori piazze italiane dove si gioca la grande pallacanestro italiana: bisogna creare le condizioni per non raffreddare l’entusiasmo dei soliti sponsor e, magari, diventare davvero attrattivi verso nuove realtà

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Il presidente del Pistoia Basket, Roberto Maltinti

PISTOIA. E’ stata una bella partita, i ragazzi avevano promesso che si sarebbero congedati con una bella prestazione e sono stati di parola. Probabilmente la testa scarica di entrambe le squadre – noi già salvi, loro certamente terzi ed in attesa del primo turno playoff – ha aiutato tutti a giocare a cuor leggero, fatto sta che è venuta fuori una partita davvero divertente ed il sipario è calato sulla stagione con un grande applauso del pubblico alla squadra.

Dal “Conclave” il nuovo presidente

Ci saranno ancora modi ed occasioni per tornare sulla valutazione della stagione vista al PalaCarrara, la verità però è che adesso l’attenzione di tutti è rivolta al Conclave – che si sta riunendo proprio adesso, mentre scrivo queste righe – da cui uscirà, salvo clamorose sorprese, il nome del nuovo pontefice, ovvero del nuovo presidente del Pistoia basket.

Non sarà un Conclave semplice, si sono rincorse alcune voci tra le più disparate ma personalmente resto dell’idea che la rosa dei cardinali da cui scaturirà il papa sia ristretta al massimo a tre persone, uno dei quali diventerà appunto presidente mentre gli altri due saranno molto ben inseriti e più che mai operativi nel consiglio.

Le voci sul prossimo numero uno

Alcuni bene informati – chissà quanto bene informati, a ben vedere – sussurravano il possibile coinvolgimento nella stanza dei bottoni, almeno in qualche misura, anche di due ex capitani di spessore. Li ho interpellati entrambi, il primo ha risposto dicendomi che era un’ipotesi da fantabasket, il secondo in effetti non ha escluso la possibilità, ma mi ha dato l’impressione di ritenere la cosa quantomeno prematura. Probabilmente – ma questa è una mia semplice sensazione – vuole innanzitutto capire chi sarà il prossimo presidente, per poi fare le proprie valutazioni. Staremo a vedere.

Un grazie a Maltinti

Vorrei spendere due parole sul Presidente che vorrei, ma prima, però, non posso e non voglio esimermi da scrivere un pensiero per Maltinti. Anche io, che certamente spesso non sono stato tenero con Robertone, mi sento in dovere di ringraziarlo sinceramente e di farlo davvero di cuore. Ci ha messo l’anima, prima di tutto, ci ha messo la faccia, ha fatto da parafulmine a tutti. Ha fatto tanti errori, certamente, ma anche quando mi ha fatto rizzare i capelli in testa gli ho sempre riconosciuto una passione autentica e viscerale.

Serve un cambio di marcia

Detto questo, a mio modesto avviso, con la figura del nuovo presidente è assolutamente necessario un cambio di marcia sotto molteplici aspetti. Il primo, la questione della percezione della piazza, ovvero quanto sia utile, a questo punto, far passare – nei confronti di chi viene a giocare, di chi ci arbitra ogni domenica, di chi comanda in Lega, di eventuali sponsor in entrata – che a Pistoia siamo una grande famiglia.

Sia chiaro, un certo tipo di ambiente è stato un elemento fondamentale in tutti questi anni. Un conto, però, è sapere che la Baraonda biancorossa – per fare il primo esempio che mi viene in mente, quello più semplice ed evidente – è sempre presente e non fa mai mancare il proprio supporto, altro è far passare l’idea che il presidente è una specie di buon padre di famiglia, protettivo ogni oltre limite dei propri ragazzi e pronto ad infiammarsi ogni piè sospinto per difendere la causa.

Più presidente, meno tifoso

Essere ruspanti è bello e ricorda tanto la nostra amatissima pistoiesità, ma un presidente resta un presidente. Con tutto il rispetto, preso atto delle scuse di Roberto che probabilmente è il primo ad essersi reso conto di aver esagerato, non può e non deve più succedere di vedere un presidente in versione cavallo pazzo che fa invasione di campo per protestare contro gli arbitri e che si piazza sotto il canestro con aria incazzata.

Roberto, probabilmente non ti piace leggere queste parole, ma la forma massima di rispetto che conosco è non trattare nessuno con accondiscendenza, ma dire e scrivere quello che penso. A parte, qui mi travesto da avvocato, che ti è pure andata bene, perché se una persona qualsiasi fa quello che hai fatto tu, per giunta recidivo, 99 volte su 100 prende un daspo, io mi domando se un presidente può essere il tifoso che fa interrompere, seppure per pochi istanti, il regolare svolgimento di una gara. Un curvaiolo sù di giri, forse, ma il prossimo presidente, vi prego, non può e non deve farlo. Altrimenti non può stupire se nessuno a Roma ci prende sul serio.

Una nuova immagine di società

Vi è una cosa, però, che probabilmente con la nuova presidenza dovrà cambiare, dal mio punto di vista ovviamente, sempre connessa con la percezione che arriva agli occhi di chi ci osserva, ovvero l’immagine che vogliamo far passare come società.

Siamo nella massima serie da qualche anno, ormai, siamo tra le 15 migliori piazze italiane dove si gioca il grande basket di casa nostra. Abbiamo certamente una marea di problemi, ma la questione di fondo è cosa comunicare all’esterno. Io credo sia giunta l’ora di smettere di piangere miseria, senza con ciò voler negare le oggettive difficoltà gestionali, per puntare forte sul messaggio che il prossimo sponsor sarà un marchio che si lega ad una bella realtà di serie A, non ad una specie di onlus di volontari che danno la sensazione di tirare giù il bandone da un momento all’altro. Nuova linfa vitale alla comunicazione, al marketing, uno sforzo concreto – insomma – per evitare di raffreddare l’entusiasmo dei soliti benemeriti che si frugano in tasca e magari per diventare davvero attrattivi verso nuove realtà.

La faccio troppo semplice? Sicuramente sì, dagli spalti è sempre facile giudicare. Il dibattito, in attesa della fumata bianca sul nuovo presidente, è aperto.


La Redazione

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