In questi ultimi anni il problema dei cambiamenti climatici è risultato sempre più percepibile, ed ha richiamato sempre maggiore attenzione da parte dell’opinione pubblica.
In Europa e nel Mediterraneo l’aumento di temperatura, così come la maggior frequenza di fenomeni estremi di temperatura (come le ondate di calore) e di precipitazione, osservata nelle ultime decadi, è risultato anche più rapido rispetto a quello che è stato registrato a livello mondiale.
In Italia dalla metà degli anni ’50 a oggi a livello annuo le temperature in Italia sono aumentate di quasi 2 gradi (+1,9 °C) con differenze però anche significative tra le diverse stagioni. In particolare, il forte riscaldamento che ha caratterizzato gli ultimi decenni è risultato più evidente in estate (+2,7 °C), poi in autunno e in inverno (entrambe le stagioni a +1,8 °C); un po’ meno rapido invece l’aumento primaverile (+1,0 °C).
Anche la Toscana non è stata risparmiata dall’aumento di temperatura ed i numeri parlano di un incremento per le zone di pianura di 1,6 °C a livello annuale, addirittura +2,9 °C in estate. Simile a quello annuo il riscaldamento registrato in primavera e autunno (+1,5 °C); meno evidente invece il riscaldamento osservato in pianura nei mesi invernali (+0,8 °C).
La quantità di piogge in Europa e in Italia
Per quanto riguarda le precipitazioni i segnali del cambiamento climatico non vanno verso un’unica direzione così come per la temperatura, ma indicano zone (nord Europa) nelle quali le precipitazioni nelle ultime decadi sono in aumento e zone (Mediterraneo) nelle quali invece si sta osservando in prevalenza una lieve diminuzione delle precipitazioni annue.
In Italia i dati degli ultimi 70 anni indicano a livello annuale una tendenza verso una diminuzione (-15%). A livello stagionale maggiore è la diminuzione delle precipitazioni osservata in inverno (-25%) e primavera (-18%). Minore è la diminuzione delle precipitazioni in estate (-10%) e autunno (-5%).
Le piogge in Toscana
Per quanto riguarda la Toscana i dati a partire dalla metà degli anni ’50 indicano a livello annuale una tendenza verso una lieve diminuzione (-8%). A livello stagionale è maggiore la diminuzione delle precipitazioni in primavera (-22%) ed in estate (-25%). In inverno, rispetto a circa 70 anni fa, oggi cade circa il 10% di pioggia in meno, mentre in autunno piovono gli stessi millimetri che in passato. Queste tendenze per la Toscana non risultano comunque significative dal punto di vista statistico.
Rispetto al passato però il regime precipitativo sembra che stia cambiando:
· quando piove lo fa in maniera più abbondante
· aumenta la proporzione di pioggia annua dovuta ad eventi intensi
· si alternano sempre più spesso anni o periodi con forte carenza idrica ad anni o periodi con forte disponibilità idrica
· le precipitazioni non sono omogeneamente distribuite nel tempo sia nella stagione secca che in quella piovosa
In questo contesto, come si pone la zona dell’Appennino pistoiese?
LA SITUAZIONE DELL’APPENNINO PISTOIESE
Le temperature
L’aumento di temperatura osservato in montagna negli ultimi 70 anni circa, è anche leggermente superiore a quello registrato nelle zone di pianura della regione (+1,9 °C vs. +1,6 °C), con l’anno 2022 di gran lunga più caldo dell’intera serie storica; ciò è soprattutto dovuto al fatto che le temperature in montagna stanno aumentando anche nella stagione invernale (+1,8 °C), a differenza delle zone di pianura (+0,8 °C), dove il fenomeno dell’inversione termica limita l’aumento termico. La stagione nella quale l’aumento di temperatura è massimo in Appennino è ancora l’estate (+2,3 °C) seguita dalla primavera (+1,9 °C), dall’inverno (+1,8 °C) e dall’autunno (+1,1 °C).
In diminuzione i giorni senza disgelo (giorni con temperatura massima inferiore a 0 °C), passati ad Abetone da 38 ogni anno ai 22 di “oggi”. In Appennino le ondate di freddo sono sempre meno frequenti e più brevi rispetto al passato. Sono in aumento invece le ondate di calore.
L’immagine seguente mostra la temperatura media annua osservata ad Abetone dal 1955 e la sua tendenza.
PIOGGE nell’ APPENNINO PISTOIESE
Per quanto riguarda le piogge a partire dal 1955, i dati (relativi alla media delle stazioni meteorologiche di Abetone, Melo, Serra Pistoiese, Prunetta, San Marcello Pistoiese, Acquerino) indicano a livello annuale (vedi immagine seguente) una tendenza verso una lieve diminuzione (-8%). L’anno 2022 risulta comunque essere il più secco degli ultimi 70 anni. A livello stagionale, è significativa la diminuzione delle precipitazioni osservata in estate (-33%; vedi immagine), inferiore la diminuzione osservata in primavera (-18%) ed inverno (-9%); le piogge autunnali non mostrano alcuna tendenza rispetto al passato.
La diminuzione dei giorni di pioggia, a livello annuale e stagionale, è maggiore rispetto a quella osservata per le precipitazioni; ciò significa che, quando piove, lo fa in maniera più abbondante rispetto al passato. Questa tendenza verso l’aumento dell’intensità giornaliera di pioggia si osserva sia annualmente (vedi immagine) che stagionalmente, ma è più evidente a livello annuale (+17%) e autunnale (+12%). In aumento, seppur non significativo, anche le piogge molto intense e quindi il rischio che si possano verificare fenomeni di dissesto idrogeologico ed alluvioni lampo.
Quanto nevica nell’ APPENNINO PISTOIESE
L’analisi del trend, relativa al periodo che va da dicembre a marzo e dalla fine degli anni ’60 (dati disponibili dall’inverno 1969/1970) mostra per Abetone una tendenza verso una diminuzione (-38%), seppur non statisticamente significativa, dei cm di neve caduti. Si va infatti mediamente dai circa 3 metri e mezzo degli anni ’70 ai circa 2,5 metri delle ultime 10 stagioni sciistiche. Si osserva invece una tendenza che va verso un lieve aumento (non significativo) delle precipitazioni (pioggia + neve) nello stesso periodo. Pertanto nel periodo dicembre-marzo, rispetto al passato, le precipitazioni sono più frequentemente piovose, piuttosto che sotto forma di neve; ciò è in linea con l’aumento delle temperature osservato soprattutto a partire dagli anni ‘90.
L’analisi dei trend a livello mensile, per lo stesso periodo, mette in evidenza una lieve diminuzione, non statisticamente significativa, delle nevicate sia a dicembre che nei mesi che vanno da gennaio a marzo. La stagione sciistica quindi sembra iniziare in ritardo ed essere più corta rispetto al passato. Considerando l’aumento termico invernale (+1,8 °C) è come se il nostro Appennino si fosse spostato più in basso di circa 300 metri per cui è scesa anche la probabilità che le precipitazioni siano nevose.
Giorgio Bartolini
Meteorologo Lamma Toscana