Ambiente  |  dicembre 16, 2021

Motocross sui sentieri: un divieto definitivo (forse)

C'è un decreto legislativo che proibisce a tutti i mezzi, motorizzati e non (anche alle bici), l'accesso ai percorsi forestali. Ma il decreto demanda alla discrezionalità delle Regioni. In Toscana c'era già una legge ed è inapplicata. Così nell'ampio reticolo di strade bianche, mulattiere e sentieri i mezzi a motore sfrecciano a velocità spesso pericolose. Il ruolo dei Comuni nell'applicazione della normativa. Il caso del Parco letterario Policarpo Petrocchi

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Le immagini, di archivio, si riferiscono ad una regolare competizione

Il legislatore italico è bulimico, nel senso che a qualsiasi livello, nazionale, regionale e persino locale, sforna disposizioni a iosa, perché l’idea è quella di disciplinare tutto e nei più piccoli dettagli, a prima vista per impedire ogni tipo di abuso.

E’ un vizio antico che qualcuno attribuisce alla pletora di avvocati che siede sugli scranni del parlamento o di ogni altro tipo di consesso istituzionale. In passato anche Policarpo Petrocchi lamentava alla fine dell’Ottocento l’eccessiva presenza parlamentare di quella che chiamava con disprezzo “avvocateria italiana”.

Così la produzione di leggi, e altro del genere, non dà tregua, peccato che molte siano virtuali o del tutto inapplicate.

Il Decreto legislativo del 28 Ottobre 2021

Ora è stato pubblicato sulla Gazzetta Ufficiale del 1 Dicembre 2021 il testo del D.L. 28 Ottobre 2021 che di fatto vieta ai mezzi a motore non autorizzati di percorrere sentieri, strade bianche, mulattiere ecc. che attraversano i boschi. Il decreto, in generale, intende sottolineare l’importanza ecologica ed economica del nostro sistema boschivo e in questo contesto disciplina ciò che si può fare e quali sono le pratiche vietate. L’articolo 2, comma 3 è perentorio ed esclude la viabilità forestale dalle regole del codice della strada. Ne consegue che a tutti i mezzi, motorizzati e non (anche alle bici), dovrebbe essere precluso l’accesso ai percorsi forestali. Tuttavia il medesimo decreto demanda tutto alla discrezionalità delle Regioni e c’è da scommettere che la perentorietà dei toni del decreto stesso si perdano nei meandri dell’ormai noto costume italico.

Ma la Regione Toscana aveva già disciplinato questa materia

La Regione Toscana, con la legge n°48 del 1994, aveva disciplinato da tempo la circolazione fuori strada dei veicoli a motore, di fatto vietando improprie frequentazioni su diversi percorsi periurbani, collinari e montani, come recita l’articolo 2 della legge medesima e aveva delegato le Amministrazioni provinciali a individuare percorsi fissi nei quali sia consentita la circolazione fuori strada dei veicoli a motore per attività ricreative ed agonistiche (Art.6).

Chi ha letto l’elenco smisurato di gride che l’Avvocato Azzeccagarbugli presenta al povero Renzo nei Promessi Sposi, vi trova una perfetta analogia, diremo così filosofica, con l’oggi, nonostante siano passati quattro secoli dai fatti a cui la narrazione manzoniana è riferita.

Si, perché quelle disposizioni così puntuali e burocraticamente irreprensibili erano del tutto disattese, proprio come la suddetta legge n° 48.

Enduro, motocross, quad e jeep nei nostri boschi

Il sistema sentieristico nella nostra Montagna è ampio e articolato e le condizioni favorevoli allo sviluppo di un turismo lento, fatto di camminate e di escursioni in bike e a cavallo, potrebbero rilanciarlo e creare condizioni di sviluppo di una interessante microeconomia locale.

Il CAI ha spesso denunciato come questo ampio reticolo di strade bianche, mulattiere e sentieri sia frequentato da mezzi a motore che sfrecciano a velocità spesso pericolose, magari tra gruppi di escursionisti, e manomettono il fondo dei percorsi, senza peraltro contribuirne alla manutenzione.

La suddetta legge n° 48 ha inteso introdurre norme in proposito, delegando i Comuni ad intervenire con apposite soluzioni e autorizzando le Province ad individuare siti appositi.

Il solito strabismo istituzionale

Nei fatti, però, si assiste anche ad un altro sventurato fenomeno italico, cioè lo strabismo istituzionale: da una parte si norma severamente e dall’altra si opera in senso diametralmente opposto, nel nostro caso eliminando o deprimendo gli organi di controllo. Infatti le GAV (Guardie Ambientali Volontarie) sono state soppresse; la tanto esaltata Riforma delle Province le ha di fatto private di molte competenze e mezzi; il Corpo Forestale dello Stato è stato fagocitato dall’Arma dei Carabinieri e i Comuni non hanno il coraggio di applicare norme impopolari. Tutto ciò conduce ad un unico risultato, quello di sminuire la credibilità complessiva delle Istituzioni e di relegare la nostra Montagna a terra di nessuno, o meglio di tutti.

La Rete sentieristica del Parco letterario Policarpo Petrocchi

Un esempio recente è la rete sentieristica relativa al neonato Parco letterario Policarpo Petrocchi, che l’attuale Amministrazione comunale di Pistoia ha supportato.

Uno dei tanti obiettivi del Parco è proprio la valorizzazione di un sistema di percorsi che hanno il cuore nel paese di Castello di Cireglio e che invoglino gli escursionisti a frequentare questa parte della nostra Montagna così ricca di storia e di tradizioni, e così poco conosciuta.

Anche con il contributo di enti pubblici si è iniziato a manutenere qualche sentiero, a volte compromesso, altre volte semplicemente da ripulire.

Ebbene, in qualche caso gli interventi effettuati durante la primavera scorsa sono già in parte vanificati dal passaggio di centauri motorizzati che sgassano e zigzagano proprio quando il fondo dei sentieri è molle e motoso, dopo piogge o nevicate.

Sarebbe dunque auspicabile che il Comune di Pistoia, visto l’impegno a favore della Montagna manifestato dall’attuale Sindaco, Alessandro Tomasi, si facesse carico di applicare la normativa regionale, ed in particolare il comma 3 dell’Art. 2 della legge regionale 48/94 che recita così: “Il Comune può inoltre stabilire espressamente il divieto di circolazione fuori strada con mezzi motorizzati ovunque lo ritenga necessario per ragioni di polizia locale, urbana, rurale o per la tutela della stabilità del suolo…”.

Si tratterebbe, in pratica, di copiare ciò che fanno alcune amministrazioni comunali nella vicina Emilia Romagna o in molti comuni della Lombardia o del Piemonte, in cui i mezzi a motore (ma non le bici!) che percorrono impropriamente le vie forestali sono sanzionati severamente.

Vedremo allora quali saranno gli effetti del perentorio D.L del 28 Ottobre 2021, ma il sospetto che induce la lettura del “Gattopardo” di Tomasi di Lampedusa è che tutto cambi perché nulla cambi!


Maurizio Ferrari

Maurizio Ferrari, sambucano di origine, ha insegnato Lettere per 38 anni nelle Scuole superiori pistoiesi. Ora è imprenditore agricolo e si sta impegnando nella promozione e nel rilancio del territorio appenninico come Presidente dell'Associazione "Amo la montagna APS" che si è costituita nel 2013 e che ha sede a Castello di Cireglio.Ha collaborato per 25 anni alla rivista "Vita in Campagna", del gruppo "Informatore Agrario". Recentemente ha pubblicato alcune raccolte di racconti ispirati alla vita quotidiana di Sambuca, dal titolo :"Dieci racconti sambucani"; "La mia Sambuga" e "Cuori d'ommeni e di animali", nonché una favola per bambini, "La magìa della valle dimenticata" illustrata dagli alunni della scuola elementare "P.Petrocchi " di CIreglio (Pistoia)