Pistoia, Sanità e sociale  |  novembre 13, 2021

Pistoia, è Gianmaria Brizzi il nuovo medico di Famiglia per le frazioni della montagna

Venerdì 12 la firma del contratto, da lunedì 15 il via al nuovo servizio negli ambulatori di Cireglio, Pracchia, Orsigna e Le Piastre. Sarà titolare di un incarico della durata di un anno. Gli assistiti precedentemente in carico al dottor Simone Iadevaia saranno automaticamente assegnati al nuovo medico. Il commento del sindaco Tomasi: notizia positibva ma l'impegno non si ferma qui, serve una nuova normativa a livello nazionale

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PISTOIA – E’ Gianmaria Brizzi il nuovo Medico di Famiglia per le frazioni montane del Comune di Pistoia. Il medico ha firmato ieri, venerdì 12 Novembre, il contratto ed entrerà in servizio da lunedì 15 novembre. Svolgerà la sua attività negli ambulatori nelle frazioni di Cireglio, Pracchia, Orsigna e Le Piastre rispettando così, come indicato dall’Azienda Sanitaria, il vincolo di attività ambulatoriale nelle aree  collinari e montane.

Il dottor Brizzi sarà titolare di un incarico a tempo determinato della durata di un anno. Gli assistiti precedentemente in carico al dottor Simone Iadevaia non devono avviare alcuna procedura in quanto saranno automaticamente assegnati al dottor Brizzi.

Il commento del sindaco

“Da settimane sto seguendo la questione della mancanza del medico a Cireglio, Le Piastre, Pracchia e Orsigna. Accolgo quindi positivamente il fatto che gli abitanti della collina e della montagna potranno finalmente avere un nuovo medico negli ambulatori di riferimento – è il commento a caldo del sindaco di Pistoia,l Alessandro Tomasi -. La notizia che arriva oggi, grazie al dottor Brizzi, garantisce una boccata di ossigeno ai residenti. Ringrazio quindi il dottore per l’incarico che andrà a ricoprire augurandogli buon lavoro. Il mio impegno non si ferma certo qui, perché questo incarico è a tempo determinato e quindi c’è un rischio concreto che a breve, come già accaduto, gli abitanti della collina e della montagna possano ritrovarsi di nuovo senza un ambulatorio aperto. Come detto più volte, occorre una normativa speciale a livello nazionale per queste aree, che possa garantire formalmente i diritti primari a chi vive in questi luoghi”.

 

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La Redazione

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