After all is basketball  |  marzo 19, 2018

The Flexx, qualche ragionevole dubbio

Contro Reggio subiti 78 punti, troppi per il Pistoia Basket di oggi: le vittorie vanno costruite in difesa, come con Varese. Le scelte di Esposito? Difficile non puntare, nei momenti topici, sui giocatori di maggior qualità ed esperienza. Bene la crescita degli italiani ma non possiamo pensare che siano l'ossatura portante della squadra. Diawara non sarebbe venuto a Pistoia se fosse stato il giocatore di un tempo, Bond non sarebbe stato nel roster con Czyz in condizione. Decisamente sbagliata la scelta di puntare sul polacco a inizio stagione. Inutile, oggi, cercare un capro espiatorio. Pesaro e Capo d'Orlando continuano a far peggio di noi, approfittiamone. E contro Venezia speriamo nella Pasqua di resurrezione...

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PISTOIA. Sabato sera è venuto in curva Alessio, un tifoso della Pistoiese che non disdegna di sostenere con forza anche i biancorossi. Al termine del primo quarto mi ha avvicinato dicendosi soddisfatto di come stessimo giocando, dopo che aveva visto qualche incertezza iniziale. Gli ho risposto che la sfida era quella di tenere Reggio sotto quota 75 realizzati altrimenti non avremmo vinto, in questo senso l’assenza di Della Valle era un vantaggio oggettivo da sfruttare.

Presi più di 75 punti: sconfitta scritta

Reggio ne ha segnati 78 ed ha strappato i due punti. Ora, non è che io sia un veggente, non è nemmeno che sia – anche se mi scoccia ammetterlo – particolarmente competente, il punto è che la storia di questo campionato racconta che non abbiamo 80 punti nelle mani, a parte quando siamo sotto di venti e non conta niente, pertanto la previsione era tutto sommato semplice da fare. Più che gli 8 punti segnati nel quarto periodo, personalmente mi ribolle averne subiti 20. Quando ho visto che alla fine del terzo tempo Reggio era sempre a quota 58 ci ho sperato davvero, poi su quello che è successo negli ultimi dieci minuti il dibattito resterà aperto per settimane.

Contro Varese difesa super

E’ un fatto, però, per fare un esempio banale, che dopo la vittoria contro Varese il primo dato snocciolato dal coach in conferenza stampa post partita sia stato quello dei pochi punti concessi agli avversari – in nessun quarto ne avevamo subiti più di 18, parole più o meno testuali – segno che non ci si può seriamente stupire di continuare a vedere alcune bocche da fuoco con le polveri bagnate e che la vittoria va cercata, le poche volte che è alla portata, nella fatica del buon vecchio scivolamento difensivo. C’è poco da aggiungere, mi pare.

Contro Reggio statistiche non così negative

Dopodiché, per assurdo, non è stata nemmeno la peggior partita dell’anno. Leggi i dati e vedi che 5 giocatori sono andati in doppia cifra – il sesto, Ivanov, si è fermato a quota 9 sbagliando ancora una volta troppi liberi – e quindi, tutto sommato, se è vero che non è stata giocata una pallacanestro per palati fini, è altrettanto vero che sono state cercate le soluzioni migliori, che impegnassero più o meno tutti nel portare il mattoncino alla causa.

I problemi di un’intera stagione

Vicenda Diawara – I punti dolenti, parlo della stagione in generale, sono altri. Alcune considerazioni random. La prima è dettata dal vecchio sano realismo: è impensabile che un giocatore con il curriculum vitae di Diawara possa scegliere Pistoia se si trova in un momento di forma splendida. Hanno dunque sbagliato ad ingaggiarlo? Non so rispondere, ma personalmente credo che una scommessa con un giocatore del genere, peraltro cercato in un momento di piena emergenza, l’avrei provata anch’io.

Vicenda Gordon – Si dice, poi, che è stato assurdo mettere a libro paga un giocatore che ha deciso di smettere dopo appena un mese di permanenza a Pistoia. Ora, io non voglio passare per l’avvocato difensore di nessuno, ma credo che, per quanto tutti possano e debbano essere criticati, né IozzelliEsposito Stilli siano degli sciocchi masochisti che, pur consapevoli di ingaggiare un giocatore prossimo alla pensione, abbiano puntato una pistola alla tempia di Gordon per costringerlo a firmare il contratto, salvo poi lasciarselo scappare dopo poche partite. Insomma, quella di Gordon mi pare sia stata una scelta molto personale, oggettivamente difficile da prevedere.

Le scelte di Esposito: premessa

Si punta l’indice contro Esposito che, secondo una certa ricostruzione, sarebbe talmente rintronato e talmente in confusione da dimenticare di dare minutaggio all’ottimo Laquintana, colpevolmente lasciato in panchina per troppi minuti. Ora, Esposito non è perfetto e commette errori come ogni essere umano, tuttavia sento la necessità di scrivere una cosa che non deve essere fraintesa altrimenti rischia di essere antipatica.

Complimenti a giocatori italiani

La prendo larga. Dipendesse da me, ragionando di pancia ripartirei la prossima stagione da Laquintana e Gaspardo – magari anche da Mian, perché no? – a prescindere dal fatto che ci si sia salvati o meno. Al di là delle legittime aspirazioni dei giocatori, infatti, questi certamente si sono meritati simpatia, rispetto e rinnovo. Detto questo, ragioniamo per assurdo ed ipotizziamo che Laquintana tenga 15 punti di media da qui alla fine del campionato. Ecco, non credo che si possa seriamente pensare che, se in squadra ci fossero 5 americani fenomenali, questi 15 punti di media andrebbero necessariamente ad aggiungersi alle prestazioni super degli stranieri.

Ma se gli italiani sono i migliori esiste un problema

Mi spiego meglio: il pacchetto italiani – in una realtà come la nostra – deve portare un mattoncino di un certo tipo al bilancio generale della squadra. Quando ogni domenica il migliore in campo è uno tra Tommaso, Raphael e Fabio, vuol dire che abbiamo un problema grosso come una casa con la qualità del quintetto base. Penso di poterlo scrivere senza che i ragazzi abbiano niente di cui risentirsi.

Gaspardo – mi si perdoni la franchezza, anche questo penso di poterlo scrivere senza urtare la sensibilità di nessuno – ha giocato la propria migliore stagione lo scorso anno, quando è stato uno degli elementi migliori della squadra che è retrocessa. Insomma, in un sistema che prevede 5 stranieri, il fatto che l’mvp di ogni partita sia quello che, almeno in teoria, è il sesto uomo, è a conti fatti il sintomo ed il manifesto più grande di tutti gli errori commessi in sede di mercato.

Le scelte di Esposito: conclusione

Con ciò, ovviamente, mi tolgo il cappello davanti a Tommaso, Raphael e Fabio, scrivo questo per intendere che non me la sento di tirare addosso la croce ad un coach che insiste nel ritenere che, nei momenti che contano, ci si debba affidare a quelli che dovrebbero essere le sicurezze della squadra. Ripeto il concetto, nei momenti che contano è normale che un allenatore si affidi a quelli che reputa essere cavallini di razza, quelli maggiormente affidabili, quelli che magari hanno giocato malissimo ma possono – almeno in teoria – tirare fuori dal cilindro la giocata di talento. Al posto di Esposito, in quanti rinuncerebbero a cuor leggero a Moore, McGee o Ivanov, anche al termine di una partita giocata male? Io non sono sicuro che avrei il coraggio. Poi, certamente, se vinci sei un eroe e quando invece la partita ti scivola via, come sabato sera contro Reggio, è fisiologico si apra il processo anche al coach, ci mancherebbe altro.

L’asse play-pivot che non c’è

La verità, però, almeno dal mio modesto punto di vista, è che Vincenzo ha dato spettacolo per due anni perché aveva un solidissimo asse play-pivot, che è un asse che quando funziona permette tante soluzioni diverse, mentre quest’anno ci tocca Bond e, conseguentemente, siamo tornati al corri e tira che ricorda tanto l’ultima stagione di Moretti, caratterizzata anch’essa dalla sostanziale assenza di lunghi.

Ancora su Bond

Jaylen Bond, fermiamoci un attimo. A fine partita più di una persona ha sollecitato alcuni di noi della sala stampa a porre domande scomode, su tutte i motivi dell’ingaggio di un giocatore del genere. Ora, a parte che, ma vi garantisco che lo scrivo senza polemica e col sorriso sulla labbra, è pieno di testate on line disposte a chiedere il rilascio del pass per la sala stampa a chiunque voglia scrivere due righe come corrispondente da Pistoia – pertanto basterà proporsi e raggiungerci in sala stampa a formulare le domande che si ritengono più opportune – la verità è che le risposte che si cercano sono state già date, su Bond, su Crosariol, su tizio, caio e sempronio. Sta al giornalista riportarle, commentarle se ritiene opportuno farlo, sta al pubblico che legge farsi un’opinione in merito.

Il vero errore? Puntare su Czyz

Su Jaylen, tanto per esser chiari, ci è già stato detto mille volte che il suo ingaggio nasce dall’emergenza prodotta dall’infortunio di Czyz, cosa vi aspettate che venga detto oggi? Sono tra quelli a cui questa risponda non basta più, per tanti motivi, ma non ha senso chiedere cose la cui risposta ufficiale è nota anche ai muri. Personalmente, credo che il baco vada trovato altrove. Com’è possibile che l’anno prima il polacco non fosse fisicamente affidabile e non sia stato riconfermato, e che l’anno dopo ci si sia investito un ingaggio importante, nonostante venisse da un grosso infortunio a Caserta? Perché il problema del budget, al limite, nasce dalla buona uscita data ad un giocatore rotto, che è sempre stato rotto e che veniva da mesi di stop. Il baco della questione, al limite, sta lì.

Questioni di lana caprina

Comunque sono tutte questioni di lana caprina. Alla fine, che cambia? Quando anche avessimo individuato un capro espiatorio per tutti i mali di questa stagione, resta il fatto che dobbiamo trovare punti salvezza. Pesaro e Capo d’Orlando continuano a perdere, noi aspettiamo i campioni d’Italia e confidiamo nella Pasqua di resurrezione. Ci vorranno un grande cuore e tanti, tantissimi attributi.


La Redazione

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