Il paradosso di Sambuca Castello

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Ogni volta che piove con insistenza la montagna soffre: smottamenti, crolli, piccole e grandi frane. Stavolta è toccato a Sambuca con il crollo di un vecchio muro di retta. Il fascinoso borgo è poi un caso a sé. Con tante case acquistate da residenti in città e molte potenzialità inespresse. A partire dall'ostello ormai chiuso da una decina di anni


“Dimoiare”, l'invito ad una profonda riflessione sul male, il dolore e i tesori della vita

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L'ultimo romanzo di Federico Pagliai prende il titolo da un'antica espressione della nostra montagna per salutare la stagione fredda e l'arrivo della primavera, che indica anche una rigenerazione naturale e spirituale. La parte più intrigante e densa di spiritualità del libro è ambientata in Ohio, negli Stati Uniti. Accanto a questa una più “autobiografica”, l'esperienza di infermiere a contatto con la sofferenza e la malattia. Con un approdo finale ad una verità e ai modi con i quali va cercata

“Centri” e aree marginali: due mondi che non possono restare così lontani

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L'allarme dell'ISTAT: tra 70 anni le zone montane nazionali, con sola eccezione del Trentino Alto Adige, saranno un deserto demografico. Molti borghi e paesi cesseranno di vivere. Il Manifesto per riabilitare l'Italia del 2020 indica un percorso nuovo, più attento alle esigenze dei territori periferici. Servono politiche territoriali inclusive che avvicinino “centri” e “periferie” per dare un futuro a entrambe

Il bacino di Pavana: uno scheletro nel verde

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Svuotato ormai da due anni per interventi di manutenzione. Lavori indispensabili, come ha spiegato Enel Greem Power. Il problema sono i tempi: si pensa ad un periodo di chiusura di 5 anni, tra progetti, autorizzazioni burocratiche nazionali ed interregionali e realizzazione dei lavori. Il timore tra gli abitanti del Comune di Sambuca è che ciò possa preludere ad una lenta agonia dell'impianto. Una struttura così importante, anche dal punto di vista ingegneristico, che questo territorio non può permettersi di perdere

L'epoca delle emergenze infinite

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Da ormai 50 anni e più in ogni stagione dell'anno si grida ai disastri: bombe d'acqua, frane, alluvioni, siccità, incendi, esondazioni, erosioni. Gli effetti di tutti questi fenomeni sono enormemente amplificati da varie inadempienze e mancati interventi. La grande siccità da acquedotti "colabrodo" e dalla mancata realizzazione di piccoli e piccolissimi invasi. Gli incendi dall'incuria generalizzata dei boschi. Le bombe d'acqua dall'abbandono del reticolo secondario dei corsi d'acqua e dell'intero territorio montano. Le trombe d'aria da una gestione poco accorta degli alberi in prossimità di strade o centri abitati

Il recupero del vecchio cinema delle Piastre diventa realtà

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Un'idea molto bella, attenti solo alle cattedrali nel deserto. Il progetto guarda lontano e potrebbe diventare un laboratorio di aggregazione per gran parte dell'offerta culturale e folclorica dell'intero territorio montano. Il ruolo determinante delle associazioni del volontariato che scontano però la mancanza di forze giovani

I venti anni della carbonaia di Vivaio

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L'accensione e lo spegnimento nel piccolo paesino vicino a Le Piastre fra domenica 10 e domenica 17 luglio. Impiegati circa 60 quintali di legna, per ricavarne non più di 12 quintali di carbone. Una tradizione da coltivare che fa riemergere un gergo tutto particolare, coniato da un mondo ormai tramontato per sempre. Quando verrà tolto il carbone Paolo Begliomini, Alessandro Nannetti e Moreno Pistolozzi useranno rigorosamente zoccoli di legno, perché ogni altro tipo di calzatura verrebbe bruciato dal calore

Il gioco "brado" che fu dei bambini di montagna: una buona "ricetta" anche per oggi

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Il libro aperto della vita era la natura circostante, il fiume, i campi, i boschi e gli animali a farla da protagonisti. Oggi è tutto cambiato e i giochi dei ragazzi e dei giovani sono ipertecnologici. L'illuminante lettura di "Noi e l'albero" della neuropsichiatra infantile Valentina Ivancich, ricercatrice presso l'Università “La Sapienza” di Roma. Alle patologie psichiatriche infantili non sarebbero estranei i “giochi strutturati”, che si sviluppano all'interno di schemi e leggi definite e precostituite. La conclusione dell'autrice: “Più natura e meno attrezzatura”