La ricerca  |  dicembre 29, 2019

Il bosco verticale, idea avveniristica ispirata dalla natura e da antiche civiltà

I due palazzi di Milano progettati dallo Studio Boeri e premiati come i più belli al mondo hanno illustri precedenti nell'antico passato. Dai palazzi arredati con giardini pensili i Mesopotamia alla Roma imperiale fino alla Torre di Guinigi a Lucca, con i lecci secolari sulla cima. Ma ci sono anche esempi naturali molto più modesti e molto vicini. Come il campanile della chiesa di Cireglio sul quale crebbe spontaneamente una pianta di ornello

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Il Bosco verticale a Milano

Il Bosco verticale, cioè i due palazzi a torre progettati dallo Studio Boeri e inaugurati a Milano nel 2014, hanno veramente raggiunto una fama mondiale, riscuotendo, fra gli altri, anche un premio per il Grattacielo più bello al mondo.

La caratteristica che rende quest’opera veramente particolare è il corredo di piante (per la precisione, 711 alberi, 5.000 arbusti e 15.000 piante perenni e fiori) che riveste i due manufatti dal primo all’ultimo piano e che si basa sull’idea di una riforestazione metropolitana, al fine di rendere l’aria delle città più pulita e respirabile.

La fantasia e la creatività dei bravi architetti, si sa, non ha limiti, ma in alcuni casi, come questo, incide anche lo studio e la conoscenza del passato.

Esempi che vengono dall’antichità

Nell’antica Babilonia, in Mesopotamia, il re Nabucodonosor II (605-562 a.C.) arredò i palazzi più sontuosi con giardini pensili che resero quella città famosa in tutto il mondo antico per le piante e per i fiori che adornavano terrazzi e tetti.

Nella Roma imperiale alcuni autori testimoniano della grandiosità delle soluzioni architettoniche più spinte, che sfidavano la natura ospitando boschetti e giardini sulla sommità delle costruzioni nobiliari; tutto per meravigliare e per stupire i visitatori e per ostentare grandezza.

Più vicino a noi, nel tempo e nello spazio, e precisamente nella vicina Lucca, si erge la Torre Guinigi, alta quasi 45 metri, in cima alla quale vi è un grande cassone di terra in cui si trovano otto lecci secolari che dominano l’intero panorama. Si sa che l’idea originaria era anteriore al 1400, anche se le piante sono state logicamente sostituite.

La Torre Guinigi di Lucca

E la natura? Non c’entra proprio?

Ma siamo proprio sicuri che non sia stata la natura, una vera maestra universale, a offrire spunto a menti particolarmente raffinate e speculativ , che ne hanno poi tradotto in pratica gli spunti?

Ciò che dico adesso parrà ai più un’assurdità, ma qui, nella nostra montagna, a Cireglio, la natura aveva fattocrescere sul vecchio campanile della Chiesa, una pianta di ornello, venuta su spontaneamente e cresciuta fra le pietre senza essere in alcun modo accudita.

  

Il campanile di Cireglio com’era (foto a sinistra con l’ornello) e com’è oggi

E allora, chissà? Forse, se architetti, ingegneri e geometri tornassero ad ispirarsi alla natura ed alle sue multiformi e fantasiose creazioni non costruirebbero più alveari irrespirabili di cemento armato, ma renderebbero le città più vivibili ed ecosostenibili.


Maurizio Ferrari

Maurizio Ferrari, sambucano di origine, ha insegnato Lettere per 38 anni nelle Scuole superiori pistoiesi. Ora è imprenditore agricolo e si sta impegnando nella promozione e nel rilancio del territorio appenninico come Presidente dell'Associazione "Amo la montagna APS" che si è costituita nel 2013 e che ha sede a Castello di Cireglio.Ha collaborato per 25 anni alla rivista "Vita in Campagna", del gruppo "Informatore Agrario". Recentemente ha pubblicato alcune raccolte di racconti ispirati alla vita quotidiana di Sambuca, dal titolo :"Dieci racconti sambucani"; "La mia Sambuga" e "Cuori d'ommeni e di animali", nonché una favola per bambini, "La magìa della valle dimenticata" illustrata dagli alunni della scuola elementare "P.Petrocchi " di CIreglio (Pistoia)