PISTOIA – Aprirà lunedì 23 dicembre nell’ex chiesa San Giovanni Battista, in Corso Gramsci a Pistoia, la mostra “Attimi di meraviglia”, promossa dalla Fondazione Conservatorio San Giovanni Battista e curata da Caterina Bellezza e Paola Merlo. La mostra sarà visitabile con ingresso gratuito tutti i giorni (tranne il 25 e 31 dicembre) fino al 6 gennaio, con orario 15.30-19.30.
Il successo dello scorso anno
Dopo il successo dell’esposizione dello scorso anno, dal titolo “Ricordi dal Conservatorio”, incentrata su foto e cartoline d’epoca del Conservatorio, la Fondazione ha voluto rinnovare anche quest’anno l’impegno nella promozione della propria eredità culturale e nella diffusione delle esperienze artistiche pistoiesi.
Alcune fotografie di Lorenzo Gori e Lorenzo Marianeschi mostrano il ricco patrimonio della Fondazione, pitture e sculture di rilievo e l’immenso edificio dove oggi risiedono non soltanto la Fondazione stessa ma anche le sedi dell’Istituto Filippo Pacini e della Fondazione Luigi Tronci.
Le foto in mostra
Le foto in esposizione seguono due diversi filoni: da una parte il patrimonio pittorico e scultoreo della Fondazione viene indagato attraverso la rivelazione al pubblico di alcuni dettagli di tali opere, dall’altro il complesso architettonico viene svelato con riprese inedite dall’alto. La chiave di lettura della mostra è volutamente visiva ed emozionale. L’intento di chi ha curato la mostra è quello di suscitare meraviglia – da qui il titolo dell’esposizione – e di generare curiosità nell’osservatore.
Due le visite guidate programmate, con partecipazione gratuita, il 28 dicembre, alle 10 e il 5 gennaio 2020 alle 16. Prenotazioni: [email protected]; Whatsapp 339 2594233.
La valorizzazione della ex chiesa
L’esposizione “Attimi di meraviglia” va ad arricchire lo spazio della chiesa sconsacrata di San Giovanni Battista, che già da due anni la Fondazione ha valorizzato attraverso il recupero dei frammenti dell’Adorazione dei pastori di Sebastiano Vini, la pala cinquecentesca che si trovava sull’altare maggiore quando la chiesa fu bombardata e distrutta il 18 gennaio 1944. I frammenti, recuperati subito dopo il bombardamento, furono spediti a Firenze nei depositi della Soprintendenza e lì rimasero fino al 2011, quando lo storico dell’arte Alessandro Nesi li identificò come provenienti da San Giovanni Battista. L’interessamento della Fondazione, di comune accordo con la Soprintendenza, ne ha permesso il restauro e l’esposizione all’interno della ex chiesa attraverso un suggestivo allestimento.