Siamo alle solite, e non poteva non finire così viste le premesse. Quando una legislazione permette che i diritti individuali di una categoria calpestino i diritti di una collettività, quando si lascia prevalere la logica dei grandi numeri nelle decisioni istituzionali e non si tengono in alcun conto le esigenze di minoranze (perché di questo si tratta quando si parla di abitanti della montagna), quando ufficialmente si parla di resilienza e di fatto si tolgono servizi essenziali, quando si continua a gestire la Montagna con provvedimenti tampone e non se ne affrontano i problemi con una logica complessiva e con norme specifiche, quando in un periodo di emergenza sanitaria nazionale si assiste a questa indegna rappresentazione di burocretinismo, quando infine in una nazione si è parlato per decenni e si parla ancora di diritti e mai di doveri, il risultato è scontato e tutte le voci di meraviglia e di stupore che si levano sanno di ipocrisia.
Forti coi deboli e deboli coi forti?
Fatto sta che da qualche giorno manca il medico di base in molti paesi del territorio comunale montano di Pistoia. Così dopo la perdita del servizio pediatrico viene meno anche il medico di famiglia, proprio come due anni fa.
E allora come si fa a considerare credibili le nostre istituzioni che sono forti coi deboli e deboli coi forti?
Interruzione di pubblico servizio
Siamo di fronte ad una interruzione di pubblico servizio, perché di questo si parla, e non si venga a dire il contrario appellandosi a leggi, leggine, mani legate e altre amenità del genere.
Il Sindaco di Pistoia, Alessandro Tomasi, si è mostrato sensibile agli accorati appelli della popolazione, ma stride l’assenza della Regione toscana e soprattutto della grande politica, perché il problema è ormai complessivo e riguarda tutti i borghi delle Terre alte nazionali, nei quali è sempre più difficile vivere per la progressiva emorragia dei servizi essenziali.
Azioni comuni di tutti i sindaci della montagna
Tornando al nostro piccolo distretto i Sindaci dei vari comuni, Pistoia (il cui territorio è prevalentemente montano), Abetone Cutigliano, Marliana, Sambuca e San Marcello Piteglio, essendo i primi responsabili della Sanità locale, dovrebbero far rete e promuovere azioni collettive trasversali a sostegno dei propri cittadini e, con l’appoggio delle forze politiche di riferimento, smuovere gli apparati e convergere su obiettivi che difendano i diritti civili fondamentali sanciti dalla Carta Costituzionale, perché, come dicevano i latini, hodie mihi cras tibi, cioè ciò che sta succedendo ora nel territorio comunale di Pistoia succederà prima o poi, a Sambuca, all’Abetone eccetera eccetera.
In montagna la gente vuole rappresentanti politici intraprendenti e non burocrati imbonitori.
L’assemblea di sabato 6 ottobre a Cireglio
Le frazioni di montagna ancora senza medico. E dietro l’angolo nessuna soluzione