VERGIOLE (PISTOIA) – Un balcone di roccia proteso verso la grande piana di Pistoia-Prato-Firenze, dei campi coltivati e degli oliveti che declinano dolcemente, un grande complesso architettonico di 2300 mq, impreziosito da un piccolo oratorio dedicato alla Regina Pacis: questo è il sito che ospita l’Azienda biologica Vergiole, gestita da Andrea e Riccardo Grilli, due giovani fratelli che hanno deciso di tornare nel luogo natio e avviare un’attività agricola con un occhio rivolto al passato ed alle tradizioni familiari e l’altro al futuro.
Vergiole è un luogo speciale. Situato tra Arcigliano e Sarripoli a 350 metri di altitudine, ha fra gli altri e suddetti meriti anche quello di aver ospitato un castello, la cui esistenza è già menzionata in documenti del XII secolo, diventato famoso per le vicende dei Signori che ne erano proprietari, i Vergiolesi appunto, una potente famiglia che tra il XII e il XVI secolo ha avuto un ruolo di rilievo nell’agone politico pistoiese.
L’Azienda biologica Vergiole
“Nata nel 2012, l’azienda agricola biologica Vergiole ha avuto come primo obiettivo la realizzazione di un frantoio moderno – dice Andrea Grilli, il più grande dei fratelli – poi nel 2016 abbiamo deciso di metter su le api, di avviare la coltura dello zafferano, di cui per ora facciamo una produzione limitata e già promettente; ma soprattutto cerchiamo di curare al meglio le nostre 1500 piante di olivo”. Mentre Andrea parla con passione delle scelte aziendali ci distrae Mira, un cane meticcio di due anni che mostra una inconsueta agitazione dovuta, secondo il sorridente padrone, ad un “ritardo di apprendimento” che ai nostri occhi rende quest’animale ancora più simpatico.
I due fratelli Grilli
Ciò che traspare dallo sguardo compiaciuto e profondo di questo giovane imprenditore agricolo è l’orgoglio e la soddisfazione di aver rimesso a coltura il suo grande fondo che per anni era stato trascurato e di aver realizzato un’idea a lungo pensata e ripensata, con lo scopo di farne un progetto di vita.
“Eppure da piccolo il mio sogno era quello di fare il veterinario – continua Andrea -. Poi dopo la maturità liceale ho deciso di dedicarmi alla vendita di libri in giro per le città della Toscana. Ma il richiamo della mia terra era sempre più forte ed ho iniziato a studiare da autodidatta le tecniche agricole di tipo biologico, con la finalità di creare un’azienda multifunzionale, rivolta alla produzione ma anche all’educazione ambientale ed ai sapori genuini, mortificati da una gastronomia standardizzata, meno attenta alla genesi ed ai processi di lavorazione dei prodotti”.
In effetti l’esempio che adduce Andrea è quello dell’olio, che varia per proprietà organolettiche e per gusto a seconda del terreno, delle varietà di olive, del tipo e dei tempi di spremitura e delle modalità di conservazione, per cui la complessità e il numero enorme delle variabili dovrebbe imporre, come esiste per il vino, una carta dell’olio che identifichi le singole caratteristiche del prodotto stesso e la filiera della lavorazione.
Attenzione speciale per didattica e sociale
Il frantoio moderno
Andrea Grilli parla come un vero e proprio Mentore del gusto quando dice che è particolarmente necessaria una formazione sia dei produttori che dei consumatori, capace di sensibilizzare ai gusti antichi gli imprenditori ma anche di creare un’ampia cultura gastronomica; non a caso l’Azienda biologica Vergiole è legata a Slow Food ed il frantoio aziendale è definito dai fratelli Grilli un “frantoio didattico”.
Ma c’è un altro aspetto che in futuro verrà sviluppato in questa giovane azienda,oltre alla coltivazione ed alla vendita diretta dei prodotti, cioè l’accoglienza dei bambini e delle persone svantaggiate, perché un luogo così si presta sia all’ospitalità che alle attività assistite con gli animali, che stanno dando ovunque risultati davvero sorprendenti.
Riccardo, da cameriere a imprenditore agricolo
Come per Andrea, il richiamo della propria terra è stato determinante anche nelle scelte di vita di Riccardo, più giovane del fratello e più pensoso e taciturno.
Diplomato in Agraria ha trascorso un periodo in Inghilterra lavorando come cameriere.
“Poi – dice lui stesso – ho continuato a fare il cameriere a Serravalle finché, avendone i titoli, ho partecipato a un bando del PSR 2007-2012 che ha dato il via a questo nostro progetto. Ma è stata la pandemia a farmi riflettere, perché mi sono nuovamente innamorato del luogo in cui sono nato ed ho definitivamente deciso di dedicarmi a questa attività con Andrea, anche se a me piace più lavorare nella produzione di ortaggi”
Due fratelli intraprendenti, dunque, le cui inclinazioni si integrano e le cui scelte fanno ben sperare per l’avvenire della nostra agricoltura collinare.