
Mentre istituzioni, politici e opinione pubblica si avvitano su dialettiche ideologiche quotidiane, divisive e laceranti, le condizioni dell’ambiente e del territorio vanno costantemente peggiorando e non tanto per i cambiamenti climatici, come si sente dire da più parti, quanto per l’incuria generalizzata e per l’incapacità dei centri di governare le periferie e non solo quelle periurbane, ma soprattutto le zone collinari e montane che fanno da contorno a città e paesi.
Il degrado è percepibile a occhio nudo; basta addentrarsi nei boschi o percorrere a ritroso gli alvei dei torrenti e dei fossi che circondano Pistoia per rendersi conto dello stato di abbandono in cui versano, nella più totale indifferenza e nella più assoluta mancanza di prevenzione.
Tutti devono capire che i pericoli vengono sempre dai monti e se non ci si occupa della messa in sicurezza delle aree montane, è ormai assodato che, in un modo o nell’altro, le conseguenze scendono a valle e risultano nefaste per la grande piana e per i suoi abitanti. Negli ultimi vent’anni i casi di disastri naturali sono aumentati in modo esponenziale ed ogni volta si piangono lacrime di coccodrillo senza porvi rimedi strutturali.
La valle del Vincio di Brandeglio
Solo a titolo di esempio, è sufficiente risalire la valle del Vincio di Brandeglio (ma potrebbe essere qualsiasi altro corso d’acqua intorno alla città) per accorgersi di quanto sia inesorabile e progressivo il degrado di briglie, opere murarie, murelle e di quante frane, piccole e grandi incombono sul corso d’acqua, solo limitandoci al tratto che va dalla località La Sega fino al Ponte di Necca. Per non parlare del tratto più a monte che, dopo l’alluvione del 2002 non è più stato manutenuto e che attualmente è un intrico di alberi caduti che con le piogge autunnali potrebbero produrre un pericoloso effetto-briglia.
Gli Amici di Pupigliana
Eppure i cittadini che vivono a ridosso del Vincio di Brandeglio hanno più volte segnalato alle istituzioni i pericoli a cui va incontro l’intera valle e di conseguenza la città se non si prenderanno provvedimenti in tempi brevi. Addirittura l’Associazione “Amici di Pupigliana” ha documentato in una pubblicazione (I Quaderni del Metato), corredata da tante foto e consegnata da tempo all’amministrazione comunale, lo stato di incuria della valle, senza ottenere alcuna risposta.
Dalla documentazione fotografica emerge la reale condizione di degrado, che minaccia abitazioni, ponti e persino i tracciati viari, sottoposti a crepe e smottamenti, tanto che non sono pochi i tratti della via di Pupigliana costellati da transenne provvisorie che ormai sono diventate definitive, come succede spesso nel nostro strampalato Paese.
Le condizioni della biodiversità
Nelle norme regionali, Legge e Regolamento forestali innanzi tutto, si pontifica sull’importanza della biodiversità e sulla necessità di proteggere ogni forma di vita animale e vegetale per consentire l’armonia dell’ecosistema. Ebbene, percorrendo sempre la Valle del Vincio di Brandeglio, si può vedere come si sia affermato il monopolio assoluto della Robinia Pseudacacia (la cascia), una specie invasiva alloctona che ha fagocitato tutte le altre essenze forestali. E’ dunque questa la protezione della biodiversità? E’ questo il risultato di assunti normativi perfetti nella forma, ma evanescenti nella sostanza? E’ questa la gestione delle zone periurbane e montane? E’ questa la tanto conclamata e virtuosa protezione del paesaggio?
E non si tratta, si badi bene, di una considerazione dettata da spirito di parte, perché ovunque si sono smarriti il senso di appartenenza al territorio di origine e soprattutto la cura e la prevenzione di esso, come se non esistesse un futuro e si continuasse a vivacchiare in un oggi grigio, senza fine, privo di idee, di fantasia, di coraggio e di creatività.
LA FOTOGALLERY
Un esempio di erosione dei muri di contenimento del fiume
Frana in prossimità delle abitazioni di Torbeglia
Erosione delle sponde del Vincio (a sinistra) e la situazione della strada di Pupigliana
Lesioni sotto il ponte di Pupigliana
Murella di protezione sulla sponda del fiume. Crollo evidente
Briglia crollata alla Serina presso il ponte di Necca