MARESCA (SAN MARCELLO PITEGLIO) – Il Vivaio di Maresca vive, finalmente, una nuova vita. Qualche tempo fa l’avevamo lasciato nel più completo abbandono ed oggi fervono i preparativi in vista dell’inaugurazione, che avverrà Venerdi 10 agosto 2018, dal pomeriggio alla notte di San Lorenzo.
Tre giovani imprenditori, Fabio Bizzarri, Cristiano Cinotti e Francesco Biondi, hanno deciso di fare il grande passo, investendo risorse e tempo in un nuovo e ambizioso progetto, che non è solo agricolo-forestale, ma ha tutta una serie di sfaccettature interessanti che tendono a valorizzare la montagna e le sue grandi ma, per ora solo potenziali, ricchezze. I tre giovani sono di qui, lavorano tutti nel settore vivaistico montano ed hanno, chi più chi meno, anni di esperienza, è proprio il caso di dirlo, sul campo.
Il Bando dell’Unione dei Comuni
Anche se il piantinaio preesistente, nonostante gli anni di abbandono, aveva già tutti i crismi strutturali della funzionalità, l’occasione della rinascita è stata determinata da un Bando emesso dall’ Unione dei Comuni Montani dell’Appennino pistoiese nel 2017, che offriva in gestione il vivaio, compresi quasi tutti gli annessi. “Il bando prevedeva alcune condizioni imprescindibili – dice Fabio Bizzarri il ‘capocordata’ degli imprenditori-, cioè l’uso a fini agricoli del complesso, l’obbligo a vivaio di 2500 mq destinato a piante forestali da rimboschimento, un’area fruibile al pubblico, come punto accoglienza e accesso alla Foresta del Teso, per favorire un turismo lento e sostenibile, nonché un comodato d’uso oneroso (9.000 euro all’anno)”.
Il progetto d’impresa
L’adesione al bando ha consentito che si realizzasse un progetto d’impresa particolarmente interessante, perché prevede una serie di opzioni che fanno dell’Azienda agricola “La Foresta del Teso” (questo è il nome che è stato scelto) un’azienda polivalente. “Abbiamo optato per la seguente differenziazione di offerta aziendale – continua Bizzarri -: 1 ettaro e mezzo del vivaio sarà coltivato a frutti di bosco (prevalentemente mirtilli e lamponi); 2500 mq verranno occupati da piante per il rimboschimento forestale; il fabbricato principale sarà destinato in gran parte a fini turistici; nascerà un progetto di apicoltura stanziale con arnie del tipo Warré, dato che le premesse sono già interessanti (nel 2018 la produzione è stata di 1 quintale di miele); si valorizzerà la sentieristica circostante il vivaio, con accesso alle piante monumentali della Foresta del Teso; si inizierà la Forest bathing, cioè la valorizzazione della foresta a fini terapeutici; la struttura principale sarà dotata di uso cucina per il pubblico, una sala da pranzo, due camere con letti a castello ed una camera con bagno per ospitare singoli nuclei familiari”.
I soliti problemi della montagna
Fin qui, note positive; quando si guarda più a fondo, iniziano a presentarsi i problemi. E sono sempre i soliti. “ A fronte dell’intraprendenza e della vivacità di aziende che si ostinano a lavorare in montagna – conclude Bizzarri – c’è una pochezza infrastrutturale complessiva ed un’azienda, anche se ha progetti lungimiranti, non può da sola sopperire all’abbandono ormai cronico delle nostre terre marginali. Mancano, ad esempio strutture di accoglienza (alberghi e pensioni non esistono quasi più); alcuni progetti di vasto respiro sono stati ibernati: ad esempio, l’Ippovia di San Jacopo , da cui la montagna si aspettava molto, dove si è persa? E’ stata stoppata dalla burocrazia?. Nel nostro caso, sebbene l’Unione dei Comuni ci abbia aiutato a realizzare il progetto, abbiamo rilevato che manca completamente la cultura della rete, cioè una logica complessiva che coinvolga e faccia decollare tutta la Montagna. Perché una rondine non fa mai primavera”.
Riflessione finale: un’amara verità
Non c’è verso. Ovunque ci si rivolga è sempre la solita tiritera. Finché non ci si mette in testa che deve essere creata una politica di rete che consenta di far crescere l’economia montana nel suo complesso; finché non verranno ridotti al minimo gli impedimenti del burocretinismo e i balzelli inutili; finché non si smetterà con questa “guerra tra poveri”, fatta di comunelli contro altri comunelli, di associazioni contro altre associazioni, di paesi contro altri paesi; finché non si risponderà seriamente alla domanda “dove vogliamo andare?”; finché le istituzioni regionali e centrali non smetteranno di legiferare a singhiozzo e elettoralisticamente; finché esisterà il paradosso amministrativo-territoriale in base al quale il Comune di Pistoia, il cui territorio è per il 60% collinare e montano, sarà estraneo allUnione dei Comuni e risponderà quasi esclusivamente a logiche metropolitane; finché i montanini non abbandoneranno i piagnistei collettivi e non riscopriranno l’orgoglio dei propri padri, la Montagna pistoiese non avrà futuro, nonostante la buona volontà dei giovani imprenditori. Ci vuol poco a capirlo!
Ma occorrerebbero soprattutto statisti illuminati, non burocrati che ubbidiscono a regolamenti cartacei per lo più virtuali e privi di legami con la realtà “effettuale” oppure politicanti di bottega, opportunisti della politica o ancora tecnici che i territori li gestiscono da dietro comode scrivanie.
La festa del 10 agosto
Comunque, detto questo, tutti all’inaugurazione dell’Azienda agricola “ La Foresta del Teso” , il 10 Agosto 2018, dal pomeriggio fino alla notte stellata di San Lorenzo.